Sul sentiment del popolo…

Un contributo da France Insoumise (Melenchon) con alcuni spunti interessanti.
In particolare pongo l’attenzione su questo passaggio:
“L’inno nazionale e la bandiera non assumono mai il significato di sciovinismo o nazionalismo ideologico. Si tratta di una proclamazione d’identità cittadina: “la nazione siamo noi, il popolo”. Questo popolo si omogeneizza nell’azione e attraverso l’azione. Acquisisce progressivamente un’autonomia decisionale e di presenza pubblica.”

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La proposta cinese e una riflessione di ordine generale

Non si tratta di questionare se la Cina è socialista o meno: la lotta di classe va portata avanti ovunque ci siano classi dominanti capitaliste.
Quello che divide i comunisti dalle loro caricature è la comprensione dell’attuale situazione storica mondiale: o sei per la distruzione dell’unipolarismo liberal-democratico o metti sullo stesso piano i contendenti per una sorta di ragionamento idealistico che ciancia di scontro tra imperialismi equiparabili tra loro.

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Cina, socialismo, multipolarismo e imperialismo

Riprendo a scrivere sul mio blog, postando un contributo dal mio fb, che poi ha preso in un paio di commenti un’altra direzione. E’ importante comprendere come oggi vada ricostruita un’opposizioe antisistemica e tornare a ragionare su quale alternativa politica, quali alleanze sociali in questo processo di centralizzazione del capitale, riorganizzazione delle filiere, ridefinizione di una governance biopolitica, in cui gli stessi dettami della democrazia liberale vengono stravolti oltrepassando quel campo di diritti acquisiti in duecento anni di storia dell’Occidente capitalistico.

La questione del socialismo, cosa oggi è o non è, così come il posizionamento nei conflitti sociali, sono gli aspetti trattati in questo scambio di idee. Buona lettura.

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Avviso ai naviganti

“Io sono un europeista convinto. Credo molto nel progetto di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi…” (De Magistris)
Dire una simile bestialità significa ingannare i cittadini, i lavoratori, gli elettori.
Io non sono europeista perché non credo a un progetto europeo che non può che basarsi su un keynesismo metafisico, perché penso che questa Europa non sia riformabile ma solo da abbattere o da uscirne. L’UE o è ordoliberista o non è.
Resto quindi coerente al progetto originario che diede vita a ROSS@ e poi ad Eurostop. Se ben ricordo fummo noi a parlare per primi di Italexit prima che si inserissero personaggi istrionici e culo e camicia con le destre come Paragone. Chi poi ha abbandonato questa strada si porta appresso le maggiori responsabilità dell’aver lasciato campo libero a simili elementi. Pertanto le accuse di rossobrunismo le rispedisco al mittente.

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Arcobalenite

Riguardo la dichiarazione di intenti che nella cordata Manifesta-De Magistris riunisce tutto il gotha della sinistra cd di classe, non posso non fare alcune osservazioni. Chi mi conosce sa che io provengo dall’area che ha in Potere al Popolo! l’ultima significativa espressione politica di un percorso iniziato anni fa e poi confluito in PaP insieme alla compenente napoletana che aveva dato vita dal CS Je so’ pazzo, a questa organizzazione. Se ben mi ricordo, prima con ROSS@, poi con Eurostop, l’elemento strategico della politica antagonista messa in campo era la rottura con l’UE e l’uscita dalla NATO, nell’ipotesi di costruire un’area Euromediterranea, la cd ALBA Euromediterranea.

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Sulle misure del governo prese ieri pomeriggio

Con quest’ultimo dispositivo, il governo Draghi prosegue il suo attacco a quelle che erano normali libertà civili in tempi di democrazia borghese. In pratica un colpo di stato a tappe che ci sta portando a un fascismo bio-politico, a un totalitarismo dominato dalle regole neoliberiste e della tecnocrazia.

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Piano contro mercato?

È una falsa opposizione di opposti e vado a spiegare il perché. È molto semplice: in un sistema capitalista, ossia dove vige la valorizzazione del capitale, la realizzazione del plusvalore e dei profitti, si è visto che si usa il mercato e il piano a seconda delle fasi, dei cicli del capitalismo, dei rapporti di forza tra componenti sociali, a seconda del contesto geopolitico.

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La variante cinese

Non è uno spettro ad aggirarsi per l’Europa, ma un morbo che colpisce i comunisti. E’ la variante cinese, che porta vedere lotta di classe laddove non c’è. Finché il morbo era il filosoviettismo ancora si poteva capire: tutto sommato in URSS non esisteva una proprietà privata, e i popoli in lotta nel terzo mondo un qualche aiuto (se utile per chi lo dà) lo ricevevano. Una burocrazia di stato che teneva in piedi con demagogia e un po’ di ideologia diamat, un’idea di socialismo.

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Un anno di svolta

Questo per me è stato un anno in cui sono accadute delle cose che mi hanno portato a scelte radicali che non avrei mai pensato di prendere. Non tedierò nessuno con i miei problemi personali: mi riferisco al piano inclinato della politica e del campo di appartenenza: il primo più che inclinato è diventato una parete di sesto grado, mentre il secondo non esiste più, completamente sparigliato dal cigno nero della pandemia.

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