Sieg heil ciao, sieg heil ciao, sieg heil ciao ciao ciao… il 25 aprile degli interventisti

Sieg heil ciao, sieg heil ciao, sieg heil ciao ciao ciao… il 25 aprile degli interventisti

Non era ancora finita la campagna vaccinista fatta di nemici no vax, complottisti e terrapiattisti, sanzioni, restrizioni, green pass e super green pass, che con una rapidità incredibile i conduttori pandemici dei media di regime hanno tolto il camice e indossato l’elmetto, messo a casa i televirologi e messi in studio esperti e cartine dell’Ucraina. Ormai il sistema informativo è collaudato e funziona come un orologio svizzero: bisogna far fare profitti a big pharma e far fare un salto biopolitico e tecnologico aall’intero sistema sociale? Ecco la campagna mediatica in grado di attaccare ogni forma di opposizione. Dalla Casa Bianca viene l’ordine di costruire l’escalation nella guerra che essa stessa ha provocato in anni di minacce alla Russia? La macchina della propaganda e della censura, delle veline dirette dalle intelligence costruite con false flag sul campo parte in mondo visione e nei social.

La Stampa prende un’immagine del bombardamento ucraino a Donetsk per far credere che i massacri siano solo dei russi, senza citare oltretutto la fonte: un esempio di schifo pseudo-giornalistico da Massimo Giannini

La narrazione è così potente e devastante che riescono a farci credere che inviare armi in Ucraina sia pacifismo e aiuti la trattativa, che dei battaglioni nazisti in un paese nazista, nato da un golpe contro un governo democraticamente eletto, che sopprime l’opposizione e fa pulizia etnica contro la popolazione russofona siano dei veri e propri partigiani che difendono il massimo della democrazia. I vari conduttori dei talk show non fanno giornalismo ma propaganda di guerra, sono agenti diretti della guerra imperialista della NATO, lavorano per criminalizzare il nemico, mistificare la posizione degli ucro-nazi, con lo scopo di allontanare ogni possibilità di tregua e trattativa secondo la strategia guerrafondaia della Casa Bianca. Se ne fottono della tragedia del popolo ucraino, perché se gliene fregasse qualcosa cercherebbero di fare delle inchieste serie e non di parte, spingendo per una composizione del conflitto, non per una sua escalation. Parlerebbero come il papa, darebbero valore alla marcia Perugia Assisi e non farebbero come tale Cinzia Sciuto su Micromega che scrive:

 

“Fermatevi: la guerra è una follia!”, slogan della Marcia per la pace straordinaria “Perugia-Assisi”, potrebbe essere perfetto per la costruzione di un futuro di pace, ma nel qui e ora suona quantomeno monco: “Putin fermati: la guerra è una follia!” sarebbe stato più adeguato.

Si moltiplicano gli episodi di violenza e razzismo contro i russi “grazie” alla campagna guerrafondaia d’odio (qui il link)

Il “qui e ora” di cui parla la Sciuto è una guerra che la popolazione civile sta subendo, usata come carne da macello nel confronto tra superpotenze e prendere posizione contro uno dei contendenti significa appoggiare la logica di guerra dell’altro. Pertanto che la Sciuto si pulisca bene la bocca prima di parlare di uno degli eventi pacifisti più rilevanti nel mondo dandone una versione bellicista e unilaterale.

E mentre Gramellini attacca l’ANPI per il semplice fatto di volerci vedere chiaro nelle porcate criminali come Bucha e di prendere posizione contro la guerra, Micromega e la lobby sionista in Italia cercando di prendersi il 25 aprile contro l’ANPI promettendo bandiere della NATO e dell’Ucraina… magari come quelle di Pravy Sektor e del battaglione Azov come si èvisto in tante manifestazione unilaterali dei pacifinti. Non ultima quella boiata di massa a Firenze che ha visto per protagonista Nardella e il PD, il punto più basso delle bandierine per la pace, una strumentalizzazione oscena del pacifismo, mentre i compagni di USB dimostravano cosa fosse la lotta contro la guerra bloccando un carico di armi diretto da Pisa in Ucraina.

La discriminazione non è solo frutto ignoranza e analfabetismo funzionale controllato dai media, ma si manifesta anche laddove la cultura dovrebbe essere un antidoto all’imbecillità e l’università diventa un luogo simile a quella fascista anti-ebraica (qui il link)

Ma c’è di più. Questa campagna mediatica è completamente uscita dal normale scontro politico: forte dell’esperienza del periodo pandemico, l’odio per i “no vax” (vi ricordate quando un noto conduttore si augurava che i rider sputassero nel cibo che portavano ai “no vax”?) si è trasformato in un razzismo ancora più netto poiché indirizzato ai russi in quanto tali. Si sono moltiplicati gli episodi di intolleranza verso i russi, e non mi riferisco solo all’imbecillità di chi ha bloccato in un primo momento un corso su Dostoevskij a Milano Bicocca, ma ad attacchi veri e propri. Mi riferisco al trasferimento della guerra dall’Ucraina in casa, con manifesti affissi per le strade di insulti e minacce verso residenti russi in Italia ad opera di squadristi ucraini. Il nostro governo dà le armi a battaglioni nazisti e agibilità politica e fisica ai loro seguaci qua da noi. L’Unione Europea sta covando un verminaio nazista che poi si riverserà nei nostri paesi. Già adesso attivisti ucro-nazi hanno cercato di impedire a Senigallia una pubblica iniziativa di presentazione del libro di Sara Reginella sul Donbass. Il clima politico sta diventando da pogrom. Un clima politico che parte dai Gramellini e dai Micromega con il loro bellicismo interventista per arrivare alla manovalanza violenta e razzista dei nazi ucraini di casa nostra.

Iniziano le minacce e intimidazioni: a Senigallia un gruppo di ucronazi cerca di impedire la presentazione del libro di Sara Reginella “Donbass la guerra fantasma nel cuore d’Europa” (qui il link)

Per questo, il 25 aprile quest’anno non è una semplice ricorrenza: occorre far sentire forte la voce di chi si oppone alla guerra e conseguentemente a ogni azione del nostro paese a favore di questo conflitto, come l’invio di armi, le sanzioni che come risultato non avrà altri che devastare economicamente l’Italia dopo la grande ristrutturazione pandemica del grande capitale contro le piccole attività e i lavoratori/trici. Occorre tornare a un antifascismo militante e partigiano che separi il grano dal loglio, che opponga alla violenza militarista dilagante la forza della ragione che ci dice che si sta scherzando con il fuoco di una guerra totale e autodistruttiva e di un fascismo mediatico e militante che si sta affermando attraverso una propaganda faziosa e servile verso la NATO e gruppi di odio politico e sociale dai social alle nostre strade.

Stesso metodo del sito nazi governativo ucraino Myrotvorets che individua i “target”: a Napoli appaiono manifesti contro cittadini russi

Non passeranno. I numeri sono dalla nostra. Più di un sondaggio dice che la gente italiana, chi vive qua non vuole la guerra e non vuole inviare armi. E presto, quando le conseguenze di questa politica di Draghi e dei partiti della guerra si faranno sentire nelle migliaia di aziende che chiuderanno, in migliaia di licenziamenti, nel costo della vita insostenibile, la rivolta sociale sacrosanta sarà inevitabile. E noi non dimenticheremo certo chi dai caldi e comodi salotti televisivi e dalle redazioni ha sostenuto la guerra e la barbarie di un capitalismo unipolare sempre più feroce e schifoso.