L’Occidente canaglia contro tutti

Ormai è sempre più chiaro che il conflitto è mondiale, ancora a pezzi, ma si sta andando velocemente a un’estensione. Nicolai Lilin preannuncia un attacco NATO in Transnistria, mentre il delirio autodistruttivo degli euroburocrati al servizio della Casa Bianca prosegue riguardo il fronte ucraino.
Siamo in guerra, lo sono tutte le redazioni dei media occidentali, impegnate insieme ai governi a farci credere che vogliono la pace, che chiedono a Israele di fermarsi, ma in realtà nascondono il piano vero di un imperialismo unipolare circondato dalla maggioranza della popolazione mondiale che vuole pace, uguaglianza tra le nazioni, che chiede basta colonizzazione, predazione, sfruttamento. E’ il suprematismo di secoli, bellezza!

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La questione palestinese tra multipolarismo e decolonizzazione

Piaccia o no ai nostri commentatori, veri aedi del suprematismo occidentale, gli eventi di questi giorni in Palestina collocano il conflitto israelo-palestinese dentro le dinamiche internazionali odierne. Le misure fasciste prese da Macron in Francia, che vietano le manifestazioni pro Palestina, punibili con l’arresto, dimostrano che le classi governanti atlantiste stanno comprendendo che il declino dell’impero americano davanti alle potenze emergenti in Asia e a modelli economico-sociali alternativi come in America latina, nel contesto dell’afermazione dei BRICS e e dei processi di decolonizzazione come in Burkina Faso, Mali e Niger, ha forti ricadute in tutta la catena imperialista.

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Rabbia saudita, egiziana, irachena, libica, qatariota…

Di Battista e Moni Ovadia dicono cose molto giuste sulla situazione in Palestina e sulla propaganda sionista del mainstream supermatista atlantista che ci sta ammorbando in queste ore (Porroieri sera era semplicemente schifoso).
Giustamente pensano che la soluzione dovrebbe essere una trattativa per la pace con la liberazione del popolo palestinese da questo apartheid nazista e e la creazione di uno stato palestinese.
Però dimenticano un “dettaglio”.

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Come bestie che mangiano i cadaveri dei propri simili

Certe immagini valgono più di qualsiasi testo scritto o parlato. E’ successo che all’uscita dall’Ospedale S. Giuseppe del feretro della giornalista palestinese di Al Jazeera: Shireen Abu Akleh, assassinata tre giorni fa dall’esercito israeliano mentre faceva il suo lavoro di reporter, sparata in faccia tanto per capirci, i militari israeliani hanno attaccato il corteo funebre con un pretesto qualsiasi.

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La mascherina di Zorro

Dopo vari episodi di imbecillità parafascista, come vietare (poi cosa rientrata) un corso su Dostojevskij, la partecipazione di gatti russi a una mostra felina a Reggio Emilia, e così via e mentre ragazzini russi vengono pestati dai compagni di classe come nel bresciano e ogni voce anche solo ri ragionamento sul conflitto in atto in Ucraina, viene messa a tacere (vedi il caso del prof. Orsini, il cui contratto in RAI è stato annullato), la deputata europea del PD Alessandra Moretti ha “pensato bene” di proporre la persecuzione di chi espone nei social o in genere la lettera Z.

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Terrorismo di Stato. Ma non si può dire…

Provate a immaginarvi se un commando di Guardiani della Rivoluzione iraniani, attaccasse e assassinasse uno scienziato statunitense negli USA, o francese in Francia, o israeliano in Israele.
Tutta la stampa “libera” (leggi: asservita alle cancellerie e ai servizi di intelligence occidentali) griderebbe al terrorismo, e con una campagna martellante di demonizzazione preparerebbe il consenso ad azioni armate di ritorsione, che il mondo “libero” (leggi: dominato dalle forze imperialiste) riterrebbe non solo necessario, ma obbligato.

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Vietato avere opinioni su Israele…

… che non siano quelle della classe dirigente sionista israeliana. Come potete leggere qui, Chef Rubio è stato querelato dalla comunità ebraica per alcune sue affermazioni su Radio Radio. Non passa giorno che i sionisi che si spacciano per comunità ebraiche e il governo israeliano attraverso i suoi organi diplomatici non minacci, faccia pressione, cerchi di annullare iniziative di critica alla macelleria genocidaria sionista in Palestina.

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