A dire il vero della morte di Berlusconi non me ne frega nulla.
La cosa sconcertante però è che una miriade di invorniti sinistrati se ne viene fuori con esternazioni da veri ignoranti e seguendo il mainstream che da anni occulta chi siano i veri responsabili e decisori delle politiche più reazionarie, guerrafondaie e imperialiste. Una torma di imbecilli così mi ha stupito: con commenti demenziali persino da personaggi, amici che credevo che per la frequentazione con Valerio Evangelisti avessero imparato qualcosa e che ho dovuto bannare perché capacissimi nel loro non capire nulla delle miei posizioni politiche di associarmi a qualche connivente con le destre.
Siamo all’idiozia pura. Una massa che si riconosce nei valori storici della sinistra, all’inizio di una guerra devastante, forse la peggiore di sempre, che non capisce da dove viene la direzione del colpo, chi mena le danze. E che danza in modo macabro su chi era già uscito di scena dal 2011, ad opera dei poteri forti che gli idioti stessi non riconoscono, tra un gnocco fritto e una serata culturale o sui diritti.
La sinistra, compresa quella radicale, dura e pura, che fa sermoni sciacalleschi, merita di sparire, merita il suo 1,4%.
Ben contento di avere preso un’altra strada, con persone, compagni o meno, che pensano liberamente e non fanno i pappagalli sui social con gli articoli e con qualsiasi cazzata provenga dai piccoli gruppi dirigenti che dall’inizio della pandemia fino ad oggi non ne hanno imbroccata una che una.
Ma andiamo per ordine. La gran cassa dei sinistrati è guidata dai soliti intellettuali organici alla rivoluzione colorata che di volta in volta prende la forma di pescetto come le sardine, ma anche di organizzazioni decotte della sinistra che dicesi antagonista anche dopo aver accettato le restrizioni pandemiche più feroci e il baratto della libertà individuale e collettiva con un po’ di falsa salvezza da sieri genici e i lauti profitti delle varie Pfizer, che alla fine riconducono ai manovratori dell’arcobalenismo nstrano: Black Rock, Vanguard…
Berlusconi è stato un uomo di potere e tante sono le sue manovre collusive con parti dello Stato e dei poteri occulti. Ma quello che fa diventare la vulgata antiberlusconiana un’arma di distrazione di massa è proprio l’essere rimasti alle belle battute di Paolo Rossi in Su la testa e ai cori da stadio mentre il cavaliere usciva dai palazzi del potere tra lazzi e monetine, mentre si compiva il primo vero colpo di Stato nel nostro paese. Era il 2011 ed è questo pezzo di storia occultata dai sinistrati, tra olgettine e vamolà Ghedini, il cavallo di Mangano e il bunga bunga, che rappresenta una distrazione che va avanti da decenni: altro che la tv spazzatura! La sinistra spazzatura che serve il re di Prussia, traffica in armi con la Colombia, cementifica e lascia il territorio nell’incuria fino ai peggiori disastri ambientali come in Romagna, privatizza la salute, distrugge i diritti sul lavoro, i salari, precarizza la forza-lavoro e via dicendo, ma a colpa è sempre della destra.
Alcuni esempi a random di una demenza impernte basata su luoghi comuni datati almeno 15 anni.
Tomaso Montanari, rettore dell’Università di Pisa, quello che in un documento che voleva essere la chiamata della sinistra radicale contro chissachi è stato apace di non usare mai parole come “capitalismo” e “proletariato”, si rifiuta di mettere a mezz’asta le bandiere: grande gesto rivoluzionario…
Concita De Gregorio trova da dire sulle “vedove” del cavaliere e ritiene eccessivo il lutto nazionale.
«Berlusconi – spiega Acerbo – è divisivo non per la cattiveria degli avversari ma perché ha perseguito costantemente la divisione e la contrapposizione spesso anche inventando il nemico.» Ossia, il segretario di Rifondazione (evito l’aggettivo per non disonorare la storia del movimento comunista) ribalta la frittata: se si tratta di invenzioni del nemico ne abbiamo a iosa proprio dalle parti con cui il suo partito ha fatto per decenni giunte: black-block, no-vax, putiniani. Il PD è maestro in fatto di criminalizzazione dei movimenti: un marchio di garanzia sin dai tempi del PCI negli anni ’70.
E si potrebbe continuare. A scendere troviamo sui social commenti che vi risparmio, ma che rappresentano gli umori più sordidi di una sinistra sinistrata, che non è stata in grado di fare uno straccio di analisi in questi 15 anni. E che ti fa dire, ma dov’era tutta questa gente negli anni del jobsact e della distruzion dell’art. 18? Dov’era durante i governi post-berlusconiani da Monti in poi, e oggi dov’è di fronte a questa guerra non certo voluta dalle destre, da Orban che va apprezzato per il suo boicotaggio in sede europea alle sanzioni e fornitura di armi.
La Danse macabre la stanno facendo proprio i sinistrati, perché danzando sulle spoglie di Berlusconi, che tra l’altro recentemente ha esternato alcune verità non apprezzate neppure dai suoi, come chi ha iniziato questa guerra e la necessità di gettare un ponte con Putin, in realtà danzano sull’orlo di una guerra mondiale sul nostro continente, cosa che riguarda tutti: popoli, cittadinanze, classi sociali lavoratrici.
E quindi distraggono dai veri nemici. Non mi fa imbestialire il lazzo contro la maschera dello zanni di Arcore, ma il far credere che il male stia lì e dall’altra la normalità. Questa è l’operazione che si affianca alle esternazioni e liturgie di facciata che nobilitano il cavaliere: un bel tandem che rappresenta un’Italia che va a passi da gigante e in modo bipartisan alla guerra.
Facciamo allora un gioco, quello della torre, per meglio capirci. Chi butteresti giù dalla torre? Berluscono o la Schlein? Io la Schlein senza dubbio, legata com’è con il suo PD ai poteri forti dell’atlantismo finanziario e delle multinazionali. Non certo lo zanni fuori gioco da molto tempo dai giochi veri di potere.
Butteresti giù Alemanno o Fratoianni? Fratoianni for ever, mosca cocchiera di chi sostiene i poteri forti di cui sopra. Andiamo ancor più sul forte…
Butteresti giù la figlia di Rauti o Draghi? Draghi a mille, l’agente della guerra imperialista e del totalitarismo delle oligarchie unipolari, il vero fascismo oggi e non le mazurke di Predappio alle quali potremmo giusto comminare qualche buona legnata. Perché il fascismo è il regime capitalista antidemocratico, brutale e sanguinario quando il regime normale, per ragioni interne o esterne non basta più. La guerra porto il fascismo e il fascimo legittima e impone la guerra. Con le ideologie e le narrazioni necessarie in un preciso momento storico, ma con la medesima meccanica totalitaria.
Ma tutto questo l’asineria sinistrata non lo capisce: esulta per la dipartita del cavaliere mentre in Ucraina, ad appoggiare i nazi della NATO ci arrivano le nostre armi.
Perde tempo in amenità, mentre le varie fazioni dentro il blocco atlantista, la NATO, discutono non se, ma quando e come ci sarà la guerra in Europa. Ragiona come se i centri di potere da cui i nostri governi bipartisan sono eterodiretti fossero paragonabili al periodo della Prima Repubblica.
Si fa scavalcare persino da personaggi di destra come Alemanno, si sofferma in sofisticherie che mettono sullo stesso piano chi da anni pianifica l’aggressione a Oriente da chi è di avanguardia di un mondo multipolare che vuole rompere con vincoli e posizioni di rendita, nel bene o nel male, non è un giudizio morale, ma politico, su cosa conviene a chi si batte per un mondo che va oltre il dominio imperialista guerrafondaio. Ma questo basta per prenderti del putiniano e dell’amico dei fasci anche da parte di chi ha conservato la bandiera rossa come quella del Milan.
In una situazione del genere, ogni governo, ogni paese, ogni forza che si batte per fermare la guerra e per affermare il multipolarismo è alleata e amica di chi vuole cambiare lo stato di cose presente. Uscire dal cul de sac dell’arcobalenismo, della “rivoluzione colorata” (ma solo finché c’è la Meloni), non è solo necessario, ma di vitale importanza per la sopravvivenza del pianeta di fronte a questo pugno di criminali irresponsabili, disposti al macello su vasta scala e all’autodistruzione pur di mantenere un’egemonia che nella realtà dei fatti non gli è dovuta né da un punto di vista dei rapporti di forza mondiali (economici, politici e militari), né da quello etico e morale.
Ogni inizativa che aggreghi la popolazione nella disobbedienza alla guerra in tutte le forme possibili, è fondamentale. Altro che cavaliere mascarato!
(Immagine in evidenza: The Dance of Death (1493) by Michael Wolgemut, from the Nuremberg Chronicle of Hartmann Schedel)