Col senno di poi…

Col senno di poi…

Col senno di poi mi chiedo oggi in che razza di sinistra comunista sono stato. Mi ricordo, ed erano solo sei mesi fa, come per le comunali della mia città questa sinistra è riuscita a fare due liste copia carbone. Esattamente uguali ovviamente per il cittadino comune che non può conoscere le “differenze”.

Una sinistra comunista che non ha saputo vedere il passaggio bio-fascista, il vero fascismo che sta avanzando con la tecnologia del controllo, l’intelligenza artificiale, come le società liberali si stiano trasformando un nuovo medio evo fatto di servi della gleba greenpassati, che possono o non possono fare e avere diritti in base al comportamento.

Una sinistra comunista che cerca nella Cina le misere spoglie di un socialismo novecentesco che fu. Lo cerca in un grande sistema di burocrati e nuovi padroni che ha ideato per primo il sistema di controllo sulle persone e la società ideando il credito sociale.

Un QR ti dirà che hai buttato male la spazzatura, hai mangiato troppi zuccheri, hai detto cose sgradite al potere sui social e ti dirà che per sei mesi non puoi andare in aereo, o la tua mutua è sospesa. Ma per questi cialtroni politici il green pass è uno strumento di distrazione di massa… concentriamoci pure sulle vertenze: forse queste vengono usate come diversivo per non affrontare la questione politica epocale che ha distrutto tre secoli di rivoluzioni sociali. “Tanto siamo già controllati” blaterano i nostri esegeti della grande mamma Cina.

Alla cara compagneria miope o indifferente

Una sinistra comunista che non avendo dato una giusta lettura di questo passaggio epocale, legge i movimenti contro queste restrizioni e per la libera scelta riguardo sieri occidentali che non immunizzano, con la lente sociologista della collocazione ideologica, senza che nessuno di questi soloni della rivoluzione come-pare-a-noi ci sia stato un solo nano secondo. Ci sono rivolte sociali in tutto il mondo contro questo bio-fascismo imposto in vari modi quasi ovunque, c’è un movimento mondiale che non si vedeva da ’68, e questi fanno i pesci in barile, neanche lo vedono, neppure collegano le sinapsi in una banale, direi automatica, associazione di idee.

E non capisce che l’esperienza insegna che la classe operaia, il proletariato, da soli, non sono andati da nessuna parte. I soloni mi devono citare una sola rivoluzione in cui unica protagonista è stata la classe operaia pura. E in questo contesto sociale, in cui l’ascensore sociale si è rotto e ci sono vasti settori medi di borghesia sono alla canna del gas, in cui l’economia di prossimità, l’ossatura del nostro paese è sotto attacco, in cui la precarizzazione sociale vede una forte mobilità per condizioni di lavoro e di esistenza, di inoccupazione a intermittenza, di ragioni sociali messe su dopo il licenziamento, di partite iva verso monocommittenti, pesci che si dibattono nella battigia del neoliberismo alla ricerca di scampoli di reddito, i nostri soloni vanno a fare le pulci alle bandiere tricolori e ai rosari, quando per decenni si sono completamente disinteressati della composizione di classe, di un’analisi e di un intervento adeguati alla situazione concreta, da marxisti, non da cialtroni con la testa rivolta al passato.

Una sinistra comunista che verrebbe presa a pedate da Dimitrov e dai dirigenti dell’epoca dell’Internazionale Comunista, quando la tattica proposta ai comunisti tedeschi era addirittura stare dentro le organizzaizoni delle camice brune. E qui riguardo a questo movimento non siamo certo a questi livelli, visto che la coscienza borghese la fa sì da padrona e ci si deve certo lavorare, ma non ci sono assolutamente le organizzazioni paramilitari fasciste, come cianciano i nostri eroi di Xi.

E così la lotta dei portuali triestini è finita in cavalleria, prpoprio quando in sena entra la classe operaia, proprio quando abbiamo in embrione l’autonomia operaia che va a colpire i profitti nella circolazione delle merci. Guardano i rosari e i tricolori, i cialtroni, invece di fare i bolscevichi, di essere partito comunista e lavorarci politicamente.

Ora che la guardo dal di fuori, questa sinistra comunista, mi dico: quanto tempo perso, invece di creare la giusta organizzazione che sappia con duttilità intervenire nei movimenti di massa che si formano nel corso della lotta di classe, dello scontro sociale. Mi spiace compagni ma io non aspetto il movimento che mi va bene. Voglio misurarmi con le contraddizioni sociali che ci sono, non con quelle fantasie che vorrei che ci fossero. Se Mao mi dato qualcosa (tanto) è proprio questo metodo scientifico di analisi e di azione. A voi l’armoniosa confuciana visione di un mondo delle fiabe.

(l’immagine in evidenza è riferita alle manifestazioni della sommossa canadese, partita dai camionisti, che ha fatto scappare come un ratto il premier Trudeau)