Faccio una premessa doverosa, visto che a differenza di certa compagneria non mi nascondo dietro il pacifismo melenso e né-né-ista: comunisti leninisti con la birretta in una mano e i vari cencelli del dottrinarismo peggio del diamat nell’altra: IO NON SONO PACIFISTA, anche perché so bene che un mondo di uguaglianza sociale e privo di guerre e sfruttamento non sarà possibile che avvenga in modo indolore. Non lo ero 40 anni fa e non lo sono adesso.
Ma detto questo, ritengo che questa campagna dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, che ha visto la Giochi Preziosi (multibrand Officina Italiana, un nome che dice tutto…) tirare il culo indietro sulla vendita di zainetti militari, vada replicata per tanti altri prodotti e contesti, per quelle merci e servizi che abbiano a che vedere con la guerra. Oggi la guerra non è certo la guerra di classe, che sarebbe anche auspicabile, ma per antonomasia sono le guerre dei potenti, delle potenze imperialiste, degli aggressori del XXI secolo ossia USA-NATO.
Pertanto il boicottaggio sistematico non solo dell’invio di armi in Ucraina o altrove, ma di qualsiasi merce o servizio che veicoli il valore della guerra e quel patriottismo insano che si basa sul militarismo, la volontà di potenza e il razzismo della “stirpe”, è un elemento fondamentale della lotta contro la guerra imperialista. Educare alla pace non significa necessariamente generica non violenza, ma ripudiare questa guerra ingiusta e criminale, colpendo i suoi simboli. Il governo attuale è fatto di forze politiche che come imprintig c’hanno il fascismo e i suoi valori insani sopra menzionati. Ma con le sinistre europeiste sarebbe esattamente la stessa cosa: medesime sono le politiche contro i migranti, medesime le retoriche sull’Ucraina, sia in salsa di “guerra umanitaria” o in salsa più euro-nazionalistica.
Queste pratiche di boicottaggio possono costituire quel terreno unitario in cui una pluralità di identità politiche e soggetti possono muoversi, bypassando gli inciuci alla Santoro, che coinvolgendo i vari De Magistris ha esordito mettendo avanti le mani sulla NATO, la UE, gli USA, sul PD, sul non essere contro qualcuno, ma genericamente per la pace.
La guerra non deve passare e va attaccata in ogni sua forma culturale. Beme a fatto l’Osservatorio: mi pare che abbia dato un’ottima indicazione. E c’è chi adottando questa prassi potrà affermare la sua alterità e conflitto politico contro il partito unico degli affari e della guerra, che ha nomi e cognomi: USA, NATO, UE, partitocrazia bipartisan.