Leggi tuttoCrisi e guerra, un ragionamento sull’attuale situazione geopolitica mondiale
Cina
La proposta cinese e una riflessione di ordine generale
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Cina, socialismo, multipolarismo e imperialismo
Riprendo a scrivere sul mio blog, postando un contributo dal mio fb, che poi ha preso in un paio di commenti un’altra direzione. E’ importante comprendere come oggi vada ricostruita un’opposizioe antisistemica e tornare a ragionare su quale alternativa politica, quali alleanze sociali in questo processo di centralizzazione del capitale, riorganizzazione delle filiere, ridefinizione di una governance biopolitica, in cui gli stessi dettami della democrazia liberale vengono stravolti oltrepassando quel campo di diritti acquisiti in duecento anni di storia dell’Occidente capitalistico.
La questione del socialismo, cosa oggi è o non è, così come il posizionamento nei conflitti sociali, sono gli aspetti trattati in questo scambio di idee. Buona lettura.
“NOI TI VEDIAMO E TE LO RICONOSCIAMO CON UN PUNTEGGIO”
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Un laboratorio di disciplinamento sociale
Da un’inchiesta di Byoblu si viene a sapere che l’Acer di Fidenza ha avviato una patente a punti sul modello del credito sociale cinese, per gli inquilini assegnatari delle sue unità immobiliari. Dal 19 marzo è stata assegnata una carta a punti agli inquilini, che hanno un bonus iniziale di 50 punti per ogni nucleo familiare. I punti aumenteranno o diminuiranno a seconda del comportamento dei componenti del nucleo. Ad esaurimento dei punti, decadrà il diritto ad avere l’alloggio, con conseguente sfratto.
Le magnifiche sorti progressive del socialismo cinese viste dal Partito Comunista delle Filippine,,,
Non poteva mancare all’inizio di quest’anno un commento appropriato al discorso di Xi Jinping tenutosi in occasione della Cerimonia che celebrava i 100 anni dalla nascita del Partito Comunista Cinese. Ci ha pensato il Partito Comunista delle Filippine, provocando di certo un rallentamento della velocità dei giri sostenuti da Mao Tse Tung, che si sta ancora rivoltando dentro la bara sin dai tempi di Deng Xiaoping.
La variante cinese
Non è uno spettro ad aggirarsi per l’Europa, ma un morbo che colpisce i comunisti. E’ la variante cinese, che porta vedere lotta di classe laddove non c’è. Finché il morbo era il filosoviettismo ancora si poteva capire: tutto sommato in URSS non esisteva una proprietà privata, e i popoli in lotta nel terzo mondo un qualche aiuto (se utile per chi lo dà) lo ricevevano. Una burocrazia di stato che teneva in piedi con demagogia e un po’ di ideologia diamat, un’idea di socialismo.
Un anno di svolta
Questo per me è stato un anno in cui sono accadute delle cose che mi hanno portato a scelte radicali che non avrei mai pensato di prendere. Non tedierò nessuno con i miei problemi personali: mi riferisco al piano inclinato della politica e del campo di appartenenza: il primo più che inclinato è diventato una parete di sesto grado, mentre il secondo non esiste più, completamente sparigliato dal cigno nero della pandemia.
Riflessioni pandemiche
Riporto sul mio blog questo intervento che ho pubblicato su Carmillaonline in data di ieri.
Trovo le polemiche interne alla sinistra di classe sul lockdown del tutto fuorvianti. Le accuse reciproche di negazionismo da una parte e dall’altra di sudditanza ai dettami imposti dal regime in materia di salute pubblica non colgono la questione essenziale che è un passaggio epocale, direi antropologico e non solo economico di crisi del capitalismo.
Comunismo
In queste settimane di clausura forzata, neanche fossimo in galera, diviene opportuno, anzi indispensabile, avviare una riflessione sulla nostra società, sul grado di degenerazione del sistema in sè. Perché oggi (mi vien da dire finalmente) emerge in tutta la sua chiarezza l’impossibilità di far vivere la comunità umana come sin’ora ha fatto, con il mercato e il suo neoliberismo al centro del mondo, di ogni politica e di ogni logica privata e istituzionale.