Mentre negli USA stanno manifestando in 33 città contro la guerra (vedi qui), in Italia non si leva voce, se non dagli ambienti politici della sinistra radicale e di classe. Non parliamo poi delle Sardine, intente nella loro crociata contro la Lega e l’odio, che hanno perso un’altra occasione per esprimere un barlume di pensiero critico davanti a una macchina bellica di un sistema imperialista di cui facciamo parte come paese nella NATO. E che ci sta portando dritti verso una guerra di vaste proporzioni dopo l’assassinio di Soleimani.
Da Aviano e Sigonella partono aerei e droni. Magari gli stessi che hanno compiuto l’azione terroristica contro Soleimani. In queste ore tutte le forze armate NATO compreso le nostre truppe a partire da quelle di stanza in Irak e Libano sono in massiama allerta. Si registrano spostamenti di militari per tutto il Mediterraneo, la Libia sta esplodendo tra bombardamenti di Haftar, il generale supportato da Francia, Egitto e Russia, e dislocamento di tagliagole dell’ISIS inviati da Erdogan a difendere Al-Sarraj. Manovre di guerra, di una guerra a geometrie variabili che ci coinvolge sempre di più.
Ma nel “nuovo movimento”, che evita dibattiti sulla TAV perché “divisivi” non si leva alcuna presa di posizione, non si prefigura alcuna mobilitazione. Se mai si formerà un movimento di massa contro la guerra però, ce li ritroveremo tra i coglioni: vedremo di sicuro i massimi esponenti delle Sardine come ascari del PD, volti a smorzare obiettivi e parole d’ordine, per una UE più consapevole e attiva nella mediazione tra attori in conflitto. In pratica l’euroimperialismo supino, ma borbottante di fianco all’imperialismo egemone: quello d’oltreoceano. La linea del PD.
Ma per il momento il vuoto, il silenzio. Ma cosa ci sarebbe di meglio per chi pontifica sulla violenza verbale e fisica che puntare la critica sulla massima espressione dell’odio come la guerra? Invece niente. Vanno a vedere solo i punto e virgola per una politica priva di parolacce e non si disturba il traffico di aerei e riposizionamento di missili sul nostro territorio. Non si ridiscute la presenza militare delle nostre truppe nelle aree di conflitto, di fatto organiche al padrone yankee. Non si mette in discussione un’alleanza atlantica, la NATO, che è sempre più espressione di un imperialismo aggressivo, duro a cedere l’egemonia verso un mondo multipolare, con pari rapporti con altre potenze mondiali e per questo estremamente pericoloso e irresponsabile.
L’importante è Salvini. Magari si esulterà se si vincerà… tra le macerie delle nostre città.