In ricordo di Roberto

In ricordo di Roberto

Il mio intervento di ieri sera a Villa Paradiso, in memoria dell’amico e compagno Roberto Sassi.

Me lo ricordo ancora, credo in via Zamboni in zona universitaria. Me lo sono trovato davanti, con una sua domanda secca: sei con noi o con loro? Io studente medio come lui, sapevo a mala pena delle divisioni interne, Autonomia Operaia da una parte, Autonomia Operaia dall’altra.

Io risposi: con loro, ma non sapevo che in realtà, anche se i Settanta e gli Ottanta hanno fatto la loro storia, nei decenni a venire ci saremmo ritrovati tante volte.

E a quel tempo me lo ricordo ancora nella mia scuola: le Sirani, in una sua incursione da esterno insieme a Manlio: facevano la sceneggiata del poliziotto e dello studente incatenato nel salone Allende dove si teneva un’assemblea, con i figiciotti stralunati.

Ecco, ci ha lasciato un amico fraterno, un compagno straordinario, un gigante, un combattente comunista della vecchia generazione.

Robby, Roberto Sassi se ne è andato in una calda giornata di luglio, all’improvviso, lui che aveva viaggiato nelle terre più lontane, dall’India al Nepal, è stato trovato esanime nel parco sotto casa. Una perdita atroce quanto irreparabile per tutto il movimento antagonista, quella di un comunista, di un rivoluzionario per il socialismo da sempre, sin da quando giovani ci trovavamo al bunker in piazza Verdi e oggi sempre con la sua analisi puntuale e la sua disponibilità al confronto, a sostenere le compagne e i compagni tutti, verso chiunque, con i suoi consigli, espressione di una profonda conoscenza della sapienza medicale cinese.

Dopo la mia operazione al cuore è stato al mio fianco a consigliarmi, nelle problematiche che dovevo affrontare nel cambiare la mia vita sul piano terapeutico, senza mai sopravanzare ciò che avrei dovuto fare secondo la medicina ufficiale, ma spiegandomi aspetti importanti.

Il suo rapporto con la scienza non è mai stato dogmatico: lo si è visto nei suoi profondi studi di filosofia politica, politica economica, linguistisca e semantica, dando un apporto prezioso a tante e tanti compagni, gruppi di studio, situazioni di movimento, forze politiche e sindacali nel corso di questi decenni.

Mi ricordo ancora i corsi di marxismo che teneva in strada maggiore ai tempi della contraddizione con il suo inseparabile e nostro grande amico Sergio calzolari.

In questi ultimi tre anni, ha saputo comprendere ciò che stava accadendo nel nostro paese e nel mondo. Ciò che si andava preparando con la pandemia verso la guerra imperialista della NATO.

Un compagno con il quale, insieme a lui e al nostro Valerio Evangelisti, ho avuto l’onore di ragionare e confrontarci per poi esternare (1), non compresi dai più, tutte le nostre perplessità nei confronti di una scienza non certo neutrale ma classista, di una medicina del profitto e delle sue logiche liberticide che stavano dietro le restrizioni pandemiche, il green pass, il lockdown e il ricatto sui sieri genici di big pharma che ha devastato la vita a migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori, le classi popolari. 

Mentre buona parte della sinistra di classe senza  comprenderne la portata cedeva all’attacco di una nuova forma di totalitarismo biopolitico e iper-tecnologico, Roberto ha saputo vedere oltre anche rispetto la sua stessa organizzazione(2), comprendendo senza demonizzarle le scelte diverse che altri compagni facevano, tra cui il sottoscritto, condividendole nella sostanza ma non nella prassi. Non condividendole per due ragioni che personalmente comprendo e che alla fine dei conti evidenziano la sua lungimiranza: una è la necessità di mettere al centro l’organizzazione e con essa la crescita dei giovani compagni che ha amato e curato oltre ogni limite. E su questo è stato di una coerenza assoluta. E altra cosa fondamentale, ciò che dovrebbe animare ogni sincero compagno: lavorare per comporre e organizzare un più largo tessuto politico che ha un nome molto semplice eppure difficile a farsi: l’unità. L’unità delle avanguardie soprattutto oggi, di fronte a un attacco così profondo e intenso rivolto con violenza alle classi popolari, e di cui la guerra imperialista è l’asse portante.

Roberto ha lavorato per  stare sul pezzo e cercare di collegare le diverse esperienze  politiche. È stato un esempio di disciplina di partito, di dedizione all’organizzazione e nel far crescere le nuove generazioni di comuniste e comunisti. Presenza militante nelle lotte, seminari di formazione, lavoro d’organizzazione e consapevolezza che al di là di qualsiasi strategia politica e tattica di fase, la differenza nello scontro sociale tra classi la fa l’organizzazione della forza, coniugata nelle modalità e nei livelli possibili e necessari in una data congiuntura.

Questo Roberto, non solo lo aveva ben chiaro, ma era la ragione del suo attaccamento metodico alla sua area di riferimento. Il che gli rende onore e mi fa dire che il suo lavoro, finito in modo prematuro, non finisce certo con lui e non resterà vano, perché il suo esempio e le sue indicazioni sono da guida per quelli che sono i suoi giovani compagni e mi auguro per tutti noi.

Robby non è generica lotta di classe da manualetti, ma è autonomia operaia, è comunismo, è il bunker dove ci riunivamo, in piazza Verdi, è la repressione morde… spacchiamole i denti! È la mela di Odessa (3) in mezzo a tante foglie: se pensi che il mondo sia piatto, allora sei arrivato alla fine del mondo… se credi che il mondo sia tondo, allora sali … lui comincia un girotondo.

Io voglio ricordarlo nei cortei dei settanta, con il suo vocione … che ricordo in due slogan in particolare: 

VIVA LA COMPAGNA VIANALE MARIA PIA, CHE COME AVEVA DETTO SE NE E’ ANDATA VIA!

e

CASALE MONFERRATO CE L’HA INSEGNATO, OGNI COMPAGNO PRESO VA LIBERATO!

Ora sei libero Roberto, libero nel vento!

Hasta siempre compagno!

 

Note:

  1. Un intervento a firma nostra, apparso su Contropiano, in cui prendevamo posizione contro il ricatto dei sieri a rmna spacciati per vaccini e contro il greenpass, prefigurando ciò che poi si sarebbe avverato nei mesi successivi, nell’uso terroristico di fenomeni e progetti di emergenza in emergenza, dalla pandemia alla guerra imperialista della NATO (escalation creata da questa in tutti questi anni), fino all’allarme caldo di questi giorni, dove spacciano per temperature record ciò che in realtà si verifica ogni anno, con lo scopo di varare poi successivamente quella legislazione europea che attacca le case della popolazione, svalutandole e costringendo chi può a spese draconiane, , con obblighi che riguardano anche la circolazione nelle città.
  2. La Rete dei Comunisti
  3. L’omonimo brano degli Area