Qualsiasi stronzata provenga dalla Casa Bianca e dai suoi tirapiedi è presa per oro colato e rimbalza su tutta la semiosfera. Questo ovviamente serve anche ai nostri governi di sempre per proseguire la loro opera di totale servilismo.
C’è sempre una “verità” preconfezionata. E alla fine la rappresentazione è quella di un mondo alla rovescia, dove i buoni sono sempre da una parte e i cattivi dall’altra.
Per questo è importante la comunicazione, ovvero la controcomunicazione. Senza affrontare questo tema e connetterlo con il tema dell’organizzazione, non si può parlare neanche lontanamente di avanguardia politica, partito o quant’altro si candidi a essere forma di rappresentanza politica delle classi popolari. Ma su questo non è stato fatto alcun passo in avanti.
Almeno negli anni ’70 le forze della sinistra extraparlamentare il problema se lo ponevano, cercando di far nascere e portare avanti quotidiani nazionali: Lotta Continua, il Quotidiano dei Lavoratori, ecc.
Sapevano bene che non ci può essere punto di riferimento politico senza una voce riconoscibile e autorevole sul piano della comunicazione. Del resto, anche agli albori dei movimenti socialisti e lo stesso Lenin davano parecchia importanza alla stampa di partito.
Adesso il prodotto della frammentazione politica a sinistra è una polifonia che alle “orecchie” della massa è solo rumore. E neppure forte.
O questo problema, come minimo a livello di forza politica, ce lo si pone, o si continuerà con questa cacofonia, dove hai tante ragioni da vendere, ma nessun posto dove “venderle”.
Occorre pensare alla militanza non solo come lotta diretta, ma come attività di inchiesta permanente, sul territorio, nei posti di lavoro. Occorre pensare a un network che si sviluppi con il lavoro militante di tante compagne e compagni e in più ambiti della comunicazione, a partire dalla rete. Occorre un portale che raccolga e diffonda lo stato dell’organizzazione di classe e delle iniziative portate avanti nella società e nei movimenti di massa.
Personalmente più di una volta ho posto la questione a più riprese laddove faccio attività politica. Ma ho solo riscontrato sottovalutazione. Per questo oggi ragiono su un’attività che non mi faccia perdere tempo ed energie. Agisco quando quanto meno vengo ascoltato e quando su questo tema esiste un dibattito costruttivo e finalizzato a soluzioni concrete. A fare il giornaletto anche web e la solita propaganda sono capaci tutti. Ma per risolvere la questione della comunicazione e dell’organizzazione occorre un’intelligenza collettiva.