Il nuovo autoritarismo

In questi ultimi mesi si è visto di tutto in fatto di violazioni dell’art. 21 sulla libertà d’espressione. Lo sappiamo bene noi a Bologna, quando il sindaco PD, Matteo Lepore, ha esercitato pressioni indebite definibile censura, sulle attività di ben due case di quartiere: Villa Paradiso e la Casa della Pace, con il divieto a proiettare due film definiti “putiniani”. In particolare PD e +Europa sono stati molto attivi in questa attività censoria che va ben oltre la diffamazione, poiché dare del putiniano a destra e a manca a chiunque voglia accedere a fonti informative che non siano quella ufficiali è lo “sport ufficiale” di chi ha sposato la linea guerrafondaia della NATO e della classe dirigente ucraina, che sta usando la popolazione come carne da macello per reggere la pacca fino alle presidenziali USA e oltre, mantenendo un regime banderista, dunque filo-nazista, che ha soppresso i più elememtari diritti politici, religiosi e civili.

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Questione più attuale di ieri

Parole ancora molto attuali. Anzi, oggi più attuali di ieri. Mentre ci impediscono di dare notizie e dire le nostre opinioni in merito alla guerra imperialista e al genocidio nazi-sionista in Palestina, la loro libertà di parola organizza la guerra e il genocidio, impone il loro ordine senso, la loro semantica, i loro luoghi comuni, il linguaggio e le iconografie del pensiero prevenuto che sta alla base dell’analfabetismo funzionale di massa.