Il dogma occidentale della democrazia

Il dogma occidentale della democrazia

“Gli americani hanno le idee chiare sui buoni e sui cattivi, chiarissime. Non per teoria, per esperienza, i buoni sono loro!” (Giorgio Gaber)

Le elezioni in qualsiasi paese del mondo sono regolari solo se l’esito è gradito a Washington. È il postulato della democrazia liberale, che in termini più estensivi con il concetto di esportazione della “civiltà” è la democrazia delle cannoniere, dei corpi speciali di intelligence, dei terrorismi sotto falsa bandiera, delle sanzioni e degli embarghi, dei colpi di stato. Quella che viene definita “guerra ibrida”.

Il postulato si basa in concreto sull’impossibilità (pena le conseguenze sopra descritte) di poter decidere attraverso elezioni democratiche, le stesse tanto decantate dall’Occidente USA-UE-NATO, quali politiche, quali alleanze. De Gasperi è considerato un grande statista da tutte le forze politiche nostrane, ma in realtà è stato il complice di una politica di condizionamento del nostro sistema democratico-parlamentare. In caso di vittoria elettorale del PCI, era pronto un bel colpo di stato come quello dei colonnelli in Grecia, o in Cile contro Unidad Popular e il suo presidente Salvador Allende. E tutte le manovre dei nostri servizi sin dai tempi del SIFAR e poi del SID, che vanno sotto il nome di strategia della tensione, con bombe a manovalanza fascista, Gladio, Stay Behind fanno da corollario a questo dogma liberticida e antidemocratico che dalla Prima Repubblica ha segnato i destini anche della Seconda.

Tutt’oggi lo scenario politico reale è quello di un controllo ferreo della società italiana e delle sue istituzioni che non possono uscire dai binari della geostrategia atlantista. Così come il “pilota automatico” così bene descritto da Draghi in economia. Sì, perché al condizionamento strategico si è aggiunto quello economico a cavallo della fine e dell’inizio del terzo millennio, con la nascita della moneta unica e dell’attuale configurazione reazionaria e neoliberista europea, basata su dei trattati che obbligano i paesi a determinate politiche antipopolari a vantaggio dei mercati e della speculazione finanziaria.

In realtà allora, quello che viene spacciato per “mondo libero” non è altro che un grande meta-totalitarismo in un quadro di aggressione permanente verso i paesi e i blocchi geo-economici competitori, verso i paesi e i popoli che non accettano la dottrina predatoria neoliberista e il controllo politico-militare su cui si soregge tutta la baracca imperialista, scossa da crisi economiche che sono riassunte in un’unica grande crisi sistemica e strutturale insita nel modo di produzione capitalistico stesso, nella caduta tendenziale del saggio di profitto, dato dalla sovraproduzione di capitali e di merci.

Purtroppo è ben riuscito il lavoro sporco fatto in questi decenni sul piano della cultura sociale con i mezzi di comunicazione di massa in mano a pochi editori che sono anche organici al sistema finanziario e al deep state, ha realizzato quello che i centri di potere, Trilateral, Bildelberg, si erano prefissati: creare una pubblica opinione docile e lobotomizzata, totalmente incapace di qualsiasi afflato critico, di conoscenza e coscienza di quanto sta accadendo nel mondo e nelle vite di miliardi di persone. Questo è un terreno così importante e dirimente, che le “sacche di resistenza” vengono attaccate sia sul terreno legale (nuove leggi) che pratico (i grandi provider e social come Facebook e Google che censurano), accusate di propagare bufale… quando le bufale, ossia un’autentica opera di selezione e falsificazione delle notizie viene operata proprio dalle cenrali della comunicazione di regime.

In questa “realtà” costruita artificialmente dall’informazione, governi nazisti ma graditi agli USA e all’UE come quello Ucraino diventano democrazie, una golpista boliviana come la Añez diventa paladina della democrazia nel rovesciare il presidente Evo Morales e instaurando un regime sanguinario e razzista nel suo essere suprematista e anti-indio. Un paese come il Venezuela, una democrazia che in 20 anni ha tenuto ben 20 elezioni, tante che nessun paese occidentale può vantare una cosa simile, è per antonomasia, perché stabilito da padroni del campo atlantista, un regime totalitario.
È un mondo completamente rovesciato, dove gli stati canaglia come USA e Israele sono campioni di democrazia e chiunque dissenta è paese canaglia per definizione.

Dunque, con un mondo rovesciato e un’opinione pubblica che cammina a testa in giù, diventa difficile sostenere che il re è nudo! Eppure è l’unico modo: agire sulle contraddizioni del nemico rivendicando giustizia sociale, vero potere popolare, lavorando incessantemente sul piano culturale, legando in filo rosso lotta con ricerca e diffusione di conoscenza della realtà è oggi ciò che si può e si deve fare resistendo a ogni attacco liberticida: antifascisti messi al bando dalla magistratura con dispositivi rimasti dai tempi del fascismo, azioni illegali dei potentati che hanno mano libera in Val di Susa coperte dalla polizia, violenza poliziesca su lotte operaie, occupazioni abitative e sociali, sanzioni pecuniarie per chi lotta, il paese è segnato da una vera e propria guerra sociale dall’alto contro il basso che ogni governo, di destra o sinistra che sia, porta avanti con le medesime misure. Medesime sono le misure sui migranti, di contenimento complice con i tagliagole libici.

Ma la domanda è: fino a quando questo regime potrà fare affidamento su una popolazione drogata? Visto che queste contraddizioni non le risolve, ma seguendo gli appetiti arroganti delle classi dirigenti, intende imporre con la violenza e l’inganno l’ingiustizia sociale, presto o tardi questo giochino è destinato a rompersi.