Dalla Francia al Cile è l’ora del…

Dalla Francia al Cile è l’ora del…

I fatti parlano chiaro, ma i tg no. I media occultano o spezzettano i fatti distorcendoli, facendo di tutto per non collegarli tra loro. Così, nella società globalizzata, dove un battito di farfalla a 12 mila chilometri fa cadere la borsa di Hong Kong, non ci sarebbe relazione tra la rivolta sociale in Cile e la lunga lotta dei Jilet Jaunes, che dura da più di un anno e che oggi riprende vigore con la mobilitazione permanente nelle piazze contro la legge sulle pensioni di Macron. Ma questa è la lotta di classe, bellezza!

La lotta di classe che sta invadendo il mondo sancendo l’improponibilità del modello neoliberale di questo capitalismo feroce nello sfruttamento, guerrafondaio e terrorista, distruttore dell’ecosistema, predatore di risorse, beni comuni, risparmi, vita. Non siamo noi eccedenze produttive nel ciclo di accumulazione capitalista, nella caduta tendenziale del saggio di profitto, eccedente come un’escrescenza cancerosa è questo sistema e prima lo si distrugge e meglio è.

Gli unici a non accorgersene siamo noi italiani. In questi anni ci è passato sopra di tutto, ci hanno precarizzato la vita con la distruzione dei diritti sul lavoro, ci hanno aumentato l’età pensionabile, ci hanno rapinato i risparmi con le azioni dei “capitani coraggiosi”, ci stanno smantellando il welfare regalandolo ai privati… e noi zitti. Chi osa dire qualcosa è il solito settario casinista che sogna ancora il soldellavvenir.

E invece avremmo molto da imparare dai nostri cugini d’oltralpe, invece di rinchiuderci nel nostro privato sempre meno rassicurante e sempre più a rischio. Ma accade che il maggior partito “di sinistra”, che è il maggior agente del neoliberismo nel nostro paese, il PD, vuole farci ingoiare quello che sarà il colpo di grazia per il nostro paese e la sua sovranità nazionale: il MES. Un meccanismo-organismo che perfeziona il giochino che ha distrutto la Grecia: sei già in ginocchio a causa delle politiche imposte dai trattati UE sul lavoro, il welfare, per la conseguente contrazione del mercato interno, in un quadro di crisi generale? Ti diamo soldi in prestito, ma solo se rispetti i parametri imposti, per cui altra austerità, tagli alla spesa sociale, peggioramenti di contratti e salari… Un giorno mi farai causa? Oppps, non puoi: sono un meccanismo dotato di assoluta impunità! Il grande usuraio le cui condizioni dovremmo accettare volenti o nolenti, perché il ricatto dei mercati finanziari è sempre presente.

E per far questo, il PD, che non può perdere le regionali emiliano-romagnole, pena il rischio di far cadere il governo proprio mentre sta passando ciò che più sta a cuore degli eurocriminali, il MES, si inventa la più riuscita operazione di marketing sociale, complici più o meno consapevoli quattro ragazzotti, con una cosa più o meno preparata, ma che poi diviene una macchina da guerra nel palcoscenico del sinistrismo antifascista ridotto a luogo comune. Come nel brano di cantato da Mary Poppins “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, qui basta un “Bella ciao” cantato da una massa di persone qualificate come “sardine” giustamente preoccupate per il clima razzista e fascista propagato dai Salvini di turno, e tutto torna a funzionare per far passare il peggio del peggio. E a sinistra sono contenti perché hanno ritrovato “il fiore del partigiano”.

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

Così siamo ridotti in Italia. Noi facciamo movimenti reazionari che si credono progressisti e che, indicando lo specchietto per le allodole del sovranismo populista, fanno passare le peggiori politiche di macelleria sociale e i dispositivi di comando che non potremo mai più ridiscutere.

Ma è questione di tempo. La situazione generale ci dice che l’intero sistema del capitalismo neoliberale non può reggere e che i popoli si ribellano. Questo ci dicono Francia, Cile, Colombia, Iraq, Iran, Equador, Bolivia, Argentina, Brasile e la lista si allunga. Loro, gli imperialisti ci provano con colpi di stato come in Bolivia, assassinii di indios e di manifestanti ecologisti come in Amazzonia, ma i popoli continuano la lotta. Questa è la traiettoria che stanno prendendo le contraddizioni sociali paese per paese. E presto o tardi, il “bella ciao” lo diremo noi agli imbecilli che credono di rifarsi a una Resistenza che è stata anche lotta di classe e guerra civile, ma che fanno gli utili idioti per il re di Prussia.