La difesa rabbiosa e demente del fortino

La difesa rabbiosa e demente del fortino

L’ultimo pezzo su Contropiano riguardo la questione del green pass e della pandemia esprime tutta la rabbia non contro il governo Draghi, ma contro chi ha osato prendere posizione da sinistra sul green pass e le misure restrittive, rompendo il silenzio imposto e le imposizioni nella mancanza di confronto da parte di gruppuscoli dirigenti che non hanno capito nulla.

Gli argomenti sono sempre gli stessi, ma espressi con il livore di chi ha intuito che qualcosa di nuovo sta per nascere a sinistra. I gruppi dirigenti di gran parte della sinistra di classe si sono andati a infilare in un cul de sac. Perché la situazione non potrà che peggiorare per milioni di lavoratrici e lavoratori, dose dopo dose, nel gioco infernale di sieri che nella migliore delle ipotesi proteggono per breve tempo e poi e poi… dipende sempre dalla fragilità ed età dei soggetti. Chi si è vaccinato oggi, sarà disposto a ripetere la stessa manfrina domani e dopodomani, nel balletto di menzogne mediatiche?

La situazione peggiorerà e sempre più persone non saranno disposte a questo gioco al massacro. E chi ha contribuito a sostenere la politica oppressiva e minatoria del governo Draghi, al di là della caciara vertenziale, dovrà fare conti politici molto salati. Chi ha contribuito a questa guerra tra poveri, alla divisione vax e no vax, aggiungendo alla miopia sulla funzione totalitaria dei vari dispositivi di controllo e ricatto, la demonizzazione di un intero movimento, la banalizzazione delle scelte di tante persone, la superficiale catalogazione dei soggetti in “no vax”, dovrà rendere conto al nuovo antagonismo sociale che sta crescendo (e non solo in Italia), nel quale la sinistra rivoluzionaria inizia ad esserci e a organizzarsi.

Per mesi questi signori hanno associato l’anticapitalismo alle mere vertenze economiche, senza uno straccio di visione politica, riducendo la politica rivoluzionaria e l’analisi marxista a un generico democraticismo che crede di avere davanti con il governo Draghi il solito autoritarismo fisiologico, di routine. Senza avere la visione di un progetto reazionario organico, che colleghi la gestione totalitaria della pandemia al cesarismo draghiamo, l’uomo della finanza e delle euroburocrazie come i vari Macron (uomo di Nestlè), ossia alla fine dei parlamentarismi nei paesi del capitalismo occidentale e atlantista. Ciò è equivalso a disarmare un’intero fronte politico antagonista, privo di una chiave di lettura adeguata alla realtà molto veloce nei cambiamenti che i poteri economici dominanti stanno imponendo nel mondo, portando l’Italia a esserne laboratorio primario.

Quando non solo da ambienti del marxismo, ma anche del liberalismo borghese si parla di dittatura dell’oligarchia tecnocratica, costoro strillano al complottismo. Il grande reset, un piano che già da tempo i think tank dei poteri economici globalisti hanno illustrato pubblicamente, è praticamente una bestemmia. Procedono con una politica di piccolo cabotaggio, il dott. Chiodo magnificando l’esperienza cubana sui vaccini arriva però a considerare le misure italiane come positive (da un intervista fatta da una radio antagonista). Da ciò si desume che queste componenti arretrate sul piano politico, lo sono per una visione interclassista e superficiale della scienza, come se tutti i vaccini fossero vaccini e facessero il medesimo effetto su tutti, come se questo tipo di vaccinazione (Pfizer, Moderna…) non presupponesse un controllo specifico dello stato di salute di ogni singolo… siamo tornati alla caserma, pillola verde pillola rossa. Ma la scienza è una ricerca e una pratica che può essere indirizzata in un modo o in un altro a seconda degli interessi prevalenti e delle relative finalità. E’ per questo che questo antagonismo delle sfilate diviene strumento politico delle oligarchie tecnocratiche e farmaceutiche.

I media non fanno che attaccare tutto ciò che è critico a questa logica delle restrizioni e di un obbligo vaccinale basato sul ricatto del green pass, definendolo in modo strumentale “no vax”. A questa narrazione si accoda anche questa sinistra “antagonista”. L’ultimo provvedimento del governo Draghi, il DL 221 ratificato in Gazzetta, rappresenta un ulteriore giro di vite sia per i vaccinati che per i non vaccinati, restringendo le libertà più elementari di vita a tutti i cittadini. Pertanto questa guerra tra “vax e no vax”, riedizione del solito canovaccio di regime, basato sulla ben collaudata guerra tra poveri e sul dividi et impera, può e deve essere benissimo smascherata. Non da oggi in piazza contro il green pass e l’obbligo vaccinale ci vanno anche tanti vaccinati. E se come presagisce il ministero della salute e l’ISS si proseguirà con la quarta e via facendo dose, si tratta solo di capire fino a quando la popolazione sopporterà questa situazione allucinante, sempre meno sanitaria e sempre più fascista sul piano biopolitico.

Il tempo e la gestione pandemica criminale di emergenza ad escalation, non gioca a favore del governo e neppure di questi sinistrati. Né dell’orbace, né degli orbi. La Resistenza sarà spontanea e forte, vasta e incontenibile. Già gli studenti a Pavia e la piazza di Torino, come da più parti, parlano di disobbedienza civile, di boicottaggio, di reti solidali. Con questo nuovo anno non saremo in presenza solo di manifestazioni contro questo e contro quello, ma di una “cittadinanza attiva” sul serio, che esercita la sua capacità di colpire attraverso i consumi e forme alternative di economia sociale e di territorio gli interessi delle grandi corporation, per esempio del delivery.

Ecco perché questi soggetti novecenteschi stanno andando verso l’estinzione politica. Rappresentano infatti solo un passato che poco ha a che vedere con la velocità con cui il capitale multinazionale e finanziario si sta muovendo cogliendo al volo le conseguenze stesse del suo operare nell’ecosistema. La rapidità con cui questi centri di potere tecnocratico e oligarchico ci stanno portando in un futuro sempre più totalitario. Il controllo sociale e sugli individui con la biometrica e gli algoritmi in digitale e in rete, così come la relazione uomo/macchina attraverso l’intelligenza artificiale e l’integrazione bioingegneristica sul piano della produzione fino alla gestione autoritaria di una coscienza collettiva, sono la nuova frontiera del conflitto. Su questo terreno si assesteranno le contraddizioni sociali. Fantascienza? Per qualcuno sembra ancora proprio di sì.