La Turchia ha iniziato l’attacco contro le postazioni curde dell’YPG e delle Forze Siriane Democratiche. Occorre la più ampia mobilitazione delle forze democratiche e antifasciste per sostenere la lotta del popolo curdo e delle altre popolazioni che hanno trovato nel municipalismo delle regioni del nord della Siria un modello di convivenza e autogestione.
A tutti coloro che hanno da sempre criticato le scelte politiche della Resistenza curda dico solo che vanno visti gli obiettivi connessi al potere popolare e non solo le questioni generali geostrategiche.
Giusta o sbagliata che sia stata sul piano tattico, la scelta del PYD-YPG è stata mossa dalla necessità di sviluppare l’esperienza municipalista indicata da Ocalan.
Ora la parola è alle armi contro un nemico mortale che ha potenti alleati a Occidente che ha contribuito a diffondere la lebbra terrorista islamista.
Ma non s’illuda la Turchia del boia criminale Erdogan: anche se ottenesse successi contro le combattenti e i combattenti dell’YPG, la questione curda non finisce qui e non finisce così.