Come volevasi dimostrare, a Bologna abbiamo avuto una flessione numerica dei partecipanti del sindacalismo di base e altre organizzazioni al No Draghi Day: non più di 400 e neppure tutto il corpo militante della sinistra di classe. Assenti SiCobas e CUB.
In altre città sarà andata anche meglio pur nella solita autoreferenzialità, ma a Bologna nulla di paragonabile all’11 ottobre, né alla manifestazione No Green pass del pomeriggio, dove pure le parole d’ordine contro Draghi non si sono risparmiate, come potete vedere nel video qui sotto:
Dunque, prosegue la politica demenziale impostata dai gruppi dirigenti, il harakiri politico di gran parte della sinistra di classe che avevo preannunciato negli ultimi due post. Al di là delle sfilate e delle pantomime davanti alle sedi degli avversari, l’impatto delle regole fasciste sui luoghi di lavoro non ha come risposta una resistenza organizzata e unitaria allo scempio greenpassiano. E ciò si traduce in rimesse di tessere come in alcune realtà operaie venete, ma da mesi anche alla Tper di Bologna e chissà in quali altri luoghi di lavoro. Perché guarda caso, le lavoratrici e i lavoratori delle più diverse categorie che vanno in piazza con i no green pass sono tantissimi.
Prima o poi le dirigenze dovranno scendere a più miti consigli davanti alla sempre più dura e amara realtà. C’è da chiedersi cosa strologheranno per giustificare il ritardo politico e inserirsi nei momenti e nei movimenti dove avviene il conflitto sociale, quello vero. Ma anche una scelta tardiva ormai non potrà bypassare il discredito accumulato in questi mesi. Il movimento no green pass non fa sconti e si è già fatto un’opinione su una piccola sinistra che non ha sostenuto neppure per un nano secondo l’attacco del capitale e degli apparti dello stato contro le classi popolari nella gestione criminale e fascista della pandemia.
Se ancora non l’hanno capito la tendenza del fronte del sindacalismo di base e conflittuale non è di crescita di movimento e di consenso, ma al contrario è di riduzione delle mobilitazioni al solo corpo militante. Questo è il risultato di una politica ottusa e fallimentare. Non fa piacere rilevarlo, ma questo errore d’analisi è veramente disastroso per chi in Italia intende sostenere una via socialista alle contraddizioni economiche e sociali del capitalismo.
La necessità per i prossimi mesi è far crescere nel movimento una tendenza marxista rivoluzionaria con intelligenza politica, contrastando le tendenze nazional-populistiche determinate dai livelli di coscienza politica di massa, ma anche dall’incapacità ultradecennale di una sinistra rivoluzionaria nello svolgere un lavoro politico e culturale. Sono queste incapacità e incomprensione a lasciare spazio alle forze della reazione e ai fascisti, non certo la presenza nel movimento no green pass di qualche lungimirante comunista.