I fronti popolari che servono alla guerra della NATO

Ci ho pensato molto a pubblicare questo mio contributo, perché so che quanto sta per accadere in Italia, in Francia, un po’ in tutta Europa, come conseguenza delle elezioni europee, vedrà coinvolti il fior fiore di compagni, antifascisti sinceri, che a causa di gruppi dirigenti miopi se non peggio, finiranno nella tonnara preparata ad arte da chi lavora ormai da decenni su “rivoluzioni colorate”, sussunzione di tematiche storicamente proprie di una sinistra dei diritti, con il tridente fondazioni, ong e servizi di intelligence. Non è dietrologia: certe operazioni politiche non nascono per caso. Ma procediamo con ordine.

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La questione palestinese tra multipolarismo e decolonizzazione

Piaccia o no ai nostri commentatori, veri aedi del suprematismo occidentale, gli eventi di questi giorni in Palestina collocano il conflitto israelo-palestinese dentro le dinamiche internazionali odierne. Le misure fasciste prese da Macron in Francia, che vietano le manifestazioni pro Palestina, punibili con l’arresto, dimostrano che le classi governanti atlantiste stanno comprendendo che il declino dell’impero americano davanti alle potenze emergenti in Asia e a modelli economico-sociali alternativi come in America latina, nel contesto dell’afermazione dei BRICS e e dei processi di decolonizzazione come in Burkina Faso, Mali e Niger, ha forti ricadute in tutta la catena imperialista.

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Quando saltano gli steccati

Per sapere come stanno le cose occorre leggere gli opinionisti dei giornali di destra, come questo fondo su Libero. È proprio il colmo.
In pratica la UE non esiste sul piano diplomatico: è completamente supina alla politica dell'”anglosfera”, ossia di chi mena le danze nella NATO. E’ per questo che Macron deve perdere a tutti i costi nel ballottaggio francese.
E poi non è niente vero che l’UE si configuri come una potenza statuale forte: è un polo imperialista, sì, ma del tutto subordinato alle politiche statunitensi. Con gli occhi di oggi si capisce bene la scelta britannica di uscire dall’UE e tornare nell’anglosfera. Chi dirige l’imperialismo sono gli anglosassoni. I tedeschi l’hanno capito e hanno investito 100 mld nel riarmo che, si badi bene, ben poco ha a che vedere con l’esercito europeo. E una Germania in armi non vi inquieta un po’?

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In Monti veritas

Mario Monti nelle sue esternazioni a La7, nel programma di De Gregorio e Parenzo, non fa altro che esprimere il parere dell’oligarchia che comanda questo paese e tutto il polo europeo atlantista. L’ex presidente del consiglio parla un linguaggio di guerra, che solo in apparenza è rivolto al virus. In realtà il clima bellico gli serve per legittimare due concetti fondamentali: un’informazione antidemocratica e a reti unificate, praticamente un nuovo Minculpop e l’idea che neanche tanto sotto traccia anima i circoli del potere finanziario e politico: gli italiani non sono educati e non hanno cognizione di cosa sia la politi a e di come farla. Ergo, occorre che ci pensi una sorta di aristocrazia oligarchica, gli esperti, gli uomini di potere che con la loro saggia illuminazione guidino le popolazioni ignoranti e decidano cosa è bene o no per loro.

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La frase profetica di Deleuze

“Il vecchio fascismo, quale che sia la sua realtà e potenza in molti paesi, non è il problema all’ordine del giorno. Ci si preparano nuovi fascismi, si installa un neofascismo rispetto al quale l’antico fascismo sembra folkore. Il neofascismo non consiste in una politica e un’economia di guerra: è un’intesa mondiale per la sicurezza, per la gestione d’una “pace” non meno terribile, con l’organizzazione di concerto di tutte le piccole paure, di tutte le piccole angosce che fanno di noi tanti micro-fascisti ansiosi di soffocare ogni cosa, ogni volto, ogni parola che risuona nella propria strada, nel proprio quartiere…”
Gilles Deleuze (1977)

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La camera dello sci(r)occo

Con Lanfranco Caminiti ho avuto da dire su Facebook un mesetto fa per via delle posizioni diverse sulla questione del green pass. E oggi con questo articolo “Parliamo di Draghi” sul suo blog “La camera dello Scirocco” finalmente viene fuori per quello che è: un altro post-operaista che approda all’accettazione dell’atlantismo globalista puntando il dito contro il qanonismo salviniano.

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Difendere la Rivoluzione Socialista Cubana

L’amministrazione Biden non ha cambiato di una virgola la politica statunitense verso Cuba. Dopo l’assassinio del loro lacché scomodo ad Haiti ad opera di mercenari pagati dalla CIA, l’azione a tenaglia Bloqueo e agenti controrivoluzionari si è messa in moto a Cuba. In una situazione aggravata dalla pandemia che ha bloccato il turismo. Ora spero che anche i meno sinistrati dotati di un cervello non ancora del tutto lobotomizzato dal pensiero unico, capiscano a cosa serva il bloqueo che da decenni gli USA perpetrano contro Cuba Socialista.

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