Non aver capito nulla…

Non aver capito nulla…

Ricapitoliamo: un movimento di massa di vaste proporzioni, presente in tutto il paese, che protesta per una misura, il green pass, che viene considerata liberticida e si mette in urto con il governo Draghi, il peggior esecutivo neoliberale di sempre, in un momento politico in cui le classi dirigenti vivono una crisi politica profonda, nella quale abbiamo un astensionismo stratosferico e una composizione parlamentare che non corrisponde alla volontà elettorale. Questo è il quadro politico.

E in questa situazione abbiamo una sinistra di classe totalmente incapace di cogliere questo dato politico e che come i salmoni che non sanno che esiste la Manica e passano sopra la Scozia, continua pervicacemente con una politica autoreferenziale. L’11 ottobre i vari sindacati di base si sono messi insieme per uno sciopero generale (solo per loro), hanno mobilitato il mobilitabile ma senza nessun salto qualitativo. Una mobilitazione più grande delle altre, ma che era destinata sin dall’inizio a essere confinata nel suo recinto di conflittualità categoriali e in alcune sacche di lavoratori/trici, piccoli sedimenti sociali generosi e combattivi, ma che disegnano un perimetro politico che non si allargherà. Una ripetizione di una politica vecchia, non all’altezza dei tempi segnati da soggetti sociali che non rispondono più alle chiamate di una sinistra di lotta completamente scollimata da questi.

L’autonomia popolare, forse meno di classe e più trasversale, riaffiora con prepotenza di fronte al nuovo autoritarismo capitalista, ma la sinistra di classe non capisce. Non comprende che l’autonomia operaia che fu (nella sua accezione più larga), nasceva su una cultura della Resistenza, di un forte partito comunista (anche se in polemica), sulla presenza di un nuovo modello economico-sociale possibile, il blocco socialista, e che quindi si esprimeva su determinati canoni politici di lotta antimperialista e socialista. Oggi, dopo decenni di devastazione culturale e di mainstream berlusconiano dell'”uomo che si fa da sé, imprenditore di se stesso”, come si esprime la conflittualità di classe e tra popolazione vessata e potere classista e capitalista? Si pensa con un ritorno in grande stile del ” bandiera rossa trionferà”? E infatti il “Bella ciao” e l’antifascismo che riappare sapientemente a ogni tornata elettorale, serve solo a celare il fascismo vero, quello di un capitalismo che ha divorziato dalla democrazia borghese, da un ormai ingombrante 1789. Ed è questo il tratto comune con il Ventennio: le classi egemoni si liberano da ogni orpello legalitario della democrazia borghese, in questo caso svuotandola come un cucchiaio un uovo alla coque, e iniziano a comandare senza mediazioni di sorta. Si crea una società del controllo, dove i diritti finora assodati vengono scambiati con comportamenti virtuosi.

Finalmente monta un movimento combattivo, che come i Gilet Jaunes francesi scende in piazza ogni sabato da settimane, ma la sinistra di classe se ne tiene debitamente alla larga. E si unisce alle stigmatizzazioni di regime: “sono fascisti”, “la parte reazionaria del paese”, di tutto e di più. E il green pass? derubricato a mera questione sindacale, perché ormai stava diventando chiaro quanto fosse strumento di comando capitalistico sulla forza-lavoro. Ma il ritornello è sempre: green pass arma di distrazione di massa e meglio che non se ne parli. Sono arrivati persino a falsificare i numeri: 2mila a Bologna quando erano dieci volte di più. O la vera chicca: mettere in bocca a Stefano Puzzer l’essere d’accordo con l’obbligo vaccinale quando è vero l’opposto, falsificando un’intervista su Huffington Post (sai te che fonte, poi…).

Ieri 15 ottobre sono sceso in piazza anch’io. Di fasci nemmeno l’ombra qui a Bologna, ma c’era di tutto: buddisti, ragazzine delle scuole, impiegati, naturopati, ambientalisti, no, ni nè vax, libetari, pilastrini (da un nostro quartiere popolare), umanità varia: il popolo. Ho ritrovato compagni che non vedevo da una vita e una compagna in particolare mi faceva una considerazione giusta: anche se oggi i vari sindacati di base facessero capolino nel corteo non sarebbero più credibili alla massa dei dimostranti, perché non hanno sostenuto la lotta. Un treno perso. Ma grande come un palazzo. Come collegare allora le lotte e i temi nostri della sinistra antagonista: sanità pubblica, stato sociale, precarietà, lavoro, reddito sociale, con le istanze di questo movimento, nel quale questi contenuti vivono in modo parziale e come rivoli di un malcintento che alla fine è di classe? Come collegare noi?

«Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai; egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.»
(Lenin)

Di solito non faccio citazioni, ma questa è proprio pertinente. Ma come credevano che fosse una rivoluzione sociale e quindi un movimento di massa? Ma non capiscono che il nostro compito di comunisti è esserci, con i nostri contenuti ma esserci? Come credono che sia un conflitto sociale quando si è persa quasi del tutto la memoria storica del comunismo novecentesco?

Il panorama politico dunque è deprimente: fasci e destrorsi d’ogni genere che hanno mano libera in questo movimento “grazie” a un’assenza miope e colpevole di chi avrebbe tutto l’antidoto per dare una direzione di classe e rivoluzionaria al movimento stesso. Un’occasione persa. Ma il conflitto sociale prosegue e non ci vedo nulla di buono.