Media servi

Media servi

Le immagini sono quelle di un medico, a terra, colpito più volte da due agenti con il taser. Morirà in ospedale. Sono immagini che non passeranno mai per i nostri TG e i nostri giornali: è quello che accade in modo ricorrente in Colombia, un paese fedele agli USA, base di partenza delle numerose operazioni sporche contro il Venezuela bolivariano, i cui squadroni della morte dopo la pace siglata con i guerriglieri delle FARC, continuano ad assassinare quotidianamente ex guerriglieri tornati alla politica legale, attivisti di sinistra, sindacalisti. In Colombia è stato anche assassinato un nostro connazionale: Mario Paciolla che lavorava con l’ONU e il cui report come osservatore degli accordi di pace con la guerriglia gli è costata la vita.

Su Paciolla i giornali hanno scritto qualcosa. Ma immaginatevi se tutte queste vicende fossero accadute in Bielorussia o nel paese confinante, il Venezuela. Ci sarebbe stato il pretesto per un intervento armato, i nostri media avrebbero fatto da grancassa, come al solito sono l’artiglieria delle operazioni sporche dell’imperialismo, preparano il terreno, ossia l’opinione pubblica. Non sono libera informazione: sono parte belligerante e come tale andrebbe trattata.

Abbiamo dei media servi, dei politici servi anche a “sinistra”: con le Boldrini che ricevono nazisti ucraini a Monte Citorio e non chiedono conto dei desaparecidos, della sporca guerra nel Donbass, dei partiti messi fuori legge, della riabilitazione dei nazista come Stepan Bandera. Con i Fratoianni che farneticano sulla Bielorussia, guardando il dito e non la luna di un’aggressione occidentale ben orchestrata, l’ennesima “rivoluzione colorata” che nel paese limitrofo ha portato al nazismo e alla guerra.

Tutta questa simpatica gentaglia, non è “libera informazione”, “libera politica”, ma è parte in causa e prima o poi ne dovrà rendere conto.