L’uomo che strangola con un ginocchio un altro uomo a terra è un poliziotto di mestiere, ma è anche un assassino per vocazione.
Questi assassini circolano impuniti negli USA, ma in molti altri paesi non ultimo l’Italia, se consideriamo l’uccisione di Cucchi e di altri, finiti nel tritacarne del carcere e delle forze di polizia.
E se gli uomini in divisa possono portare la loro violenza fino al livello massimo, quello dell’uccisione, significa che sanno che lo possono fare per restare poi coperti dalle istituzioni e quindi impuniti. Non è sempre così, ma la stragrande maggioranza dei casi finisce così.
Nel caso specifico la prepotenza omicidaria della polizia si coniuga con il peggiore dei razzismi, verso il quale gli afroamericani hanno dovuto fare i conti sin da quando li hanno fatti sbarcare a frustate e incatenati da quelle che non erano propriamente delle Mayflower.
Il capitalismo razzista è fascismo. La repressione degli apparati dello Stato classita è fascismo.
La ribellione dunque, la guerriglia che ne deve conseguire è un atto necessario e doveroso. Così come una rivoluzione sociale contro il capitalismo razzista.
Gli agenti assassini devono pagare, ma non di fronte alla morbida giustizia borghese con tutte le sue attenuanti. Devono pagare di fronte alla giustizia popolare, dove verdetto ed esecuzione sono immediate.