“La polizia è arrivata di fronte a casa di Dana, un intero quartiere di Bussoleno è militarizzato, ma si riesce ancora a raggiungere il presidio permanente attraverso le vie addiacenti. Un blitz in pieno stile per portare in carcere una donna, una compagna la cui unica colpa sarebbe quella di aver gridato le motivazioni del nostro No al Tav in un megafono. Ma noi siamo qui al suo fianco, non la lasceremo sola e non faremo passare liscia questa ennesima ingiustizia del forte sul debole. Raggiungeteci!”E’ l’appello dei NoTav a Bussoleno, una popolazione intera che vuole impedire l’ennesimo atto di uno Stato sempe più al servizio dei potenti. Dana è una donna che lotta contro quel mostro di speculazione che è il TAV e che per questo paga alla giustizia un conto: il conto degli speculatori dell’edilizia, dei mazzettari di partito, dei magistrati compiacenti e al servizio non della giustizia, ma della legge supina ai poteri forti.
Criminale non è Dana, ma i suoi persecutori.
E intanto i media oscurano i soprusi nostrani, nascondono la nostra repressione e parlano di Bielorussia. Oscurano i massacri e gli omicidi in Colombia e falsificano la gloriosa lotta del popolo venezuelano.