Perché sono contrario al greenpass e penso che la gestione inefficace della pandemia fin qui avuta sia criminale

Ci ho messo molto tempo per prendere posizione. Ho ponderato a lungo, letto le opinioni di tutti, in particolare dei compagni a me vicini. Non ho prestato attenzione a tutti coloro che ho sempre ritenuto complottisti. Ciò che conta per me è l’analisi politica secondo il metodo del materialismo dialettico. Ma è stata proprio questa a farmi capire che numerosi marxisti, anticapitalisti che non scazzano (per dirla alla Giorgio Gaber), non hanno compreso i caratteri e le dinamiche della svolta reazionaria in atto, proprio riguardo l’accelerata che ha avuto con questa pandemia da Covid-19.

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Riprendo le pubblicazioni…

… dopo ben due mesi di problemi di salute non indifferenti.

Lo faccio con questo pezzo sulla pandemia e i limiti strutturale di sistema che si sono evidenziati.

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Come materialisti, i ragionamenti sulle società, le loro tipologie, le loro dinamiche si basano sempre sull’esperienza storica data di ogni realtà sociale. Ma supponiamo per un istante di ragionare ipotizzando una società come dovrebbe essere. E facciamolo partendo da una constatazione molto semplice: la pandemia ha evidenziato i limiti e diciamolo pure, le tare di questa società capitalista, dove oggi vige il neoliberalismo più sfrenato.

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Il grande business della terapia e la dittatura sanitaria

Non sono mai stato un no-vax, ma neppure un sì-vax. Sono dalla parte della scienza che opera per la cura degli esseri umani, se la cura è efficace e non ha logiche e dinamiche basate sulla speculazione. Ma quello che sta accadendo in questi ultimi mesi nel nostro paese e a livello mondiale è qualcosa di osceno.

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Un’emergenza sanitaria non è come un’asteroide che cade sul pianeta

C’è poco da questionare. Ormai è chiaro: l’evento Covid-19 non è come qualcosa di imponderabile e straordinario, al pari di un cataclisma inaspettato. A livello mondiale negli specifici paesi esistevano già dei protocolli di contrasto alle epidemie. Quello italiano era fermo dal 2010.

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Il cigno nero

Ho atteso qualche giorno prima di riprendere i miei post su questo mio blog. Non perché non comprendevo cosa stia accadendo, ma per poter fare delle considerazioni in modo più sintetico ed esaustivo. Ricapitolando, anche a beneficio dei posteri, un virus si è diffuso nel mondo partendo dalla Cina: uno della famiglia dei Coronavirus denominato Covid-19. Tra i paesi di secondo contagio c’è anche il nostro, anzi, soprattutto il nostro, che in Europa sta dando il più altro tributo di vittime. Siamo già dopo un mese oltre i diecimila. Ma la gran parte dei contagiati non sono individuati, così come molti che si fanno la malattia in casa e lì spesso muoiono.

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Il mondo che va a pezzi

Quelle misere certezze che ci eravamo costruiti, un po’ come chi abituato a vivere in un orinatoio non sente più la puzza di piscio, e a cui eravamo abituati se ne stanno andando a culo. Il virus ha fatto irruzione nel nostro mondo globalizzato ma piccolo, fatto di ipermercati, file alle poste, mutui, bancomat, smartphone, gite fuori porta, pizza, come un elefante in un negozio di porcellane.

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