«Il presidente cileno Sebastián Pinera “ha chiesto perdono” ieri sera per non aver compreso la drammaticità della situazione sociale esistente in Cile, ed ha annunciato una serie di proposte per “una agenda sociale di unità nazionale”. In un discorso dal Palazzo della Moneda, Pinera ha detto di “aver ascoltato la gente”, manifestando comunque preoccupazione per l’ordine pubblico e per il ritorno del Paese alla “normalità” dopo i disordini cominciati venerdì per l’aumento del biglietto della metropolitana, che hanno causato 15 morti. Il capo dello Stato ha promesso di voler intervenire con dieci misure sociali, molte delle quali riguardanti le pensioni che sono fra le più basse del pianeta. Si interverrà inoltre per ridurre il costo della salute e dei farmaci, aumentare il salario minimo e creare una imposta sulla ricchezza.»
Alla fine questa è l’ANSA che chiosa su tre giorni di scontri in Cile con migliaia di arresti, una quindicina di morti (che il presidente Piñera sostiene essere quasi tutti “vandali”). Il presidente di fronte a una situazione ormai insostenibile si arrende alla piazza e congela gli aumenti di elettricità e telefonia, dei prezzi dei trasporti pubblici. Sapeva di non poter riportare il paese ai tempi della dittatura fascista di Pinochet e ha ceduto.
La stessa cosa è accaduta qualche giorno fa in Equador, dove una sommossa popolare contro il taglio delle sovvenzioni per il carburante voluto dal FMI e ordinato dal presidente Lenin Moreno, ha spinto questo a più miti consigli. E in Libano, dove il tentativo di tassare Whatsapp ha provocato una mobilitazione generale.
E in Italia? I prezzi di gas e luce sono aumentati del 19% da luglio 2018 a ottobre 2019, ma non è successo nulla. Tutto tranquillo. Forse dovrebbero tassarci ogni calata di braghe la sera o quando si va al cesso perché la gente si possa ribellare. Già perché in Italia i media come il TG2 si permettono di sostenere che Evo Morales è un dittatore dopo che ha vinto in regolari elezioni e che il Tribunale Supremo Elettorale ha decretato con il riconteggio dei voti che non occorrono gli scrutini, e giustificano gli atti vandalici dei sostenitori del centrista Mesa contro le strutture elettorali messe a ferro e fuoco, mentre Erdogan, Piñera e Moreno sono dei simpatici presidenti che vivono di pane e democrazia. Il primo, è il macellaio del suo stesso popolo, che incarcera parlamentari dell’opposizione, giornalisti, personalità della cultura turca, che massacra col suo esercito un popolo, quello curdo, eppure ai nostri media al di là di ogni critica di facciata sta bene che l’Italia venda a questo criminale di stato le armi, che tenga un contingente ai confini turchi a difesa non si sa da chi e da cosa… il secondo o terzo esercito più forte della NATO. Va tutto bene. E così via, i giudizi sui vari satrapi del neoliberismo nel mondo sono sempre magnanimi… Erdogan, Piñera, Macrì, il saudita Salman, tutti alleati degli USA, dell’UE e della NATO, tutti criminali di stato, chi guerrafondaio, chi macellaio di guerre sociali interne, chi entrambe le cose. Dai media nostrani giungono al massimo solo critiche di facciata per porcate impresentabili alle pubbliche opinioni: la merda va bene confezionata. Ma mai collegare ciò che questi criminali sono all’Occidente atlantista che li sostiene, li foraggia, li arma, con ciò che è il capitalismo come sistema di dominio ormai su tutto il genere umano e sulla madre terra e del quale queste merde e i loro apparati sono agenti più che necessari.
E allora diciamo quello che va detto: che non solo va ricostruita una narrazione popolare degli accadimenti, che c’è chi ha ragione e chi ha torto e i regimi neoliberisti hanno torto al di là del vestito che indossano: democrazia parlamentare o fascismo, entrambi in tutte le loro gradazioni. Ma che solo la lotta dura, di massa e di classe, anche violenta se occorre, paga. Non ci sono tante seghe nel dire che Morales e Maduro non sono dittatori ma garanti di democrazie popolari di tipo nuovo, sulla via del Socialismo, sistemi politici e sociali che con le dovute differenze da paese a paese, nei principi costitutivi vanno bene anche per noi in Occidente.
I nostri governanti che ci massacrano per conto degli euroburocrati, i quali a loro volta agiscono per mantenere il dominio neoliberista del capitalismo finanziario e multinazionale, con i trattati UE, sono il nostro nemico al di là del colore politico e delle belle parole retoriche sui diritti umani che calpestano ogni giorno con misure da bassa macelleria sociale e con le guerre in ogni dove spacciate per operazioni umanitarie e di export della “democrazia”.
Finché in Italia non torneremo a imparare a ribellarci e a far pagare un conto salato a questi signori, a toccarli nel loro punto più debole: il portafoglio, ad accomunarli tutti come oppressori condannati dalla storia (non l’accomunanza qualunquista, ma il sano odio di classe di cui parlava Edoardo Sanguineti verso tutti, ma proprio tutti questi governanti e beneficiari dello sfruttamento a ogni latitudine) non ci sarà partita: continueranno a pisciarci in bocca dicendo che è aranciata.