In questi giorni assistiamo a una fila di autorità di governo dei vari paesi europei, persino gli USA che “intimano” a Erdogan di sospendere gli attacchi al popolo curdo della Siria nel Rojava. Bugiardi. La sola loro preoccupazione è far digerire l’ennesima porcata atlantista alle pubbliche opinioni che solitamente la bevono come buoi, ma che in questo caso sembra che non stiano accettando un massacro su vasta scala in un conflitto asimmetrico tra uno dei più potenti eserciti NATO e una guerriglia che è solo sul campo, senza aerei, droni e missili.
Dalla dinamica dei fatti: gli USA che se ne vanno, la Turchia che attacca subito, l’interposizione russa nella fascia delle 20 miglia con l’esercito siriano e l’accordo per evacuare tutti i curdi – una pulizia etnica – e piazzarci la massa di profughi fuggiti dal conflitto appena concluso è di un tempismo e una perfezione politica da far invidia a un orologiaio svizzero. Già, perché prima si sono appoggiati i curdi in funzione anti-siriana, per fare il lavoro sporco sul campo e devitalizzare l’ISIS, la false flag filo-atlantista sovvenzionata dalle petromonarchie e sostenuta anche da Israele che nel momento in cui i maiali di Bruxelles e Washington capiscono che la guerra siriana è persa va devitalizzata. I curdi vanno al martirio per l’Occidente perché è l’unica maniera per mantenere le posizioni raggiunte, quelle che garantiscono la sopravvivenza di un’esperienza straordinaria anche per noi: un confederalismo democratico, multietnico, antipatriarcale e municipalista che è un cazzotto negli occhi per tutti gli integralismi della regione. Oggi i curdi non servono più, stanno sul cazzo agli occidentali come forza ingombrante che può divenire variante “impazzita”, ai russi per la stessa ragione e che li vedono come merce di scambio e ai siriani che, pur laici, vogliono la riaffermazione di uno stato centralizzato e una forza combattente smantellata e assimilata al loro esercito. Ecco, questo è accaduto.
Ma pensate davvero che gli imperialisti atlantisti rinuncino alla vendita di armi e alla questione vera: la rimodulazione dei rapporti di forza tra potenze nell’area senza dover perdere troppo? Sì perché intanto le geometrie variabili mondiali ci dicono che non solo il dollaro, ma anche il versante militare USA-UE-NATO perde terreno di fronte agli altri attori globali. E ognuno vuole riposizionarsi. Quindi, vuoi sapere quale sia la politica reale dei nostri governanti a occidente su tutta la questione siriana? Segui la traccia dei soldi. Vuoi sapere come intervengono sulle pubbliche opinioni? Segui le censure che fa Facebook sulla sua piattaforma e quella dei principali social come Istagram.
Sono giorni infatti che Facebook chiude tutte le pagine critiche al massacro che Erdogan sta facendo contro i curdi. Contropiano, Globalist, Je So’ Pazzo… con la scusa di contrastare l’odio. Ma queste sono censure politiche e di parte! Qui non siamo in presenza di seni femminili che allattano (Facebook censura pure questi), qui si tratta di algoritmi “stranamente” molto selettivi e attenti a non contrariare la Turchia fascista e a occultare ogni considerazione in merito, che possa informare in altro modo, far accendere campanelli.
E allora, venendo a Facebook, sarebbe ora che la massa meno inerte e amebica di questo social iniziasse delle iniziative di contrasto che possono iniziare con segnali sui propri profili fino ad arrivare al boicottaggio. Toccali nel portafogli. Ma non solo. questi signori hanno sede a Milano, vicino al Duomo. Far loro una bella visita di massa non sarebbe cosa malvagia. Infine, la riflessione dovrebbe portarci a capire che come i cinesi quando hanno compreso le tecnologie nippobiche e occidentali hanno iniziato a marciare da soli e a migliorarle, anche una società che ormai è assuefatta dai social, quando cambia in meglio deve sottrarli ai privati così servili verso gli establishment delle oligarchie. I social vanno nazionalizzati e vanno istituiti organismi super partes controllati in modo democratico. La dittatura totalitaria dell’economia e della sua politica ha come potente strumento il totalitarismo mediatico che decide cosa censurare e cosa no. Tutto questo va combattuto.