Il capolinea della mancanza di critica

Il capolinea della mancanza di critica

Siamo a metà dicembre e i contagi da covid aumentano, così come gli ospedalizzati. La colpa viene data ai “no vax”, che ormai rappresentano una percentuale della popolazione vaccinabile al di sotto del 20%. Ma viene data anche alla variante Omicron, che dicono essere contagiosissima, anche se la sua letalità non è stata ancora accertata.

Ma il punto vero, che rivela il carattere non solo liberticida,ma anche criminale del dispositivo green pass e super è che i vaccinati girano tranquillamente forti della tessera, contagiano e vengono contagiati e spesso finiscono anche all’ospedale. Non solo, persino i tempi in cui l’effetto di questi vaccini nel rendere meno grave la patologia (ma chiamiamole terapie semmai! Visto che non immunizzano) sono di pochi mesi, mentre la durata del green pass arriva a nove. Una licenza di contagiare.

Su tutto questo la sinistra che si vanta di difendere gli interessi dei lavoratori e che progetta un cambio sociale anticapitalista non ha niente da dire, nulla per cui mobilitarsi, non si chiede neppure il perché di quanto sta accadendo?

È una situazione intollerabile, di sospensione di fatto di qualsiasi critica politica e prassi che si ritenga realmente antagonista.

Non è scontato infatti dire che in ballo c’è la salute collettiva, stuprata dagli interessi stratosferici di case farmaceutiche sulla quali i soliti fondi, da Vanguard a Black Rock, hanni investito miliardi di dollari. Hai voglia di parlare di eliminazione dei brevetti nel nome di una vaccinazione universale, quando il problema è la cura nel suo complesso ai tutti popoli, che non può essere ridotta ai soli vaccini per i limiti che hanno dimostrato!

È cretinismo scientista evitare ogni critica sanitaria, non sentire ogni voce discordante (e di autevoli ce ne sono), nemmeno considerare come fanno Speranza & c., le terapie alternative al vaccino che pure ci sono e che possono essere portate avanti in base allo stadio della malattie e alle caratteristiche del singolo paziente, come qualsiasi sanità seria farebbe. O gli scampoli di un “collettivismo” forzato (abbiamo visto) fallimentare si esplica nella pillola rossa, pillolu blu da caserma per tutti indistintanente?

Ma lo capiscono i comunisti da realismo sovietico con statua uomo donna con falce e siringa in pugno, che un approccio olistico (che certo comprende anche le vaccinazioni, ma non solo quelle) costa e che in questo modo il governo (come il precedente) sta risparmiando sulla sanità? Blaterano solo di liberalizzazione dei vaccini? Come costano la sanità di territorio, l’assunzione di nuovo personale, una sperimentazione a 360°.

Ma lo capiscono, i nostri scampoli di un comunismo novecentesco che evidentemente deve ancora fare tanti conti con le tare del passato, che se uno scopo è la massimizzazione del profitto sulla pelle di centinaia di milioni di persone, l’altro fine è il passaggio autoritario che apre le porte a una società del controllo sociale, dove la democrazia anche solo borghese è un pallido ricordo?

Dunque, se guardiamo all’atteggiamento politico e anche “scientifico” di questi piccoli timonieri, vere anticaglie del passato, questo risulta non solo inadeguato, ma anche complice della gestione criminale e lucrosa della pandemia. Da questa visione antiscientifica e antisanitaria deriva la posizione reazionaria verso il movimento di massa (e questo sì antagonista) contro questa gestione criminale. Altro che antifascismo, davanti al nuovo fascimso tecnocratico e biopolitico!

Per questo, occorre guardare altrove, confidando semmai che alla spicciolata le compagne i compagni che comprenderanno questa svolta, nel perdurare e peggiorare di questa situazione, presto o tardi arriveranno. Lasciando i piccoli burocrati da strapazzo che stanno portando la sinistra di classe e rivoluzionaria al suicidio, dopo decenni di ininfluente attività di cortile.

Troppo comodo parlare di “no vax” e fascisti per liquidare la questione. E certo, anche al netto di posizioni spesso oscurantiste presenti nel movimento di massa, come in ogni rivoluzione sociale, è quello il terreno su cui saldare le istanze del lavoro, del welfare, dei bisogni sociali, con la necessità di rompere questa gabbia oppressiva che ci stanno costruendo attorino. Tutto è collegato e non vederlo è da imbecilli.