Superstatofragilistichespiralidoso…

Superstatofragilistichespiralidoso…

Sta nascendo un super stato in Europa? Lo dicono in molti di scuola marxista, ma è vero?

È vero il contrario: gli stati nazionali non sono certo tramontati e servono eccome alle oligarchie finanziarie! Sono dei dispositivi di comando delle borghesie che si contendono la governance interna. E poi di che di superstato si parla che non c’è omogeneità fiscale per esempio, che a dettar legge sono Germania e Francia, che gli organismi euroburocratici sono funzionari che non fanno gli interessi dell’intera comunità ma esprimono i rapporti di forza tra stati, tra le diverse borghesie imperialiste.

Irrealistico… esattamente come lo sono gli europeisti, che pensano che con l’Unione Europea sia nato un sistema costituzionale ed economico paritario, che fa diventare i cittadini della comunità europea dei connazionali con pari diritti.

Giustamente i marxisti critici nei confronti dell’UE, hanno come visione strategica l’uscita dall’UE e dalla NATO e l’adozione di un sistema monetario nazionale. Un sistema di scambi e relazioni sul modello dell’ALBA sudamericana.

Tuttavia nell’analisi del superstato europeo, questi sottovalutano la relazione che intercorre tra stati nazionali e le élite ad essi riferite, pertanto il loro ruolo. Per quanto hedge fund e turbofinanza operino in una dimensione internazionale, vi sono intrecci di lobbies, comitati d’affari che esprimono gli ofientamenti di una classe dominante nel proprio territorio di appartenenza. Diversi però da quei settori di borghesia compresi i ceti medi che invece non hanno accesso alle leve decisionali e hanno minore compartecipazione agli assetti finanziari dominanti.

Questa volontà di potenza statuale la si vede bene per esempio nelle politiche egrmoniche tedesche in Europa tese ad affermare gli interessi delle proprie banche e delle esportazioni mantenendo una disparità nei bilanci dei vari stati.

Il globalismo puro è un’invenzione sia dei vetero marxisti che dei post-operaisti. Questi ultimi sono ancora influenzati dall’impianto visionario dell'”impero” dato da Toni Negri.

Dunque più che di superstato al massimo si può parlare di creazione di dispositivi comuni, economici, militari da parte dell’UE per contrastare i competitori, ma senza modificare gli assetti gerarchici di una catena imperialista di stati. Non c’è una fiscalità comune, i governi non si mettono d’accordo su nulla, la moneta comune viene usata per mantenere le disparità… Un equilibrio che si regge sulla locomotiva (ormai asfittica) tedesca e le atomiche francesi. Aquisgrana è l’emblema di questo sistema che si regge sempre di più su politiche di dominio ultraliberista e sempre meno su regole condivise nel vantaggio di tutti i paesi.

Lo scontro interborghese si regge proprio su questo fragile equilibrio: a) borghesie di territorio contro le oligarchie capitalistiche legate alla finanza internazionale e b) queste ultime tra di loro nel contesto delle relazioni statuali. Questa è una contraddizione complessa, o meglio: un intreccio di contraddizioni che va oltre una visione unitaria superstatuale. La questione migranti, per esempio vede da una parte i paesi di destinazione del nord Europa, contro i paesi di frontiera. O la questione delle frizioni con la Russia sotto la spinta statunitense, vede una Germania protesa ad attenuare gli attriti, quando in ballo c’è il gas russo e i paesi baltici invece sostenere gli interessi economici USA sugli idrocarburi da fracking, con una politica militarista piuttosto aggressiva.

Se comprendiamo queste contraddizioni e le relative tendenze, comprendiamo anche come intervenire per aprire dei fronti conflittuali. Le politiche neoliberali di accumulazione per predazione e di riassetto delle filiere, stanno proletarizzando e precarizzando interi settori sociali a partire da paesi come il nostro, immiserendo i ceti medi. L’ambito sociale della contraddizione di cui al punto a) è un terreno fondamentale per le forze di classe e del socialismo.

La gestione criminale della pandemia da covid non ha fatto altro che accelerare queste dinamiche depressive, benché sempre i vetero marxisti non siano riusciti ad uscire dal cul de sac ideologico dello scientismo dogmatico, il “collettivismo” da vaccini de noantri, e quindi non abbiano saputo vedere le potenzialità del conflitto sociale di risposta al passaggio autoritario dettato dagli interessi forti esteri delle multinazionali del farmaco e da quei settori di borghesia oligarchica al governo che rappresentano gli interessi del grande capitale nostrano.

Pertanto non si capisce bene con la visione del superstato, al di là di simpatici convegni, dove vogliano andare a parare forze politiche che non hanno neppure compreso la strategia politica (biopolitica) di una nuova forma di liberal fascismo post democratico.