Cara Elisabetta

Cara Elisabetta

Pubblico un mio commento rivolto a Elisabetta Canitano di Potere al Popolo di Roma, sicuramente un ottimo medico e una compagna che stimo. Un commento in cui ritengo vi siano una serie di questioni che oggi attraversano la sinistra di classe nello scontro politico sulla questione del movimento no green pass.

se sei una marxista una comprensione più generale su quanto sta accadendo sarebbe opportuna, non trovi?
Entrambi siamo stati candidati di PaP. Io a Bologna. Pertanto è inutile che ci giriamo intorno. Sin dal mio primo intervento su Contropiano contro il green pass che è di fine luglio scorso ho sperato che si aprisse un dibattito. Nulla. È uscita anche la mia lettera con Evangelisti e Sassi. Solo risposte di redazione di una cosa evidentemente già decisa altrove. Ho lasciato passare la campagna elettorale per disciplina. Ma adesso che l’uso del green pass si è evidenziato come dispositivo di discriminazione sociale e di comando sul lavoro, proprio come avevo evidenziato, è ovvio che ci sia lotta di classe su questo. Io ho intenzione di affrontare questo nodo. È poi singolare che su Contropiano non si parli più delle lotte francesi, no? E della rivolta di Ottawa? Zero assoluto. Nel mondo c’è il più vasto movimento dal 68 ad oggi… e ci sarà pure una ragione: e una parte significativa della sinistra di classe aspetta forse il movimento che va bene a lei? Nei movimenti c’è di tutto. Se i bolscevichi svessero solo visto acqua santa e icone ortodosse nel 1905 non avrebbero agito nella prima rivoluzione russa. Sai come si chiama questo atteggiamento? Minoritarismo autoreferenziale. E poi diciamolo: c’è una ragione ben più profonda che riguarda l’estraneità a queste lotte: il green pass inaugura il passaggio allo scambio diritti per comportamento, è la fine del diritto liberale nato con le rivoluzioni moderne… un dispositivo che assomiglia maledettamente al credito sociale cinese, la loro pass a punti e quindi il lupo perde il pelo ma non il vizio di essere giustificazionista dove ritiene che via sia “socialismo” e libertario dove c’è il capitalismo classico.

Gratta gratta non si è fatto bene i conti con la propria storia e la quadra deve essere trovata. Si adatta la realtà alle proprie pie visioni. Lo sai come funziona là il credito sociale? Per esempio che un capocondominio di partito segnala il tuo comportamento anomalo dove non arriva la biometria, uno spione. Ti piace questo tipo di socialismo? A me no. Anche perché nonè socialismo. Un apparato di borghesia burocratica di madarini di partito che ha vinto contro la spinta socialista della Rivoluzione Culturale e che oggi è ben integrato alle forze del capitale interne ed esterne multinazionali, alla finanza internazionale. Green pass con restrizioni e credito sociale sono tutte modalità di controllo nel rapporto capitale/lavoro, di controllo individuale e sociale, per un sistema che si basa sulla messa a plusvalore valore dei rapporti umani. Siamo agli albori di una società disciplinare fortemente tecno-autoritaria al di là delle sue specifiche declinazioni di potere.

Vedi compagna, io vengo dagli anni ’70 e gli sbirri di qualsiasi colore non mi sono mai piaciuti.
Il capello bianco mi fa capire che c’è molto che non va in questa strana miopia politica. E poi come si fa a seguire e fare da megafono alla narrazione dominante, quella guerra tra poveri che divide “vax” da “no vax”, mentre milioni di lavoratrici e lavoratori restano senza lavoro e senza stipendio, mentre una parte della popolazione non ha più nemmeno il diritto di entrare alle poste o bersi un caffè al bar. Ma siamo impazziti?
Mi rincuora il fatto che anche il movimento no green pass per queste ragioni vede l’ingresso di parti del sindacalismo di lotta. Se vai sul sito degli studenti contro il green pass vedrai che c’è tanto marxismo. La lotta di classe spinge a trovare un punto di vista che confligge dal pensiero dominante e dalle logiche di sfruttamento e discriminazione.

Ci sono le premesse perché rinasca una sinistra antagonista più intelligente e diciamolo: leninista proprio da queste lotte, che non è vero che non vedono le altre tematiche come la casa, la scuola, la precarietà… sono tutte panzane di chi non vuol vedere. Di chi non vuol vedere l’attacco epocale al lavoro, ai diritti all’economia di prossimità attaverso queste misure restrittive spacciate per sanitarie.

Ma i nodi stanno venendo al pettine e prima o poi anche la cupola gruppettara che non ha voluto vedere e capire sarà costretta a indirizzare (tardivamente, la credibilità la si conquista sul campo e c’è il tracciamento su quello che hai detto e fatto…) le sue truppe verso questo movimento. Sono curioso di conoscere gli argomenti dopo tanti mesi se non anni di colpevole ignavia.