Danse macabre

A dire il vero della morte di Berlusconi non me ne frega nulla.
La cosa sconcertante però è che una miriade di invorniti sinistrati se ne viene fuori con esternazioni da veri ignoranti e seguendo il mainstream che da anni occulta chi siano i veri responsabili e decisori delle politiche più reazionarie, guerrafondaie e imperialiste. Una torma di imbecilli così mi ha stupito: con commenti demenziali persino da personaggi, amici che credevo che per la frequentazione con Valerio Evangelisti avessero imparato qualcosa e che ho dovuto bannare perché capacissimi nel loro non capire nulla delle miei posizioni politiche di associarmi a qualche connivente con le destre.

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I compiti della sinistra rivoluzionaria che ha compreso le politiche imperialiste autoritarie

Ora che l’ondata di lotte anti-autoritarie contro le restrizioni pandemiche è in pieno riflusso, occorre lavorare all’organizzazione delle varie componenti politiche che sono rimaste come corpus militante.

I compagni  della sinistra rivoluzionaria di classe che hanno compreso il carattere antagonista di queste lotte e sono andati al di là delle vulgate che hanno frenato e deviato la gran parte della sinistra di classe fino alla complicità con l’attacco delle oligarchie imperialiste alle classi popolari e lavoratrici, e hanno sviluppato un percorso politico interno al movimento, devono portare in dote a queste componenti il meglio dell’esperienza della sinistra rivoluzionaria e dei comunisti.

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L’Europa è un’espressione geografica

Con la guerra in Ucraina, ciò che è balzato più in evidenza è il ruolo totalmente passivo dell’Unione Europea. Al di là dei timidi tentativi franco-tedeschi per ventilare un ruolo europeo nel contenzioso di questa guerra per procura, il dato di fatto è che l’Unione Europea segue pedissequamente la linea interventista statunitense, ma nel contempo quando deve prendere una posizione comune, le posizioni in realtà sono diverse: da un’Ungheria che vuole sfilarsi dalle sanzioni sul gas russo (magari mandata avanti furbescamente dai tedeschi) a un’Italia che con Draghi rappresenta in questo momento la linea più aderente ai desiderata bellici di Washington.

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La sinistra petalosa ed euroliberista fomenta la guerra dal salotto di casa

Tra gatti russi “rimbalzati” a mostre feline, direttori d’orchestra russi a cui viene imposta abiura sull’operato dei suoi connazionali e messe alla gogna di Dostoevskij come all’Università Milano Bicocca, stiamo assistendo a una campagna isterica antirussa che non si ferma alla sola critica dell’operato bellico delle classi dirigenti putin-dughiniane e oligarchiche ma si estende a una messa al bando culturale che ha tutto il sapore dei righi di libri di nazista memoria. E infatti se mettiamo in correlazione il sostegno che il PD con personaggi come Pittella e la Quartapelle hanno dato al regime di Kiev bypassando gli otto anni di atrocità ucraine in Donbass e i battaglioni nazisti, con queste purghe culturali dal sapore totalitario e hitleriano, il quadro che ne emerge è veramente inquietante per quei pochi spazi di democrazia che ancora permangono dopo due anni di censura e discriminazioni sulla popolazione italiana portate avanti con la gestione criminale e lucrosa della pandemia.

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L’orchestrina di Auschwitz

Un mio caro amico, un compagno che è tra i gestori di un centro sociale (ovviamente non menziono né nome né luogo) ha disdetto una ricorrenza piuttosto significativa: quella dello striscione del Drago dell’Autonomia Operaia del ’77 bolognese. Per fare la festa sarebbe occorso il green pass. E ve lo immaginate compagne e compagni che ancora si riconoscono in quella storia di sinistra rivoluzionaria e di classe, dover esibire il pass che oggi discrimina le persone… un ossimoro, una contraddizione palese e diciamolo: umiliante.

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Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale

Ugo Mattei, giurista e cattedratico dell’Università di Torino dà vita al CLN contro “il neoliberismo” draghista. Queste sono le sue parole. Nell’intervista a Byoblu e poi nel discorso alla manifestazione di ieri (vedi qui sotto) a Torino, il professore ha dato un taglio sì costituzionale al movimento di Resistenza popolare al green pass e alla gestione autoritaria della pandemia, ma mettendo al centro i valori dell’antifascismo, citando i GAP, lo sciopero generale del 1943, Dante Di Nanni e Giovanni Pesce, il diritto alla Resistenza da parte del popolo.

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La camera dello sci(r)occo

Con Lanfranco Caminiti ho avuto da dire su Facebook un mesetto fa per via delle posizioni diverse sulla questione del green pass. E oggi con questo articolo “Parliamo di Draghi” sul suo blog “La camera dello Scirocco” finalmente viene fuori per quello che è: un altro post-operaista che approda all’accettazione dell’atlantismo globalista puntando il dito contro il qanonismo salviniano.

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Green pass e sinistra

Un nuovo fascismo, biopolitico

All’inizio anch’io prendevo per matti fanatici quelli che si opponevano a quella che il mainstream considerava l’unica strada possibile: i vaccini. Poi però, mi sono reso conto che qualcosa non quadrava: dei dottori sperimentavano e adottavano delle cure in casa, cosa completamente diversa dalla “tachipirina e vigile attesa“. I vaccini sono arrivati e la campagna ossessiva ha portato a vaccinare più del 70% della popolazione, ma ancora non bastava.

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Non aver capito nulla…

Ricapitoliamo: un movimento di massa di vaste proporzioni, presente in tutto il paese, che protesta per una misura, il green pass, che viene considerata liberticida e si mette in urto con il governo Draghi, il peggior esecutivo neoliberale di sempre, in un momento politico in cui le classi dirigenti vivono una crisi politica profonda, nella quale abbiamo un astensionismo stratosferico e una composizione parlamentare che non corrisponde alla volontà elettorale. Questo è il quadro politico.

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Lavoro: quello che dovrebbe fare una giunta di sinistra

Le elezioni autunnali per il Comune di Bologna Città Metropolitana si stanno avvicinando. Non siamo ancora in campagna elettorale, ma alcune riflessioni preliminari possono essere utili per sviluppare iniziative e dibattito. La questione del lavoro è uno dei temi fondamentli, dopo che tutto il periodo pandemico, dal quale non siamo ancora usciti, non ha fatto che aggravare a livello nazionale le condizioni di lavoro, la precarietà, con una disoccupazione dilagante.

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