SANTORO, IL BUCO NERO

SANTORO, IL BUCO NERO

Mentre è ormai piuttosto evidente, in modo trasversale, a gran parte della popolazione di varie colorazioni politiche e identità, che il problema di restrizioni e ricatti biopolitici, della guerra tra un’emergenza terroristica creata ad arte e l’altra, è il sistema dominante USA attraverso la NATO, le oligarchie anglosassoni e quelle ordoliberiste del nord Europa che sottraggono sovranità al nostro paese attraverso la UE, la sinistra euroimperialista e atlantista ha bisogno di recuperare consenso d’innanzi a un astensionismo dilagante e a sondaggi che rivelano la cobtrarietà della maggioranza degli italiani all’invio di armi in Ucraina. Per le oligarchie imperialiste sarebbe molto meglio la stabilità del comando capitalista e dei suoi apparati garantita dal PD e dai suoi cespugli moderati e radicali: ossia Calenda e Renzi da una parte e Fratoianni e Bersani dall’altra, con aggiunta dei 5Stelle: un buco nero che attrae insieme ai vari protagonisti di una politichetta, la solita, anche quelle soggettività che contro la guerra in chiave antimperialista avrebbero molto da spendersi e lottare, ma i cui dirigenti e autorevoli compagni che menano le danze fanno loro da tappo.

L’elezione della Schlein alla direzione del PD non ha cambiato un fico secco perché di fatto l’adesione ai dettami guerrafondai NATO è bipartisan e le polemiche sul salario e il reddito di cittadinanza non sono temi capaci di coinvolgere le classi popolari, le quali non vedono certo nel PD e in minima misura i 5 Stelle come loro rappresentanti.
Per questo entra in campo Santoro, che come premessa mette al centro la pace fine a se stessa, senza nemici, senza critiche a una sinistra alla deriva, sempre più strumento di comando degli apparati oligarchici imperialisti.
In questo modo, il partito di Santoro si candida a divenire l’ago della bilancia di uno schieramento che va dal PD e le sue patetiche bandierine arcobaleno ai cespugli di sinistra, sardine, coalizioni civiche, SI, verdi, centri sociali, municipalisti vari, rimettendo in pista anche quella sinistra di segno comunista, uscita dalle batoste elettorali, UP con Rifondazione, PaP, alla ricerca di un posto al sole alle europee.
Uno schieramento che ammette tutti per battere senza essere alternativa politiche, l’avversario bipartisan, ossia la Meloni con FdI, FI e Lega.
Siamo in presenza di un progetto politico di piccolo cabotaggio che, con la scusa della guerra, ha dietro le quinte lo scopo di scalzare un governo non gradito a determinate cordate capitaliste più affini all’anglosfera e alle euroburocrazie di Meloni, Salvini & c. e porsi nel solito pendolo dell’alternanza europeista e atlantista, dunque delle frazioni di capitalismo dominante.
Già Grassi (prossina assemblea fiorentina) e l’area MarxXXI scaldano i motori per rientrare nell’inciucione santoriano che certamente ammetterà qualche riottoso multipolarista anti-NATO, tenendolo a cuccia: il che devitalizzerà ulteriormente l’opzione di un terzo polo anti-UE, sovranista, che va giustamente oltre le divisioni canoniche di destra e sinistra, insomma un progetto dannoso e pericoloso che condurrà tra catene umane e kermesse dalla facile quanto inconcludente demagogia pacifista a un binario morto tutti gli staterelli maggiori senza masse che vi aderiranno.
Dicevo partito di Santoro perché è l’unico che è partito avendo un canale media che fa audience e oggi un partito è tale se è un mezzo di comunicazione di massa e non certo inteso come cellula, sezione o giornaletto pseudo-bolscevico, anche in forma di blog o sito.
Il cuore dell’operazione è questa, con la benedizione di una borghesia imperialista che per recuperare deve avere con sé anche la sinistra radicale che crede di battersi per la pace, di avere consensi ma lavora in realtà per il re di prussia, un progetto ambizioso perché mette d’accordo tutti e lava le coscienze di chi ha la sua ragion d’essere e la sua agibilità politica dentro la sinistreria più inconcludente e collusa come la CGIL (sua sinistra che sia), ARCI, ANPI, ecc.
Non è un caso che la stessa PaP non sia mai uscita dalla contraddizione sindacalismo di base o CGIL…
Alla fine approderanno tutti con Santoro, con tutti i distinguo che non servono a nulla, a chi manovra del resto, importa poco o nulla che tu sia comunista, contro il sistema: puoi farlo da filocinese, mutualista… tu puoi leggere il libretto rosso, Mao, Lin Piao, puoi essere anarchico, situazionista… Elio Petri aveva visto giusto in “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. L’importante è far rientrare tutto nel quadro delle compatibilità in un sistema post-democratico borghese (oltre la stessa configurazione costituzionale, dei diritti civili e delle libertà del citoyen della stessa democrazia borghese… Agamben docet), divenuto tale dopo il passaggio autoritario utilizzando la pandemia, di cui la maggior parte di questi piccoli gruppi dirigenti di loro stessi non si sono minimamente accorti. Ed è un’altra ragione del perché tutti approdano con chi li porterà a servire il re di prussia. Basta qualche bella parola sulla pace e il gioco è fatto. Ma del resto cosa non si farebbe per legittimarsi dentro i propri ambiti arci-anpisti sciampisti che lavano via l’antagonismo reale. Che cosa non si farebbe per la prossima querelle di spartizione dei collegi alle europee.
Tutto questo mercato delle buone intenzioni può avvenire solo perché non vi sono movimenti di massa. E’ già arduo costruire qualcosa in una Francia attraversata da tumulti sociali, figuriamoci in un’Italia dalle deboli e frammentarie proteste di nicchia.
In questo momento siamo veramente al buio della politica di classe e i comunisti sono come quel fante che ricevuto il colpo non s’era accorto… di essere già morto.
Ma questa è una storia che presuppone anche altre analisi politiche e storiche…