Riflessioni su una sinistra di classe che sbaglia

Riflessioni su una sinistra di classe che sbaglia

Quando leggo dei simili post, resto basito. In particolare questo passaggio:
“l’unica soluzione alla guerra tra Stati e alla degenerazione in senso autoritario della democrazia non è tifare per l’uno o l’altro dei blocchi di Capitale o degli oligarchi dominanti. Ma è l’ingresso in campo di un terzo attore: siamo noi, le classi popolari.”

Ora, dentro Potere al Popolo c’è chi sa bene come è iniziata questa guerra e chi l’ha iniziata. Sa bene perché ha pure spedito aiuti al Donbass, che la Russia è dovuta intervenire a fronte di un massacro permanente delle popolazioni russofone di quella regione. Sa bene che l’imperialismo a dominanza USA ha voluto e preparato questa guerra in una strategia di aggressione della Russia, di divisione di questa dal resto dell’Europa, di ridimensionamento e riduzione a batustan dell’intera Unione Europea, il tutto per mantenere l’egemonia USA e del dollaro nel pianeta e contrastare quella che oggi è una realtà inarrestabile: il multipolarismo.
Dei marxisti non si mettono a fare discorsi idealistici e irrealistici, ma proprio perché essi rappresentano gli interessi generali delle classi popolari e un percorso praticabile al socialismo, ne individuano i vari passaggi politici, geopolitici e prendono posizione nella situazione concreta e non con questioni di principio portate a dogmi.
Se avessimo dovuto ragionare come fa oggi PaP nella guerra di Liberazione dal nazifascismo del ’43-’44, avremmo dovuto mettere sullo stesso piano imperialismo tedesco e imperialismo angloamericano e dire che non si tifa per l’uno o per l’altro: ma come in Donbass i nazi mettevano al muro la popolazione! E invece i comunisti e i socialisti ragionarono bene, presero posizione politica: e nella situazione concreta l’imperialismo angloamericano ci ha portato alla Liberazione. Senza di esso con stafava che ci liberavamo, o sarebbe stato un processo bellico di guerriglia molto più lungo e con molti morti in più.
Di cosa parlano i compagni di PaP, dunque?
Che senso ha sostenere le popolazioni del Donbass fatte a pezzi dai nazisti ucraini e poi non sostenerle nella loro sacrosanta guerra contro questi?
Questa scelta di campo a favore della Russia, che i marxisti fanno in assonanza con quelli russi, di una Russia che non è solo Putin, ma il suo popolo che ha valori profondi come la Sacra Guerra e la lotta al fascismo, la difesa di popolazioni russe fuori confine, non significa sposare Putin e il capitalismo oligarchico russo, così come i comunisti e socialisti durante la Resistenza sapevano benissimo che oltre oceano c’erano trust rapaci e sfruttatori e che la guerra che questi pescecani conducevano era per affermare i loro interessi imperialisti. Pertanto comunisti e socialisti non ne sposavano certo le ragioni.
Il mondo non si divide in buoni e cattivi, questo bisogna dirlo ai PaPisti, che l’idealismo (soprattutto di matrice cattolica) non ha nulla a che fare con la politica rivoluzionaria.
Certo, la guerra è brutta, sporca e cattiva e deve cessare non oggi, ma ieri. Certo, occorre lavorare perché si arrivi a un cessate il fuoco e a trattative. Ma in questo obiettivo non c’è solo un aspetto umanitario che logicamente è importante, ma un disegno politico che è consapevole del fatto che la cessazione delle ostilità senza che USA e NATO abbiano raggiunto i loro obiettivi significa un colpo mortale per l’egemonia imperialista a dominanza USA. Significa che l’affermazione o rafforzamento di quei popoli e paesi che vogliono il multipolarismo, nazioni che quasi sempre non sono buone, democratiche e un sacco alternative, apre alla possibilità di rompere la gabbia guerrafondaia dell’unipolarismo atlantista e far avanzare le lotte sociali e di classe. L’imperialismo va sconfitto, i rapporti generali di forza tra imperialismo e popoli, imperialismo e forme diverse di capitalismo non giunto alla sua fase suprema (Lenin), compreso quello burocratico cinese, vadano ribaltati: è un passaggio politico di portata mondiale fondamentale. Io penso che dei marxisti ragionino così e comprendano cosa sia la tattica e la strategia.
Le posizioni di PaP non hanno nulla di marxista, anzi, ne sono di ostacolo. Sono identiche a quelle dei cattolici e sulla fine della guerra e sulla trattative ci prendono solo per umanitarismo.
Inoltre ritengo molto più centrate le posizioni del PC della Federazione Russa, che è solidale ai fratelli del Donbass che quelle di questa non meglio precisata “sinistra” russa contraria alla guerra: ci vada lei a parlare con il battaglione Azov.
In definitiva il comunismo in Italia è stato rovinato dal cattocomunismo.
Ma non solo le sinistre radicali italiane. Basti solo vedere le posizioni di Melenchon in merito alla guerra e al suo sostengno alla “Resistenza” ucraina. Tutte queste sono posizioni reazionarie che arrivano a servire l’altro re di prussia, l’imperialismo.
Alla fine l’europeismo borghese rientra dalla finestra.
Anche PaP approda all’equidistanza, mettendo sullo stesso piano i contendenti veri, così come fanno tutte quelle sx di classe che vedono imperialismo da una parte e dall’altra, parlando di imperialismo russo, e prendendo così a calci in culo evidentemente l’analisi leniniana sull’imperialismo. C’è troppa abitudine a ragionare superficialmente, su luoghi comuni che ti portano fuori strada.
Ma siamo sicuri che posizioni di questo tipo, alla fine dei conti, non siano espressione di visioni del mondo perfettamente funzionali a strategie più globali?
Altro che “terzo attore”!