La sinistra antagonista si organizza nel movimento no green pass

La sinistra antagonista si organizza nel movimento no green pass

Dopo mesi in cui tante compagne e compagni sono andati in ordine sparso nel grande movimento di massa contro le restrizioni ricattatorie del governo Draghi, contro il green pass e mettendo in discussione la narrazione del pensiero unico sui sieri genici, oggi sarà presente nelle due piazze principali, Roma e Milano la sinistra antagonista.

La bandiera no green pass dalla Val di Susa

Lo sarà con striscioni ed elementi che caratterizzano l’impronta politica anticapitalista e antigovernativa. Saranno presenti anche le bandiere dei No Tav che aderiscono all’antagonismo di classe no green pass, antiautoritario e anticapitalista.

Al di là delle diversità dei vari soggetti e componenti che provengono in massima parte dal sindacalismo di base, dalle organizzazioni comuniste, dai centri sociali, la forza politica e culturale sta nel fatto che mentre nella massa vi sono ragionamenti critici parziali, che colgono alcune verità, ma non danno un quadro d’insieme se non in una sorta di “dittatura sanitaria” o di “grande fratello” incarnato in big pharma, finanza e governanti servi, la sinistra antagonista porta in dote al movimento un’analisi marxista condivisa, che riporta l’attuale passaggio bio-autoritario alle politiche di ristrutturazione economica del capitale, alle sue logiche di profitto. E questo sarà molto importante se come mi auguro si tratterà di organizzare la disobbedienza civile e altre forme di lotta, che possano colpire il capitale dominante nei suoi interessi vitali. Del resto abbiamo visto la dura repressione delle lotte operaie dei portuali triestini e la dice lunga su come gli apparati dello stato e mediatici intervengano con durezza laddove la catena del valore viene interrotta dalla lotta di classe.
Qui potete leggere il documento che l’Assemblea Militante ha stilato dopo un confronto collettivo in rete che ha coinvolto numerose realtà territoriali e del lavoro da Napoli a Milano, da Bergamo a Roma e alla Romagna, al Friuli, alla Toscana, Genova, sono quelle che mi vengono in mente ora, ma l’Assemblea continua crescere e veder confluire compagne e compagni dalle più diverse esperienze politiche e realtà del sindacalismo conflittuale.
Chi pensava che il movimento di massa no green pass e no obbligo vaccinale fosse un’accozzaglia di terrapiattisti e fasci, ha fatto male i calcoli. Sono quei gruppetti dirigenti dei partitini autoreferenziali della sinistra di classe che hanno inibito dall’alto ogni confronto, che hanno ridotto ad analisi sociologica superficiale ciò che doveva essere analizzato con il metodo marxista, vedendo da una parte la portata e la qualità dell’attacco capitalista neoliberista alla società nel suo complesso: dall’organizzazione del lavoro al tessuto produttivo, per ristrutturare l’intero sistema dalla produzione alla circolazione di merci, alle modalità di consumo, verso il controllo delle filiere, la selezione delle attività da sostenere nella logica preannunciata della draghiana distruzione creatrice, verso una mostruosa concentrazione dei capitali a favore di finanza e multinazionali. Alla base della gestione pandemica di ben due governi e della distruzione dei diritti civili e sociali verso un sistema di scambio sottomissione per diritti, dell’avvio di una societàa forte controllo sociale e sugli individui sul piano tecnologico, ci sono queste esigenze capitalistiche legate alla competitività internazionale, ossia alla corsa i profitti nella tendenza alla caduta del loro saggio nella produzione globale.
E su queste coordinate il movimento non poteva che essere letto marxianamente nel modo corretto, al netto di chi ci stava dentro, dei folclorismi, delle vulgate oscurantiste, e delle posizioni meramente difensive della legalità borghese e della Cotituzione lesa nei suoi principi fondamentali (vedi Cacciari, Freccero e altri intellettuali della borghesia liberale).
Per questo il movimento no green pass è un movimento popolare di Resistenza a questo piano capitalistico, per questo l’anticapitalismo c’entra eccome e il problema non è se starci o meno, ma come starci. Oggi la sinistra marxista rivoluzionaria non va in ordine sparso, per soggetti sparuti che si guardano intorno tra tricolori e slogan generici sulla libertà. Oggi è un momento importante perché sta nascendo un’opposizione di classe anticapitalista, con una sua visione specifica della situazione politica. Oggi si va come soggetto politico. Poi saranno tanti i nodi politici da sciogliere, tanto il confronto da portare avanti sul “che fare”. Ma intanto un passo importante si sta compiendo.
E’ una sinistra che si fa interprete dei bisogni e dei problemi di tutte le lavoratrici e i lavoratori, che riprende temi fondamentali come i licenziamenti, la precarizzazione e la disoccupazione, i tagli dello stato sociale, le privatizzazioni, ma che soprattutto unisce la resistenza proletaria e dei ceti sociali devastati dalle politiche neoliberiste di regime, all’attacco che governo e padroni stanno portando avanti attraverso la discriminazione del green pass sui luoghi di lavoro contro una gran parte delle lavoratrici e lavoratori. E’ una sinistra che sta organizzando casse di Resistenza e reti solidali, sportelli di assistenza per il reintegro, per contrastare la negazione del diritto al lavoro. Laddove c’è l’inerzia di chi poco o nulla ha capito, rinasce il conflitto e la resistenza operaia e popolare.
Qui sotto riporto il link dell’Assemblea Romana e l’appuntamento di oggi in piazza San Giovanni alle 14 accanto alla statuadi San Francesco:
E qui il comunicato dei Coordinamento no green pass di Napoli: