Il Maltempo e il Monopoli

Il Maltempo e il Monopoli

Mentre il paese smotta e crolla, i tg ci danno la notizia di piogge e maltempo. Eh sì, sono loro la causa. In Giappone hanno tifoni, noi abbiamo la pioggia.
Se non ricordo male però, qualche decennio fa non c’erano notizie: crolla un ponte per la pioggia… continua a piovere… ecc. Cos’è successo in tutto questo tempo? O meglio: cosa non è successo?

È successo che se non fai manutenzione e non intervieni periodicamente sulle infrastrutture, queste che non sono eterne e inossidabili, si deteriorano e vengono deteriorate delle forze della natura.
Quindi la notizia non è il maltempo: quello c’è sempre stato e sempre ci sarà. La notizia dovrebbe essere: pubblico e privato non fanno nulla per le nostre strade, ponti, per l’urbanistica, cementificano su frane, terreni fangosi, le privatizzazioni peggiorano il tutto, Autostrade-Atlantia-Benetton resta dov’è con la faccia come il culo dopo la vicenda del ponte Morandi a Genova, i trattati UE impediscono una normale politica di contrasto al dissesto idrogeologico e risanamento se mai qualche amministratore avesse l’intenzione di adottarla, vanno avanti solo le opere dove il mangia-mangia è garantito, si spendono soldi per la TAV, inutile e dannosa, per gli F35 ma non ci sono soldi per intervenire sulle infrastrutture, non si lavora per creare una rete ferroviaria umana in Sicilia e ce ne sarebbe ancora tanto da dire.
Però i mezzibusti televisivi ci parlano del maltempo come se fosse un bollettino di guerra, come se la natura si fosse risvegliata all’improvviso (come del resto ogni tanto fa, ma per terremoti e uragani, non per una normale pioggia autunnale…) e senza pietà piombasse sulle strade e sulle case che come il Monopoli, una volta costruite, secondo l’ignavia degli amministratori e dei politici, non hanno bisogno di null’altro, restano lì sul paese tabellone, insieme al funghetto e alla candela, che sulle strade ci dovrebbero passare senza finire nella voragine.
E così nessuno però finisce in prigione senza passare dal via. E tutti ritirano sempre le ventimila lire.