Bande musicali quelle dei nazisti, banditen i partigiani

Bande musicali quelle dei nazisti, banditen i partigiani

LA MIA BANDA SUONA IL KOCH…

L’esternazione di Ignazio La Russa riguardo i “musicisti” che marciavano per via Rasella il 23 marzo del 1944 e fischiati con un bel bombardone dai Gruppi d’Azione Patriottica farebbe ridere se non ci fosse da piangere per una riscrittura metodica che ripercorre le tappe di quella che fu la Resistenza per arrivare dalle foibe che azzerano gli eccidi feroci dell’esercito mussoliniano nei Balcani alle esperienze socialiste del Ventesimo secolo.

Ormai si può dire di tutto senza passare per falsari o imbecilli. Tanto c’è il Parlamento Europeo che ha timbrato col fuoco l’editto che equipara nazismo e comunismo. Dimenticando i tanti partigiani comunisti finiti sotto tortura ed esecuzioni della Gestapo, caduti combattendo per liberare dal nazifascismo quell’Europa che oggi ha altri nazisti, dall’Ucraina agli uffici degli eurodignitari UE che, secondo il mandato del padrone d’oltreoceano e nei suoi esclusivi interessi, pianificano la guerra sin dal golpe di Euromaidan e ai bombardamenti in Donbass nel 2014.

Ma detto questo, e proprio perché ormai è chiaro che se la caduta di Berlino ha segnato la fine del Terzo Reich e Hiroshima e Nagasaki hanno sancito la nascita del Quarto, quello del suprematismo dell’anglosfera e della sua finanza (polo imperialista UE dove sei?), ed è chiaro ai compagni più avveduti e al passo coi tempi chi sia il nemico e cosa stia facendo, con la guerra e passando per la tecno-dittatura pandemica (tra guerra nucleare e batteriologica, interna ed esterna…), si tratta per l’appunto di capire cosa sia oggi il nazismo.

Per questo riporto un pensiero di Andrea Zhok, che condivido in ogni singolo passaggio:

“Dopo l’uscita giovialmente fascista di La Russa sui partigiani, eccoci ricaduti stancamente per la miliardesima volta nel giochino politico più stantio della storia italiana.
A destra ogni tanto si sveglia qualcuno, estraendo l’orbace dall’armadio tarlato del nonno, e per darsi un tono tira fuori qualche trombonata da Cinegiornale dell’Istituto Luce. Sorge naturale il sospetto che gente come il ridente Presidente del Senato siano a libro paga del PD, perché cosa farebbe il comitato di affari multinazionali che risponde a quel nome senza le sue cicliche rimpatriate “antifasciste”?
Se non ci fosse ogni tanto qualche anziano reduce che se ne esce con un bel “Quando c’era LVI!” una buona parte del PD (e dell’odierno arco costituzionale) non sarebbe distinguibile dal reparto pubbliche relazioni di una Corporation multinazionale.
Ma grazie al cielo ogni tanto, come i pugili suonati che menano pugni all’aria al suonare del gong, di quando in quando si riesce ancora a riesumare qualche scampolo di “minaccia fascista” d’antan e a “sinistra” per qualche giorno si può respirare:
“Fiuuu! Abbiamo ancora una ragione di esistere”.
Ora, il punto davvero grave, quello imperdonabile e che se ignorato oramai deve essere inteso come dolo, è non capire DOVE sta il potere oggi e qual è l’orizzonte odierno di pericolo rappresentato da QUESTO potere.
Perché, sia ben chiaro, è sacrosanto tener ferma la condanna del fascismo storico.
E’ sacrosanto perché è giusto lottare contro un Potere impermeabile alla volontà popolare, contro un Potere che monopolizza la comunicazione mediatica, contro un Potere che censura le voci politicamente sgradite, un Potere dove politica, “padroni del vapore” e magistratura si allineano nello schiacciare ogni contestazione, un Potere guerrafondaio e affetto da un patologico senso di superiorità.
E’ giustissimo combattere tutto questo.
Solo che oggi tutto questo non lo si trova sotto il nome “fascismo”.
Il Potere reale, il Potere apparentemente illimitato, arrogante e pericoloso oggi è nelle mani di un blocco politico tecnocratico e neoliberale, trasversale a destra e sinistra, un blocco il cui baricentro è il “medio-progressismo” (cit. Fantozzi) rappresentato al meglio da forze come il PD.
E’ così negli USA, è così nell’UE ed è così in Italia.
E riciclare oggi il “pericolo fascista” non è più un errore di analisi: è una colpa politica grave, è complicità con il potere nella sua forma più pericolosa.”
Proprio perché si è antifascisti veri e seri e non quelli da strumentalizzazione elettorale e da consenso nei sondaggi, il fascismo vero e serio, pericoloso e pervasivo va individuato com’è e dov’è, riconosciuto nelle sue forme politiche e combattuto senza esclusione di mezzi.
Il 25 aprile si avvicina e con esso lo scadenzismo che oggi serve liturgicamente allo stato per sancire ogni depotenziamento dei valori fondativi della Resistenza, ma anche a certa sinistreria per suonarsela e cantarsela dopo due anni di infame complicità con il fascismo contemporaneo dello stato e dell’oligarchia liberale atlantista che mirabilmente cita Zhok.
I pugili suonati sono proprio questi. Voglio ancora pensarli inconsapevoli. Gli altri, i dem e cespugli, sono proprio i fascisti di oggi. In buona compagnia con la Meloni. Tutti servi dell’unico vero manovratore.