In questa valle di lacrime, in cui cane mangia cane e si è persa ogni cognizione di solidarietà umana, abbiamo i potenti, i persecutori, che sono dei veri e propri predatori e distruttori di ipotesi di vita. I persecutori a loro volta sono spesso perseguiti e prima o poi lo diventano per la ferrea legge del contrappasso: prima o poi tutti dobbiamo morire, ci ammaliano, ce lo mettono nel culo.
Si va dal datore di merda, a l vicino che ha appena acquistato l’immobile di fianco al tuo e tu vuol chiudere un’apertura che dà aria e luce al tuo monolocale. Sono esempi banali, ma esemplificativi dell stato dell’arte della nostra amena civiltà del produci-consuma-crepa.
Poi ci sono gli zombie. O potremmo definirli nosferatu, non nel senso di vampiri (alcuni in effetti lo sono…), ma nel senso che non sono né carne né pesce, la loro carne in decomposizione non impedisce loro di avere ancora degli automatismi dalla vita precedente, quando combattevano per i diritti, per un’altra società. E magari qualche sasso davanti alla polizia l’hanno pure impugnato… i più temerari.
Magari si sono fatti una stagione di occupazioni in qualche università contro una legge Ruberti o un’invasione USA in paese a caso del Medio Oriente. Ma poi si sono integrati. L’esempio vale per i sessantottini, i settantasettini, per tutti i turisti della rivoluzione proletaria, spesso senza neppue essere mai stati proletari.
Sì lo so: è un vecchio adagio dei bugiardoni mediatici. Mi ricordo ancora la vignetta di Fremura sul Carlino che mi fece così tanto incazzare: un giovane con eskimo in una cabina telefonica mentre ascolta una segreteria telefonica:”Qui redazione di Lotta Continua, siamo momentaneamente in vacanza a Cortina, lasciate un messaggio…”. Ma bando agli stereotipi fuorvianti di un ceto intellettuale di servi del capitale, gli zombie di cui parlo io sono tasversali. Magari possono essere pure dei cipputi. Ma fanno capo a quell’intellighenzia di generali senza esercito che mentre parla di emancipazione sociale, femminile, pace, lavoro, dall’altra si schiera con i peggiori promotori di tutte le politiche neoliberiste. Un caso tipico è Coraggiosa della Ely Schlein. Ormai si sapeva sin dall’inizio che era una lista civetta alle regionali emiliano-romagnole per rafforzare Bonaccini da sinistra con lo spauracchio dell’avvento della lega alla presidenza della Regione. Eppure questi zombie sono riusciti a richiamare altri zombie per fare a pezzi tutte le liste di sopravvissuti alle prebende e di contro ai massacri del sistema di potere piddino-coop-ass.-di-categoria-clericoprodiano. Li vedevi aggirarsi nei social con il loro tipico passo zombiesco, agitando inquietanti icone di sardine, con una retorica pseudo-antifascista, trasformando Bella ciao in un mantra ripetitivo snaturandolo di qualsiasi valenza politica realmente antifascista. Il fascismo delle misure razziste e repressive come i decreti Minniti? Figuriamoci! A parole sono bravi tutti. Ma la pratica serve il re di Prussia.
Ma andiamo avanti. Gli zombie, che sia LeU o la lista del cazzo di turno, sono peggiori dei nemici belli chiari che hai davanti. Perché non fanno prigionieri. Solo chiacchiere. C’è uno sgombero in atto di un centro sociale? Arriva magamagò Amelia Frascaroli a trattare. E bla-bla-bla. Poi tutto si “risolve” con gente in mezzo a una strada, servizi sociali che dividono le famiglie, denunce se non arresti, fogli di via, provvedimenti restrittivi.
In decenni passati, erano solo i tre porcellini CGIL-CISL-UIL e li si chiamava vaselina, pompieri delle lotte. Ma c’era la DC e questa feccia di venduti era dentro il movmento operaio stroico. Oggi questo canagliume fa parte di una partitocrazia composta da strutture leggere, elettoralistiche, che non metterà mai piede dentro un contesto di miseria sociale e discriminazione. O se lo fa, la logica è puramente quella del missionariato, grande serbatoio di voti.
La contiguità tra zombie e vampiri è strategica: serve ai vampiri per continuare ad alimentarsi anche in tempi di mancaza di sangue consensuale. L’esempio sardine è un capolavoro di ingegneria sociale ai tempi della caduta libera di un PD screditato agli occhi di una grandissima parte della popolazione. Per cui la narrazione di derivazione prodiana dei vari Santori aderisce perfettamente al “se non sei con me sei contro di me” bollando di salvinismo tutti coloro che esprimano un pensiero critico verso questa sinistra più falsa di una banconota del Monopoli. La gioiosa (per chi fa profitti) macchina da guerra zombiesca stritola col buonismo parolaio e mistificatore ogni reale critica antagonista con la cantilena: fai il gioco di Salvini.
Ecco perché gli zombie sono il peggior nemico. Perché sono il migliore alleato del neoliberismo, della chiusura degli spazi autogestiti, della rimessa in discussione dei trattati UE (il loro europeismo schifoso che non apporta nulla se non chiacchiere), dello smantellamento dei diritti sociali e sul lavoro, della messa a profitto di sempre più pezzi dei servizi alla persona, della loro consegna a cooperative di ogni tipo: rosse, bianche, amaranto della ‘ndrangheta, con bandi al ribasso, della distruzione delle conquiste dei lavoratori, della loro segmentazione in tante aziende e coop private, di tutte le porcate che in questi decenni ha fatto il PD dove ha governato, a partire dai suoi feudi.
Sono dei San Francesco al contrario: “dov’è disperazione ch’io porti privatizzazione…” “Poiché si è: Prendendo nel far finta di Dare, si ricevono posti in regione, approvazione degli imbecilli del bella ciao, e farci pure bella figura.” Amen.