Le elezioni autunnali per il Comune di Bologna Città Metropolitana si stanno avvicinando. Non siamo ancora in campagna elettorale, ma alcune riflessioni preliminari possono essere utili per sviluppare iniziative e dibattito. La questione del lavoro è uno dei temi fondamentli, dopo che tutto il periodo pandemico, dal quale non siamo ancora usciti, non ha fatto che aggravare a livello nazionale le condizioni di lavoro, la precarietà, con una disoccupazione dilagante.Lepore ha vinto le primarie sulla Conti e, a questo punto, è il candidato sindaco per il PD e per quella congerie di gruppetti come Coalizione Civica, la Schlein con la sua Coraggiosa e altri, ambiscono ad avere “il posto al sole”, sapendo che tanto il PD vincerà e c’è della ciccia. Qui i programmi c’entrano ben poco, anzi nulla, perché si sa già che Lepore proseguirà le politiche del PD con la giunta Merola, fatte di esternalizzazioni dei servizi, convenzionate, appalti a pioggia per mantenere il suo sistema di potere basato sul manageriato delle coopertive e delle aziende che partecipano alla spartizione della messa a privato di sanità, istruzione, servizi socio-assistenziali.
Questo sistema non è altro che una ripartizione di fondi stanziati dal Comune e dalla Regione tra privati, quindi con danaro pubblico, trasformandoli in profitti e una precarizzazione del lavoro, un decadimento della qualità dei servizi. Tutti conosciamo bene i tempi per diagnostica e cure e sappiamo i guadagni della libera professione e delle strutture sanitarie private. Un sistema sanitario non tanto diverso da quello lombardo, che è peggiore, ma nella stessa logica privatistica. Tutte strutture che nell’emergenza pandemica non sono servite a nulla.
Questo sistema si avvale del terzo settore, ossia del volontariato per sopperire la mancanza di investimenti seri sui servizi socio-assistenziali, come i campi estivi per bambini, sottraendo lavoro retribuito e quindi salari agli operatori e agli educatori. Alla fine il risparmio viene fatto cadere attraverso quelli che sono veri e propri tagli occupazionali sulle lavoratrici e i lavoratori, interni o esternalizzati.
Questo sistema con Lepore non cambierà. Il paladino della sinistra, tanto cantato da Guccini, cucinato da Morgantini e scritto da Benni, nel suo misero manifesto per le primarie, ha parlato di lavoro precario e rider, ma senza avanzare alcuna proposta concreta. Tutto fumo che serve solo per fare demagogia e continuare il verminaio precarizzante e privatistico che collega Lega delle Cooperative, associazioni di categoria, carrozzoni sindacali confederali e una certa impreditoria secondo del quote da spartire.
E allora diciamo subito cosa dovrebbe fare una giunta realmente di sinistra, che voglia essere la locomotiva lanciata contro l’ingiustizia, un vero ristoro popolare per le classi meno abbienti e una tribù autorganizzata che non sia quella dei nipotini di “Moro seduto”.
- Intanto va invertito il processo di esternalizzazione. Il Comune deve dare il buon esempio creando buona occupazione. Basta appalti agli amici, basta appalti al ribasso, reinternalizzare e dove non sia possibile evitare come la peste il decreto semplificazioni di Draghi, che rende la materia appalti una giungla liberalizzata, imponendo criteri di diverso tipo, a favore di lavoratori e utenti: salario, condizioni di lavoro, qualità dei servizi.
- Quindi il Comune deve dare il buon esempio anche fornendo un buon salario. Fare sua la campagna sul salario minimo garantito a 9 euro l’ora netti.
- Allora ci si chiederà: ma dove li va a prendere questi soldi? Bene, è presto detto: si deve intanto istituire un’Osservatorio sul lavoro che faccia monitoraggio sullo stato occupazionale dell’area metropolitana e sulle condizioni di lavoro nei vari settori. Ispettori del lavoro e personale comunale preposto devono verificare che le aziende non aumentino i livelli di sfruttamento col ricatto e ove possibile intervenire con azioni sanzionatorie su delibera comunale ad hoc o adottando i regolamenti comunali su enne questioni e regole (ossia rompere le balle ai padroni di m…); il padronato grande o piccolo che sia deve capire che è finito il tempo in cui poteva fare il bello e il cattivo tempo perché tanto nessuno controlla, anzi favorisce la legge della giungla del mercato del lavoro!
- Ma una giunta di sinistra oltre a tutto questo deve far capire ai suoi cittadini che il territorio è come un condominio dove ci sono luoghi e servizi che tutti pagano e che sono in comune. Se un condomino fa dei lavori o ha dei comportamenti che ledono il condominio, ossia la collettività, cosa fanno tutti gli altri? Si rivolgono agli avvocati per chiedere giusta soddisfazione per i danni subiti. Bene. Un’azienda che delocalizza, che licenzia, che dismette la produzione crea disoccupazione, quindi degrado e insicurezza nel territorio in cui ha operato. Per questo non è così scontato come vogliono farci credere in tempi di ideologia aziendalista e neoliberale, che un’azienda possa fare quel che vuole e che al massimo conceda un tavolo con istituzioni e confederali per indorare la pillola ai lavoratori sbattuti a casa. L’azienda deve rendere conto, il “condomino” deve pagare in solido i danni, avere sanzioni, oppure preoccuparsi seriamente del futuro dei suoi lavoratori e prendersi carico di una reale ricollocazione, ammortizzatori sì o ammortizzatori no. Vedrete che i soldi arrivano. Pena il pignoramento di impianti e muri, conti correnti e quant’altro.
- E a proposito di espropri a mezzo pignoramento, così come di aziende in fallimento, una giunta di sinistra favorisce l’autogestione delle aziende da parte dei lavoratori secondo le esperienze delle recuperadas argentine. Nell’era degli esperti che non fanno altro che agire secondo i dettami della legge del più forte e dei diktat neoliberisti della finanza e della UE, il ritorno al protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori non per i profitti, ma per garantirsi lavoro e reddito ripartito secondo criteri socialisti, rappresenta una controtendenza importante al capitalismo.
Come vedete, questi sono solo alcuni percorsi che una giunta di sinistra dovrebbe attuare, dando spazio alla democrazia diretta e consiliare, dal basso, dei suoi cittadini e dei lavoratori. Ma se ne possono trovare altri, soprattutto se si vanno a vedere le esperienze di governo di giunte socialiste o progressiste.
Il resto è solo fuffa.