I compiti della sinistra rivoluzionaria che ha compreso le politiche imperialiste autoritarie

I compiti della sinistra rivoluzionaria che ha compreso le politiche imperialiste autoritarie

Ora che l’ondata di lotte anti-autoritarie contro le restrizioni pandemiche è in pieno riflusso, occorre lavorare all’organizzazione delle varie componenti politiche che sono rimaste come corpus militante.

I compagni  della sinistra rivoluzionaria di classe che hanno compreso il carattere antagonista di queste lotte e sono andati al di là delle vulgate che hanno frenato e deviato la gran parte della sinistra di classe fino alla complicità con l’attacco delle oligarchie imperialiste alle classi popolari e lavoratrici, e hanno sviluppato un percorso politico interno al movimento, devono portare in dote a queste componenti il meglio dell’esperienza della sinistra rivoluzionaria e dei comunisti.

È compito nostro lasciar fuori il peggio: le guerre di scuderia, per le teste dei cortei, per rivendicare una sorta di purismo, tutte abitudini quindi di routine che vecchie guardie scellerate che oltre a non aver capito la fase attuale stanno trasmettendo tutta questa merda alle nuove generazioni, e introdurre il meglio: il senso della condivisione, il collettivismo, la messa al centro non della propria parrocchia, ma il movimento nel suo insieme.

Quando le cattive tendenze si palesano, ciò è sintomo delle contraddizioni borghesi (in seno al popolo) dentro il movimento e vanno combattute queste, non i soggetti in quanto tali, tenendo aperto il confronto.

Ciò fa parte  anche della battaglia politica contro quella parte di borghesia che si è ribellata al comando del grande capitale, con lo scopo di affermare la centralità del proletariato in un processo antagonista, sia di classe e internazionalista che patriottico anti-neocolonialista e antimperialista contro UE, USA e NATO.

Lo sto sperimentando nel contesto in cui opero, dove la ricomposizione di realtà politiche pone queste contraddizioni in agenda per un lavoro dei comunisti e dei libertari.

Le attuali organizzazione operaie e sindacali della sinistra di classe sono come le organizzazioni socialiste e sindacali degli anni ’30 in Europa: del tutto inadeguate a sostenere il conflitto sociale e l’avvento del fascismo, che oggi non si configura più con l’orbace e il manganello ma segue le linee biopolitiche e tecnologiche del controllo digitale connesso alle forme di restrizione dei diritti più elementari di fronte alle “emergenze” create ad arte dal regime oligarchico imperialista.

Non è un caso che l’Italia, la cui classe dirigente di 40 anni fa e passa della Prima Repubblica come quella attuale di emergenza, se ne intende eccome. E per questo sia stato il banco di prova del grande attacco pandemico, che oggi è chiaro è partito dai biolaboratori per una guerra batteriologica esercitata sul fronte interno. E le misure mai prese durante il covid sul welfare e la medicina di territorio, ma anzi le speculazioni criminali a vantaggio della finanza e dell’industria farmaceutica multinazionale stanno a dimostrarlo.

E allora, si tratta di costruire un’organizzazione del conflitto sociale e antagonista di tipo nuovo, partendo dalla seguente considerazione.

So di dire cose che gran parte dei vecchi compagni delle organizzazioni comuniste tradizionali non capirà. Eppure il percorso dagli anni ’70 è il medesimo e io non solo non rinnego nulla, ma rivendico persino una continuità politica. Bene, rispetto l’anglosfera oligarchica e atlantista siamo come un paese dell’America Latina degli anni ’60: necessitiamo di peronismo patriottico. Senza parti della borghesia nazionale non si va da nessuna parte.

Tutto sommato non c’è nulla di nuovo. Ascoltare un brano degli Inti Illimani…  e pensare che tra un paese imperialista minore e uno del terzo mondo sul piano dei rapporti politici di forza con l’imperialismo dominante non c’è alcuna differenza.

Ergo, il commerciante, l’artigiano, il titolare di imprese di servizi, il lavoratore autonomo sono nostri alleato. Altro che vetrine rotte!

Nell’attuale situazione politica nel cosiddetto 90% abbiamo una massa di lavoratori che ancora oggi si affidano alla triplice concertativa CGIL-CISL-UIL per questioni specifiche e che in parte a partire dai settori più garantiti conservano ancora una certa fiducia in queste burocrazie che nella realtà dei fatti hanno svenduto gran parte delle conquiste sociali e sul lavoro ottenute in decenni di lotte.

Di contro abbiamo due esigue minoranze che non si incrociano: il sindacalismo conflittuale e di base e dall’altra un corpus di attivisti sociali cresciuti nella resistenza popolare alle restrizioni pandemiche. Di fatto i secondi hanno notevoli potenzialità, dato che il fronte sindacale “convenzionale” della triplice ha vissuto forti contraddizioni sociali con le restrizioni pandemiche e determinate questioni come le sospensioni, le restrizioni delle libertà sono state vissute trasversalmente. Cosa che un corpus militante delle organizzazioni politiche e sindacali della sinistra di classe non ha per la solita logica del leaderismo autorevole. Questo vulnus della sinistra di classe ha aperto a presenze di destra nella massa critica delle lotte sociali di questo triennio, e solo grazie alla presenza di realtà antagoniste della sinistra rivoluzionaria (Assemblea Militante, Assemblea Romana contro il Greenpass, Assemblea Antifascista Bolognese contro il greenpass, No Tav contro il greenpass e altre) è stato possibile arginare questa disfatta e questa linea politica avulsa dallo scontro politico nel paese.

Sulla base degli elementi politici di questa sinistra di classe è pressoché impossibile costruire organizzazione antagonista e ricomporre in un fronte antimperialista quegli spezzoni politici che portano in sé le espressioni più genuine di una rivolta sociale che ha riguardato gran parte del paese. Mentre nonostante i limiti organizzativi dei “transfughi” è tuttavia possibile ragionare su nuove forme di organizzazione politica dei comunisti, della classe e di un fronte comune. Cosa che i francesi del resto sanno già fare piuttosto bene. Non è un caso che FI e CGT si siano mobilitate contro il pass sanitaire, oltre la loro costante presenza al netto qualsiasi tricolore d’oltralpe nell’antagonismo popolare francese.

Se c’è qualcuno nella sinistra rivoluzionaria che nel “peronismo” italiano può essere “montonero”, ebbene questi è proprio dentro le componenti marxiste rivoluzionarie presenti in tale movimento. E che nel riflusso proseguono il lavoro militante, sul terreno della guerra imperialista e della lotta politica e popolare contro i biolaboratori di guerra (vedi la manifestazione di Pesaro del 1° maggio), contro le basi NATO e le armi nucleari presenti in Italia e contro l’invio di armi in Ucraina da parte dell’ennesimo governo servile e traditore del popolo italiano, che ricordo essere uno dei tanti dello schieramento bipartisan filo-imperialista che va dalle destre alle cosiddette sinistre.

Limitare l’attività contro la guerra e l’invio di armi, senza vedere il filo nero che lega le emergenze del capitale e del suo warfare, della sua guerra sociale interna contro i popoli ed esterna contro la altre potenze capitaliste che vanno affermando un nuovo ordine mondiale, del tutto preferibile con il multipolarismo, ha portato questa sinistra radicale ambigua a rinchiudersi in un cul de sac. Dal collaborazionismo pandemico non è nato nulla di buono.

Il contesto in cui opero è divenuto un laboratorio politico per la sinistra rivoluzionaria e per tutte quelle forze del dissenso che ricostruiscono un percorso collettivo comune, al di là di ideologismi asfittici e di vecchie visioni su fascismo e antifascismo, che servono solo a liturgie rassicuranti, ma non tengono certo lontani i fascismi vecchi e nuovi.

Se il fascismo è lo strumento repressivo classista più brutale delle classi dominanti, l’altra faccia della democrazia borghese, oggi che le democrazie liberali sono solo il loro simulacro svuotato anche dei contenuti democratici più basici, e che si profila uno strumento totalitario più pervasivo, tecnologico e biopolitico, riproporre le vecchie dinamiche di sempre significa solo affrontare un esercito moderno ed efficiente con le armi spuntate del medioevo.

 

Qui: variante-indisciplina-web è possibile scaricare l’opuscolo dell’Assemblea Romana contro il Greenpass