Tocco un argomento che avrei già dovuto affrontare da tempo. Parlo delle molestie che quotidianamente le donne subiscono da uomini che usano la propria posizione sociale, politica e professionale per avere “favori sessuali”, un eufemismo per indicare una forma di violenza “gentile” ma subdola e arrogante.
Perché da tempo? Perché come uomini ma soprattutto compagni, nel mio caso comunisti, non è che questa cosa perché riguarda l’altro sesso allora è di esclusiva competenza delle femministe. Intanto non riguarda solo l’altro sesso, ma è il prodotto di una relazione e nella relazione sociale e interpersonale il soggetto non è mai uno. Ma poi proprio perché come rivoluzionari siamo contro ogni forma di ingiustizia e oppressione dovremmo fare nostra l’analisi dell’oppressione patriarcale nel modo di produzione capitalistico in tutte le sue forme. Forse a certi soggetti non entra in testa che non si va verso alcun socialismo se non si pone al centro la lotta per la liberazione della donna dalle mille forme di servitù e di subordinazione.
Ho preso spunto da ciò che avviene quotidiamente nel mondo dello spettacolo, ma la questione è ben più generalizzata. E un numero vastissimo, sterminato di donne sa di cosa parlo.
Cosa possiamo fare noi maschietti di sinistra un sacco antagonisti? Intanto è cosa DOBBIAMO fare. Dobbiamo essere al fianco delle compagne in questa lotta, sostenere questa lotta in ogni ambito della vita sociale. Ma fare anche una cosa spesso difficile (che se non facciamo di fatto operiamo un atto di delega mascherata): ascoltare e cercare di capire. Cercare, perché per quanto uomini aperti e solidali, la nostra educazione, impartita sin da quando eravamo in fasce ci ha sempre posto in una posizione “naturalmente” dominante.
Ci sarebbero ancora tante cose da dire, ma spero con queste mie poche righe di essere stato utile se non altro per indicare un percorso fondamentale nella vita di ognuno e nella lotta di classe.