Il cortile

Il cortile

Un’altra occasione persa. il 4 dicembre scenderanno in piazza i sindacati di base per il No Draghi Day, ma il blocco di alcuni tra cui USB e SGB, non hanno fatto inserire come istanza il non al green pass, che pure sta creando un sacco di problemi a milioni di lavoratrici e lavoratori.

Ovviamente io sono con la manifestazione del 4 e ne condivido le rivendicazioni. Ma sarà il doppione di quella dell’11 ottobre scorso: tante belle sfilate, magari un po’ più unitarie e partecipate, ma poi finisce la ricreazione e il giorno dopo si è punto e a capo.

Il SiCobas non è tra i firmatari e forse qualcosa vorrà dire. Ma al di là dei dettagli, la sinistra di classe, quella antagonista, si è dimostrata del tutto inadeguata a sostenere il conflitto sociale nel nostro paese. Questo è il dato di fatto. Piccoli gruppi dirigenti abituati a vivere di rendita nel loro cortile non hanno elaborato alcun analisi su questo passaggio autoritario e di conseguenza non hanno messo in campo alcuna tattica adeguata.

Si sono rifugiati nell’economicismo, quanto più di anti-leniniano si possa concepire. Anzi, ormai è evidente che decenni di attività politica erano in realtà economicismo. Economicismo nell’approccio con la Cina (il socialismo dai tratti originali…), economicismo nell’analisi delle contraddizioni del capitalismo: come l’arrivo tardivo e del resto strumentale su temi come la decrescita in relazione oggi proprio al produttivismo cinese…, la totale assenza in quella parte di scienza che rompe le frontiere della fisica e della chimica, che oggi con la bio-ingegneria e le tecnologie degli algoritmi, introduce la potenza del comando capitalistico sulla società verso il transumanesimo.

Il passaggio del 4 sappiamo già che andrà ancora nel nulla inconcludente e resterà solo la lodevole testimonianza militante delle tante e tanti compagni che davanti al potere ormai assoluto del liberalfascista e globalista Draghi sono impotenti.

Una saldatura con il movimento no green pass avrebbe consento:

a. di attestarsi all’epicentro del conflitto sociale e di classe, dato che il green pass costituisce l’avvento di un comando classista disciplinare a partire proprio dal rapporto capitale/lavoro.

b. di far crescere una forza classista e rivoluzionaria dentro un movimento “badogliano”, dove sul piano della cultura egemone la fa da padrona la piccola e media borghesia, con punte reazionarie e clerico-fasciste

c. di contrastare quindi quella frazione di borghesia perdente e in conflitto con il grande capitale monopolistico multinazionale, che cerca di riorganizzarsi e di avere più potere proprio attraverso il movimento no green pass, per poi, come sappiamo, mollare tutto una volta ottenuti i risultati di bottega.

Non è un’analisi difficile da fare, ma per chi ha ancora una visione scientista dell’800, e campa sulle magnifiche sorti di socialismi fittizi, non è facile arrivarci.