Bologna, 15 novembre, arriva Salvini al Palasport e a quattro ragazzi viene la bella idea di dire basta alle comparsate del capitone. E’ un’intuizione che coglie un sentire comune che era nell’aria da tempo. Per cui insieme alla solita presenza militante dell’antagonismo di sinistra, si crea una presenza spontanea in piazza maggiore a seguito dell’appello lanciato da delle “sardine”. Appello che va oltre ogni aspettativa: 12 mila sardine a cantare “bella ciao”. La piazza gremita e per nulla in contraddizione con il corteo della Bologna antagonista che intanto si prendeva sciabolate d’acqua dagli idranti polizieschi in via Riva di Reno.
Il flash mob si ripete a Modena e via via in altre città. E’ un successone. Ma poi inizia la seconda fase: il manifesto, che cerca di stare il più largo possibile, dove il leit motiv è l’amore contro l’odio (ma scusate chi è contro l’amore e per l’odio? Se facevate questa domanda a Hitler, cosa avrebbe risposto? Via!), ma soprattutto ognuno che cerca di tirare la coperta verso di sé, declinando la sua visione sardinica del mondo.
Chi pensa a trarre un vantaggio elettorale si butta… a pesce ponendo dei paletti. Non sia mai che qualcuno se ne esca dicendo: sì, ma non è stato Salvini a fare i decreti con i libici che hanno dato via ai lager per migranti in Libia… è stato Minniti! Sì, ma il ministro Lamorgese non ha tolto una virgola al decreto sicurezza di Salvini, sì, ma PD e Lega su autonomia differenziata hanno una posizione comune, ce l’hanno sulla TAV, sulle misure riguardo il lavoro e così via.
Per cui, come quando si andava a scuola e i professori ti ripetevano il mantra “non si fa politica”, le maestrine dai capelli rossi (giusto solo quelli) “ammaestrate per” se ne vengono fuori nei gruppi social sardinici a insegnare cosa si deve dibattere e cosa no e a bacchettare gli “estremisti”, definiti come partitici e politicisti… che questo movimento duri giusto il tempo del voto utile nella regione più “rossa” che c’è. Troll spontanei o orientati a bomba per non far tracimare la massa incazzata con Salvini su altre e ben legittime incazzature, partono all’attacco: del resto l’obiettivo principale non è forse far perdere la Lega?
Che poi i futuri governi accetteranno il MES, che nel nome dell’Europa proseguiranno le politiche di macelleria sociale… proprio quelle che hanno dato spazio al populismo delle destre e a Salvini, beh, chi se ne frega. Domani è un altro giorno.