Le manifestazioni a Cuba contro il governo e quelle all’estero, non sono esplosioni sociali spontanee. È innegabile che Cuba stia vivendo un picco alto della crisi sociale a causa del blocco criminale degli USA, acuito dalla totale assenza del turismo dovuta alla pandemia da covid. Ma questa situazione interna spiega solo in parte l’esistenza di sacche di malcontento orientate a un cambio di governo.
Gli USA hanno sfruttato questa situazione per finanziare e organizzare un’operazione finalizzata a destabilizzare il socialismo cubano e per intervenire sull’isola per un cambio di sistema. Il bloqueo serve a questo scopo: una pressione costante pronta a cogliere il momento opportuno. E per questo scopo c’è perfetta continuità tra Trump e Biden. Il “democratico” alla Casa Bianca ha colto l’opportunità preparata dall’inquilino precedente per assestare un colpo a Cuba. Ciò a dimostrazione della sintonia tra le due amministrazioni, tra dem e rep, nel voler distruggere ogni esperienza di indipendenza dal sistema capitalista a dominanza USA. Peggio se socialista.
I modi in cui gli USA penetrano nella società cubana sono diversi. Innanzi tutto le chiese protestanti, quelle che hanno sostenuto le campagne di Trump: un’accozzaglia di fascisti oscurantisti che imperversa anche in America Latina. Sono quelli che hanno contribuito all’ascesa del nazista Bolsonaro in Brasile.
Non appena a Cuba si è avuta un’apertura per le religioni, questi miserabili si sono fiondati a pesce e hanno iniziato a fare proseliti con le più evolute tecniche di marketing. Fomentare il malcontento e introdurre menzogne e valori consumistici misti a quelli oscurantisti religiosi è la principale attività di queste congreghe che fanno capo organicamente alla CIA.
Nei giorni della “rivolta” preparata, su un sito religioso girava un’offerta schifosa: 100 $ a chi vestito da poliziotto pestava un cubano, 200$ per il pestaggio di un bambino. Ci sono prove documentali per quanto asserisco.
Un’altra modalità si è sviluppata con la diffusione dei social e con l’uso generalizzato dei telefonini. Iniziava così un vero e proprio bombardamento mediatico volto anch’esso a spargere menzogne valori antisocialisti e a fomentare il malcontento. Soprattutto verso i più giovani che diffondendo questa merda possono avere benefit come soldi o ricariche sullo smartphone.
I social sono stati decisivi per organizzare la protesta: giorni prima sono partiti migliaia di bot e account falsi che veicolavano i contenuti di SOSCUBA. Con fiumi di denaro dalla mafia di Miami e dalla Casa Bianca.
Ma il tentativo è durato nemmeno tre giorni. Sono infatti evidenti le immagini di queste ore (a partire da quella qui sopra, in evidenza) di folla oceanica a sostegno del governo, del partito comunista e della Rivoluzione Socialista. I cubani sopportano queste condizioni, magari mugugnano pure, ma non sono disposti a barattere la loro indipendenza, la loro rivoluzione con le condizioni in cui versano tutti gli altri popoli oppressi dall’imperialismo yankee.
Basta solo andare ad Haiti, in Honduras: miseria, fame nera, repressione sanguinaria.
I nostri media fedelemente hanno fatto da addomesticatori delle nostre pubbliche opinioni, come già visto con il Venezuelae altri contesti. Sono organici a questa campagna della CIA. Dopo mesi di schifoso silenzio e occultamento sugli assassinii di massa in Colombia del governo Duque vassallo degli USA, hanno inziato a starnazzare e a ingigantire le manifestazioni dei gusanos a Cuba.
Anche la “sinistra”, sia quella di regime, che quella trotzkista e anarcoide, ha iniziato ad attaccare il governo cubano e ad appoggiare la campagna USA: i primi apertamente, i secondi di fatto, al di là delle vuote parole d’ordine roboanti a cui certo comunismo di sinistra (già ai tempi di Lenin) ci ha abituati.
È in questi frangenti che si vede chi sta con l’antimperialismo dei popoli e con il socialismo per come storicamente si è determinato, e chi invece segue sogni metafisici in modo massimalista e parolaio se non addirittura si schiera con il nemico, avendo sposato interamente il punto di vista capitalista e imperialista, piagnucolando semmai per i suoi risvolti più brutali.

Staino e le sue vignette che inneggiano alla democrazia borghese, Saviano che gira delle fake news esultando per i quattro mentecatti obnubilati dagli evangelici, spacciando l’immagine di una rovoluzonaria per un’anticastrista e togliendo l’immagine quando questa compagna ha protestato. Figure di merda che non vedrete mai nei nostri media, così come non vedrete mai le immagini di un popolo in lotta a fianco del suo presidente Miguel Diaz Canel.
Una parola la spendo per i parolai che fanno tanti guai. Non intendo riaffermare visioni tattiche e strategiche superate del marxismo novecentesco, legate ai contesti storici di allora. Ma è un dato di fatto che se certi ortodossi staliniani ci beccano non per analisi della situazione concreta ma per la rendita d’analisi e di posizionamento del socialismo che fu, è un dato di fatto che il trotzkismo si rivela ancora una volta un agente imperialista, di fatto, interno ai movimenti operai e alle sinistre di lotta.
Ma anche chi ha sottovalutato la portata di questa campagna e i suoi obiettivi politici generali ha le sue responsabilità di fronte ai movimenti antimperialisti, se proprio non si sente sodale col socialismo cubano.

In questi giorni ci sono alcune forze che in Italia si mobilitano contro il tour preparato a tavolino dagli evangelici e dalla CIA: sempre gli stessi provocatori in ogni città. Ieri a Bologna eravamo la nostra area (Potere al Popolo, Rete dei Coministi, Cambiare Rotta, USB) insieme a Rifondazione Comunista, i suoi Giovani Comunisti e la Villetta, a protestare contro questi gusanos. Ma gli altri?
Lo capiscono che se gli USA sfondano a Cuba, tutti i processo di avanzata delle sinistre in Cile, in Perù, il bolivarismo in Venezuela, in Bolivia, subiscono un colpo mortale? Lo avranno capito? Mi pare proprio di no.
Di fronte alla forte crisi internazionale acuita dalla pandemia, gli USA sanno bene che le sinistre antimperialiste hanno delle ottime argomentazioni a partire dai paesi del terzo mondo per puntare un cambio di sistema. Cuba è l’anello centrale di questo cambio, è la testimonianza evidente della forza di un popolo che progetta e agisce in autonomia un sistema economico-sociale e politico totalmente alternativo al capitalismo neoliberista.
Le condizioni soggettive, le contraddizioni sociali volgono a favore della rottura della “pace sociale” e dell’ordine prestabilito. Già da mesi gli esiti elettorali in Cile e Perù descrivono questa traiettoria.
Il nostro compito non è solo quello di far avanzare la lotta di classe nel nostro paese, ma, se siamo davvero comunisti internazionalisti, è quello di essere riserve strategiche nelle lotte di liberazione e di classe nei paesi dove l’imperialismo più attacca. Su Cuba non si cede di un passo: nessuno deve permettersi di inscenare manifestazioni create ad arte dall’imperialismo senza una risposta, senza presidiare il campo.
Ed è precisamente quello che abbiamo fatto ieri.
Con Cuba e la Rivoluzione Socialista Mondiale fino alla vittoria!
Alcuni link per saperne di più:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cuba_resiste_di_frei_betto/39602_42338/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cuba_credete_a_min_o_a_gramellini/39130_42320/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-un_esercito_di_bot_contro_la_rivoluzione_cubana/8_42333/