Chi ha sottovalutato le misure paranaziste di questo ultimo anno e mezzo, forse non capirà nulla neanche adesso.
Tra coprifuochi e divieti a uscire di casa, oggi con molta facilità si impedisce ai cittadini di andare in una parte della città, in una zona. Pensiamo solo in quante altre occasioni utilizzeranno questa limitazione delle libertà civili. Ormai ci hanno preso gusto.
Così diventa cosa normale che la giunta Merola a Bologna, per contrastare la movida serale di tanti giovani (e meno giovani), con la scusa dei contagi, adotti come misura l’interdizione al passaggio per piazza Aldrovandi, salvo ragioni di consumo nei licolani fighettari.
Dunque il cittadino virtuoso non è il giovane un po’ fricchettone che consuma per strada una birra da pochi centesimi presa da un pakistano, ma il sinistrato di successo, ammanicato in Comune, o mnager subappaltista da cooperativa che naviga come uno stronzo nel liquame lungo le tappe più significative della città vetrina che il PD ha impostato con la sua politica di speculazione e gentrificazione totale fino a FICO.
Sul tema è ben attivo anche Lepore, il candidato sindaco del PD e della coalizione di sinistrati, che sulla movida ha subito plaudito all’ordinanza fascista di Merola:“Ho chiesto un incontro a sindaco, prefetto e questore. Il centro storico di Bologna soffre di notte e di giorno. Problemi diversi tra loro, ma che necessitano di un piano immediato e straordinario, che spetta mettere in campo a prefetto, questore e sindaco”
Giusta la replica della nostra candidata a sindaco Marta Collot per Potere al Popolo che ha puntualizzato come quello della giunta sia un:
“Modello marcio di vita sociale propinato ai giovani da tempo a questa parte. Un modello fatto di chiusura di spazi di aggregazione dal basso, commercializzazione a tutto spiano, baretti, alcool e cibo da quattro soldi”
Ma oltre a questo, come ho rilevato all’inizio, ormai con la pandemia il controllo sulla libertà di movimento è un dato acquisito che peserà sulle libertà più elementari dei cittadini.
In ballo dunque c’è ben altro che un semplice modello economico-sociale, quando questo viene imposto con misure da regime totalitario: la mutazione antropologica nello stesso paradigma di sistema prefigura un mondo fascista da terzo millennio fatto di tracciabilità, controllo capillare sui corpi e sulle menti (già vediamo la repressione su scrittori non graditi, attivisti, blog, siti ecc.), che va da una semplice ordinanza comunale ai social passando per polizia e magistratura.
Questi hanno letto Orwell. Ma alla rovescia.