Affronto per la prima volta un tema spinoso, dato che l’opinione riguardo al covid19 ha coinvolto e diviso anche la sinistra di classe e di lotta al pari delle posizioni politiche sulla Bielorussia, sulla positività o meno del bolivarismo e quant’altro. Innanzi tutto ritengo che la questione non sia nel diverso modo di vedere l’uso che le forze di regime fanno del fenomeno coronavirus che indubbiamente è legato più al controllo sociale e al mantenimento dei profitti del capitale monopolistico a detrimento del reddito da lavoro comprendendo anche la piccola impresa (vedi ristorazione, imprese del turismo, agricole, artigianato, ecc.).
Confindustria
Covid 19: quello che si doveva fare in primavera ed estate e non si è fatto
Un governo che crede nella virulenza del covid e nel possibile ritorno con una seconda ondata non se ne sta con le mani in mano. Tutti abbiamo assistito al tira e molla sulle aperture delle scuole, banchi ad hoc in ritardo, marasma nella selezione del perosnale docente e scolastico: tutto per spendere il meno possibile. E così anche nella sanità.
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COVID INDUSTRIA
Ho messo come immagine questa cartina qui sopra per farvi capire come le zone di maggior contagio in Italia corrispondano alle aree maggiormente industrializzate, del manifatturiero. Il governo non fa che colpevolizzare i cittadini per la passeggiata col cagnetto o la corsetta per mantenersi in forma. Attacca in altre parole la popolazione limitando le libertà civili più elementari per sviare dalle vere responsabilità. Dico questo facendo una premessa doverosa: si deve restare a casa. Ma a cosa serve multare i clochard beccati per strada, che è “la loro casa”, invece di ospitarli in strutture per metterli in sicurezza? E’ solo un’opera e una logica da nazisti. Da nazi-liberisti appunto.