Lo capisci veramente quando di fronte a un atto terroristico di criminali ucraini al soldo del loro governo, nel quale Daria Dugina figlia di Dugin salta in aria, nessun media di regime occidentale lo qualifica come terrorismo e, di conseguenza, nei commenti dei vari post di HuffItalia e del Corriere, viene fuori tutta la merda del compiacimento.
Questa è una guerra che si combatte in Occidente con la propaganda a senso unico, per aprire la strada alla gestione militare della fornitura di armi, per creare un bacino di consenso, per relegare in secondo piano le ricadute economiche già stiamo iniziando a subire sui prezzi dei prodotti energetici e in generale.
E’ una guerra semantica, dove parole come “terrorismo” vengono usate a senso unico come si fa già con la Palestina, assolvendo Israele dai suoi crimini genocidari di stato. Parole come “putiniano”, che non significano nulla perché servono per spalmare la merda su ogni voce dissenziente sono la prosecuzione del grande esperimento di controllo sociale che ha usato la parola “no-vax”.
Capisci che sei in guerra e quanto sia facile a questo punto che ti arrivi dritto in casa con una naturalezza oscena. Una linea diretta che passa per la Serbia e il Kossovo, con il premier Kurti che non fa altro che riprodurre in piccolo e più leggero contro la minoranza serba quello che hanno fatto i nazi ucraini dal 2014 in Donbass. Capisci quindi che in questa guerra continuano a esserci le intenzioni guerrafondaie atlantiste capeggiate da USA con il vassallaggio UE attraverso la NATO e che il “terrorismo” verrà esteso anche ai serbi, praticamente a tutto il mondo slavo. Magari da “putiniani” diventeremo anche “vuciciani”, se il premer della Serbia Vucic difenderà il suo popolo, nonostante tutti tentativi di risolvere il problema delle targhe e del diritto di passaggio che penalizza i serbi, con gli strumenti della diplomazia. Come ha fatto la Russia per ben otto anni.
Capisci che questo è il gioco, la strategia e le frasi di esaltazione dell’attentato terroristico contro Dugin che ha colpito la figlia, risuonano ancora più bestiali, feroci, ignobili, come l’esaltazione fascista verso l’entrata in guerra o quelle di Hitler. E’ l’Europa bellezza, l’UE, sono i nostri media, i nostri fanatici di un nuovo ventennio in un fascismo che si presenta in altre forme, più tecnologiche e biopolitiche: propaganda e controllo selettivo attraverso i comportamenti: lo abbiamo visto con il grande esperimento della pandemia.
E poi mi parlano della Meloni. Si servono dell’indignazione dirittoumanitarista non per i migranti, ma usano i migranti per far passare tutto il resto, per introiettarci questo fascismo nel nostro cranio e farcelo vivere come normalità acquisita. Parlano della Meloni e del suo progetto criminale di blocco navale, ma che differenza c’è tra questo e le misure di Minniti che ha finanziato i criminali libici al soldo di una cordata atlantista per bloccare proprio i migranti con i lager, la tortura e lo schiavismo? Sono di versi i dem e i fascisti mazurka coclamati? Io penso proprio di no.
E capisci quindi che la guerra è iniziata da molto tempo prima, preparata con cura step by step, una guerra che è anche contro di noi, i popoli e le classi subalterne, da parte dei criminali che siedono nelle cancellerie, al soldo delle élite di Davos, da parte dei think tank, dei manovratori mediatici, delle intelligence che creano terrorismi utili, battaglioni nazisti, al netto delle modalità con cui le consorterie si scontrano su come condurla. Oggi il nazismo da manovalanza segue gli stessi criteri dei contractor, il subappalto, una sorta di franchisng “occulto”, coperto dall’azione dei media che falsificano e ristrutturano la semantica stessa, seminando odio, fabbricando i nemici e al tempo stesso i target come Daria Dugina.
Capisci che la guerra viene da noi in tanti modi e con diversi soggetti: provocazione alla Russia e alla Serbia, false flag e terrorismi come la peste nera che si può diffondere in tutto il continente, ben addestrata e finanziata dagli atlantisti. Viene da noi con il controllo e lo stravolgimento semantico e delle narrazioni, viene da noi con i mille gesti discriminanti che partono dalle migliaia di libri russi bruciati in Ucraina ai mille atti di esclusione dei russi e di ciò che è russo nella nostra vita sociale e culturale. E’ un nazismo che non ha patria, che non parte da Berlino per prendersi Danzica. E’ già a Danzica, in Gran Bretagna, in Italia, in tutta Europa. E’ nel ballo cool della premier finlandese, tanto alternativa e politically correct. E’ lo schifo che avanza.