In ricordo di Roberto

Il mio intervento di ieri sera a Villa Paradiso, in memoria dell’amico e compagno Roberto Sassi.

Me lo ricordo ancora, credo in via Zamboni in zona universitaria. Me lo sono trovato davanti, con una sua domanda secca: sei con noi o con loro? Io studente medio come lui, sapevo a mala pena delle divisioni interne, Autonomia Operaia da una parte, Autonomia Operaia dall’altra.

Io risposi: con loro, ma non sapevo che in realtà, anche se i Settanta e gli Ottanta hanno fatto la loro storia, nei decenni a venire ci saremmo ritrovati tante volte.

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Un anno di svolta

Questo per me è stato un anno in cui sono accadute delle cose che mi hanno portato a scelte radicali che non avrei mai pensato di prendere. Non tedierò nessuno con i miei problemi personali: mi riferisco al piano inclinato della politica e del campo di appartenenza: il primo più che inclinato è diventato una parete di sesto grado, mentre il secondo non esiste più, completamente sparigliato dal cigno nero della pandemia.

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“Natale sicuro, pronti a vaccinare casa per casa”

Non è la dichiarazione di un pazzoide, ma del responsabile delle vaccinazioni che ricordo essere un generale, un militare.
Penso proprio che si sia superato ogni limite e che chi non vede in questa situazione distopica l’alba di un totalitarismo, di un fascismo tecnologico e biopolitico del quale non ci sbarazzeremo più, non è da considerarsi un o una compagna, un o una comunista.

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Hasta siempre, Comandante!

Il 9 ottobre 1967 veniva ucciso al La Higuera, Bolivia, il comandante Ernesto Guevara.
Gli sgherri del’imperialismo yankee ponevano fine alla vita di un comunista che ha rappresentato non solo il riscatto antimperialista dei popoli oppressi nel Terzo Mondo, ma un’idea diversa e tutt’ora attuale del processo rivoluzionario, una visione autenticamente internazionalista, oltre la burocrazia di partiti comunisti per lo più legalitari e opportunisti, capaci solo di essere uffici della politica estera di Mosca, in una sorta di “socialismo in un solo paese” perenne da difendere anche nel dopo Stalin.

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Comunismo

In queste settimane di clausura forzata, neanche fossimo in galera, diviene opportuno, anzi indispensabile, avviare una riflessione sulla nostra società, sul grado di degenerazione del sistema in sè. Perché oggi (mi vien da dire finalmente) emerge in tutta la sua chiarezza l’impossibilità di far vivere la comunità umana come sin’ora ha fatto, con il mercato e il suo neoliberismo al centro del mondo, di ogni politica e di ogni logica privata e istituzionale.

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L’idiozia italiettana nazionalpopolare

Questo post è scritto da chi non da oggi continua a pensare che la cosa migliore che possa esserci per il nostro paese è l’uscita da questa Unione Europea di eurocriminali di stato al servizio delle borghesie imperialiste continentali. Così dovrebbe pensare ogni comunista conseguente a un’analisi sia generale della crisi e delle tendenze in atto che specifica del proprio paese. Così come ogni democratico coerente con gli ideali di giustizia sociale.

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Adesso basta!

In un post precedente ho promesso che faremo sputare sangue a chiunque attacchi i comunisti e falsifichi la storia del nostro e di altri paesi, come la vulgata reazionaria sulle foibe. Per questo penso che sia giunto il momento non di difenderci, ma di attaccare, prendendoci la parola con nostre iniziative ovunque possibile e andando a rompere il cazzo come si faceva con Pansa ovunque questi miserabili, fascisti e (a questo punto) negazionisti delle Resistenze antifasciste sputano le loro cazzate, le loro falsificazioni, i loro dati sparati a raglio.
Ormai è chiaro che da Bruxelles al nostro e altri paesi c’è in atto una restaurazione reazionaria a più livelli. E i piddini non ne sono certo esenti.

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Un “vivo ringraziamento” ai veri revisionisti: i piddini da Violante a Mattarella

Edmondo Cirielli, colonnello dei carabinieri in congedo temporaneo, deputato di Fratelli d’Italia nell’attuale legislatura, ha presentato un proposta di legge costituzionale in Parlamento per mettere fuorilegge le organizzazioni comuniste, compreso Potere al Popolo in quanto esalta il passato comunista. E così, dopo il giorno del ricordo con la demonizzazione di una delle più straordinarie Resistenze antinaziste come quella titina, i fascisti in doppio petto tentano una spallata in più a quelli che sono i pilastri della storia della nostra Repubblica: i comunisti italiani.

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