Adesso minimizzano. Quanta gente sarà stata infettata ma non si saprà mai. Le fabbriche devono funzionare, i negozi aprire e poi le strutture ospedaliere, che già hanno tende da campo esterne, andrebbero al collasso. Dopo l’allarme sociale, chi sta al comando impartisce il contrordine: normalizzare.
E a ben guardare, qualcuno ci avrà già ragionato su. Chi non la scampa? Di solito gli anziani, soprattutto in condizioni pregresse molto cagionavoli: cardiopatici, diabetici, asmatici e in BPCO. Il Covid-19 il virus perfetto, nevvero? Nell’era in cui Christine Lagarde, prima a capo del FMI e oggi dell’UE, lancia la parola d’ordine: “dovete morire prima”, il coronavirus capita a proposito.
La Cina è lontana. Lontano è quel paese dove in dieci giorni si costruiscono due ospedale per far fornte agli ammalati. E’ lontano il welfare pubblico di un paese che mette al centro dal 1949 lo Stato e i suoi piani economicic e sociali. Qui ormai non se ne parla nemmeno più di centralità del pubblico sul privato. Solo quando si tratta di salvare degli speculatori: socialismo per le perdite e capitalismo per le plusvalenze. Così va.
Qui nemmeno se ne parla di abbandonare la politica delle privatizzazioni che ha devastato il pubblico come la sanità e oggi non sappiamo dove sbattere la testa. Giusto qualcuno avanza l’ipotesi di chiedere mratorie all’UE per far fronte all’emergenza, ma c’è da scommetterci che i maiali in cravatta di Bruxelles faranno orecchie… da mercante ovviamente.
Intanto l’autonomia differenziata va avanti, senza che nessun politico colleghi questa finestra aperta alle prossime privatizzazioni con l’attuale situazione.
Se non comprendiamo alla svelta che il capitalismo ci porta solo miseria e distruzione, siamo votati alla fine delle nostre comunità. basta solo un’emergenza e neanche grande come questa.