Faccio seguito al post precedente con una riflessione sulla presa di posizione di Mattarella riguardo la vicenda delle foibe, anche quest’anno nel giorno del ricordo. E alla presa di posizione del Partito Democratico sia riguardo il comunismo, con il voto al Parlamento Europeo del dispositivo che equipar comunismo e nazismo, sia riguardo il periodo della Resistenza titina al nazifascismo.Nessuno mette in dubbio che con la vittoria partigiana sull’esercito germanico in quella che poi sarebbe diventata la Repubblica Jugoslava socialista, vi furono fatti tragici e molti italiani furono costretti ad abbandonare il paese. Questo però fu il risultato di anni e anni di repressione, di eccidi e di distruzione della cultura slava, di impedimento a parlarne la lingua, che il fascismo compì contro quelle popolazioni nel nome dell’italianità.
Questo è un fatto importante che ci fa capire le ragioni profonde di una borghesia italiana, sia appartenente alla destra reazionaria, che quella europeista, nel voler riprendere o fisicamente o a livello di influenza politica ed economica quella regioni. Tanto più che anche in Croazia e in Slovenia si sono persi quei valori resistenziali, facendo permanere un nazionalismo, il solo che possa fare da argine alla vocazione imperialista delle classi dominanti nostrane.
Un’altra ragione è sicuramente quella di stravolgere le radici dalle quali ha preso il via la Repubblica Italiana: attaccare un pezzo importante della Resistenza e il Comunismo significa aggredire sul piano anche culturale ciò che è stato fatto o cercato di fare sul piano costituzionale: vedi la controriforma renziana a cui il popolo italiano ha risposto con bel NO. Il ragionamento è semplice: se sono mutate le condizioni storiche e politiche, da una grande avanzata operiaia e di classe sui diritti, il lavoro, nel dopoguerra si è passati a una restaurazione capitalistica di stampo neoliberale, anche la Costituzione e la narrazione sugli eventi che caratterizzarono il Ventennio fascista, il colonialismo italiano, la guerra imperialista a cui l’Italia partecipò alleata della Germania di Hitler, la presenza nei balcani, devono adeguarsi a un punto di vista che non è più quello dell’antifascismo, che di fatto sottende alla lotta di classe e alle conquiste popolari del Novecento. Questo è il vero nodo politico.
E’ il nodo politico agitato da una borghesia pezzente, da un capitalismo straccione, forte con i deboli e debole con i forti. Perché l’atteggiamento verso i paesi limitrofi a est non è lo stesso di quello della vicenda libica, dove potenze ben più forti della nostra ci stanno estromettendo, ENI in primis, dal controllo di quell’area ricca di gas e petrolio. Su questo torniamo europeisti, vassalli di una borhesia imperialista contimentale dominante, che ha le sue sedi a Berlino, Francoforte, Parigi.
Il PD come la Lega sono gli “esimi” rappresentanti, in un modo o in un altro, di questa borghesia pezzente: quella più europeista e quella sovranista, capace solo di speculare sui beni dei cittadini, come il grande carrozzone delle opere pubbliche (vedere la TAV), o la spasmodica ricerca di un consenso elettorale e di un mantenimento delle proprie clientele, attraverso la distruzione dello stato nazionale con l’autonomia differenziata, creando cittadini di serie A e di serie B persino dentro le regioni che beneficeranno di questa situazione.
Oggi più di ieri sappiamo che questi ceti dominanti faranno di tutto per annientare la sola idea di lotta per l’emancipazione sociale delle classi popolari subalterne. Faranno di tutto per ingessare ciò che resta degli spazi democratici in una sorta di generico formalismo. Costori sono gli emissari della borghesia imperialista, i quali si differenziano tra loro semplicemente per degli interessi specifici espressi dai vari comitati d’affari.
Oggi più di ieri la nostra lotta deve essere fatta di battaglie culturali, riprendendoci gli spazi che ci sottraggono, ma soprattutto nella crescita di organizzazione e iniziativa di classe dare alle masse ciò che consente loro di esercitrae democrazia direttae decisionalità: la comunicazione orizzontale.