Questioni ideologiche

Riporto questo articolo di Xi Jinping uscito ieri sul L’Antiplomatico, che conferma quanto ho avuto modo di analizzare in un mio controbuto apparso si Carmilla e ripreso da Sinistrainrete poche settimane or sono.

Non starò a ripetermi in queste sede e in estrema sintesi, mi limito a ribadire che quello cinese non è socialismo, ma nell’ambito di un processo internazionale multipolare occorre sostenere tutte le forze e i paesi che vanno in quella direzione e che di fatto contribuiscono al declino storico e generale dell’imperialismo atlantista, USA e suoi vassalli, punto.

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Strangelove a Fort Alamo

In questi giorni mi viene in mente il ritornello del soundtrack finale di Strangelove di Stanley Kubrick, quando il capitano cowboy si lancia dal B52 a cavallo della bomba atomica.

Mai titolo fu più calzante di questo lp sui film di guerra americani: “Hollywood goes to war” e Kubrick lo sapeva bene. Lo sappiamo pure noi che su un film di fiction abbiamo subìto l’attacco dei war boys american and ucrainian per Il Testimone (1), un film di fiction. Solo il grande ufficio stampa del sogno americano che è la guerra dei “buoni” è depositario della narrazione unica: da “Patton”, “Il grande uno rosso” a “Salvate il soldato Ryan”, passnado per “Rambo” nei suoi molteplici sequel.

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La questione palestinese tra multipolarismo e decolonizzazione

Piaccia o no ai nostri commentatori, veri aedi del suprematismo occidentale, gli eventi di questi giorni in Palestina collocano il conflitto israelo-palestinese dentro le dinamiche internazionali odierne. Le misure fasciste prese da Macron in Francia, che vietano le manifestazioni pro Palestina, punibili con l’arresto, dimostrano che le classi governanti atlantiste stanno comprendendo che il declino dell’impero americano davanti alle potenze emergenti in Asia e a modelli economico-sociali alternativi come in America latina, nel contesto dell’afermazione dei BRICS e e dei processi di decolonizzazione come in Burkina Faso, Mali e Niger, ha forti ricadute in tutta la catena imperialista.

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Rabbia saudita, egiziana, irachena, libica, qatariota…

Di Battista e Moni Ovadia dicono cose molto giuste sulla situazione in Palestina e sulla propaganda sionista del mainstream supermatista atlantista che ci sta ammorbando in queste ore (Porroieri sera era semplicemente schifoso).
Giustamente pensano che la soluzione dovrebbe essere una trattativa per la pace con la liberazione del popolo palestinese da questo apartheid nazista e e la creazione di uno stato palestinese.
Però dimenticano un “dettaglio”.

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SANTORO, IL BUCO NERO

Mentre è ormai piuttosto evidente, in modo trasversale, a gran parte della popolazione di varie colorazioni politiche e identità, che il problema di restrizioni e ricatti biopolitici, della guerra tra un’emergenza terroristica creata ad arte e l’altra, è il sistema dominante USA attraverso la NATO, le oligarchie anglosassoni e quelle ordoliberiste del nord Europa che sottraggono sovranità al nostro paese attraverso la UE, la sinistra euroimperialista e atlantista ha bisogno di recuperare consenso d’innanzi a un astensionismo dilagante e a sondaggi che rivelano la cobtrarietà della maggioranza degli italiani all’invio di armi in Ucraina. Per le oligarchie imperialiste sarebbe molto meglio la stabilità del comando capitalista e dei suoi apparati garantita dal PD e dai suoi cespugli moderati e radicali: ossia Calenda e Renzi da una parte e Fratoianni e Bersani dall’altra, con aggiunta dei 5Stelle: un buco nero che attrae insieme ai vari protagonisti di una politichetta, la solita, anche quelle soggettività che contro la guerra in chiave antimperialista avrebbero molto da spendersi e lottare, ma i cui dirigenti e autorevoli compagni che menano le danze fanno loro da tappo.

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Presa di posizione

Pubblico alcune considerazioni riguardanti il mio punto di vista su questa fase politica sul piano nazionale e internazionale. Lo faccio senza peli sulla lingua e considerando che ormai la quasi totalità di quella che ama definirsi “sinistra di classe” o “movimento antagonista” è in totale confusione politica. Buona lettura.

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Perché il 1° maggio a Pesaro è importante

Riporto il volantone delle lavoratrici e lavoratori autorganizzati di Ravenna, che rappresenta la linea di continuità delle lotte popolari di questi mesi contro le restrizioni pandemiche dei governi borghesi e imperialisti e che ci porta a contestare il trasferimento da altre zone come l’Ucraina o la costruzione in zone densamente popolate e spesso a rischio alluvionale o sismico di vere e proprie bombe biologiche come il laboratorio di Wuhan, gestito in Cina dagli USA con la longa manu di Fauci, dai francesi e dai cinesi. Una linea di continuità che “guerra e pandemia, stessa strategia”, mette in organica correlazione la svolta bio-autoritaria su masse che non sono più cittadini, ma soggetti atomizzati messi al serraglio, a vantaggio delle filiere delle multinazionali sul piano produttivo e commerciale con la guerra imperialista preparata in tutti questi anni da un imperialismo atlantista in palese difficoltà di egemonia e, per questo ancora più pericoloso.

Siamo dunque sull’orlo di una guerra nucleare, che sia generalizzata o con bombe nucleari tattiche sul suolo europeo. I nostri governanti, che siano di destra o di sinistra, fanno tutti il gioco dell’atlantismo angloamericano, sacrificando gli interessi più vitali, ossia a un’esistenza degna e sicura, al lavoro, alle relazioni di una normale convivenza civile, tutti i cittadini europei: in Italia da Conte a Draghi alla Meloni senza alcun cambiamento di governance.

Per questo c’è un’unica strategia tra guerra esterna e interna:

· esterna contro i paesi che emergono nel multipolarismo sulla scena mondiale

· e interna contro le masse popolari ridotte a sudditi in una guerra sociale dall’alto in cui il grande capitale imperialista e predatore neoliberista riprende in mano le redini del blocco eurotlantico, concependo il welfare solo per la finanza e l’industria di guerra (fundware e warfare) e per il resto privatizzando tutto e precarizzando selvaggiamente il lavoro, cercando di azzerare ogni diritto scomodo, e in generale la stessa lotta di classe, sclerotizzando i rapporti sociali, tra capitale e lavoro in un loop biopolitico dove sindacati, organizzazioni sociali e politiche sono solo un’utile protesi di regime se non disturbano il manovratore.

A tutto questo c’è chi non ci è stato nei mesi della reclusione da covid e della speculazione sierica e oggi continua la lotta come autentica sinistra rivoluzionaria:

Ecco il testo:

Eccoli tutti d’accordo che ci accerchiano.

Identità digitale/tessera sanitaria, direttive di gestione sanitaria dettate da un organismo privato (Organizzazione Mondiale Sanità) creato e gestito dai “filantropi” con le loro associazioni “benefiche”. Gli stessi che controllano multinazionali, dettano programmi ai governi. Gli stessi che possiedono industrie di armi, farmaceutiche, sementi e prodotti per l’agricoltura, decidono quali merci consumeremo, quale cibo mangeremo, come ci cureremo, ecc… Decidono come viviamo e come vivremo.

Ovvio che “lo fanno per il nostro bene”, d’altronde loro sono divenuti forti, potenti, straricchi (avvelenandoci, espropriandoci e sfruttandoci) e noi, invece, siamo poveri o mediocremente benestanti e anche un poco coglioni. Ma per nostra fortuna ci sono loro “buoni e sapienti” portatori della “scienza”, quella “vera” e dogmatica (quella nata dalla tecnologia per il consumo/profitto) ci indicano la strada, redigono nuovi comandamenti, nominano nuovi sacerdoti e missionari, ne riempono ogni spazio, ogni comunicazione… E se ci fanno un pò di profitto è naturale, quasi un effetto collaterale, ma è sempre per il nostro bene…

Più che un accerchiamento sembra un cappio che stringe fino a

soffocare ogni differenza, ogni libertà, ogni alternativa.

Il 4 maggio

per dire NO alla privatizzazione/smembramento della sanità:

al cinema Gulliver di Alfonsine, piazza della Resistenza, ore 21 proiezione dell’inchiesta sulla sanità pubblica “C’era una volta l’Italia”. Riteniamo importante partecipare per parlare di come contrastarne la privatizzazione e i disservizi e ricatti che ci vengono imposti a causa di essa.

Solo l’organizzazione dal basso delle persone su obiettivi comuni può tentare di fermare l’attacco alla sanità e più in generale al reddito e alla vita.

Il 6 maggio

Saremo presenti alla manifestazione nazionale contro il rigassificatore di Ravenna

Per dire no:

– all’imposizione con la scusa e la minaccia di rimanere privi del gas con le relative conseguenze sulla popolazione. Per il governo ed i politici l’Italia è e deve rimanere uno Stato sottoposto alle scelte del grande capitale occidentale. Distruggere lo stato sociale a partire dalla sanità. Non c’è separazione: l’attacco è totale. Colpisce la vita, il futuro, il consumo e gli spazi d’agibilità politica e personale.

– perché la scelta dei rigassificatori va collocata in un contesto più ampio che riguarda le attuali scelte politiche italiane ed internazionali, vale a dire:

– il partecipare e sostenere attivamente una guerra voluta dagli Stati Uniti/NATO contro la Russia.

– sostenere la speculazione e l’aumento prezzi del gas, petrolio e delle altre materie prime.

– si approfitta dell’ennesima emergenza per collocarli sui territori senza neppure un controllo serio

– perché ENI prova ad imporceli fin dai primi anni 2000

– anche volendo tenere in considerazione il problema della cosiddetta “transizione ecologica” sempre più necessaria per gli effetti di un inquinamento planetario selvaggio e diffuso, pensiamo che le scelte da fare siano quelle che implichino importanti modifiche ai consumi, alle merci e alla loro durata.

Ripensamento dei valori, dell’uso e dei comportamenti, iniziando a ragionare e diffondere una diversa cultura che non sia più basata su un modello capitalistico di sfruttamento (sempre di più) e consumo (sempre meno per molti).

Noi e l’ambiente che ci contiene non siamo merci da usare/consumare per ricavare profitti o scarti da gettare perché il nostro lavoro non serve più.

Il 1 maggio

NO ai BioLab, basi USA/NATO, nocività e produzioni di morte.

manifestazione a Pesaro contro biolaboratori partecipiamo convinti che gli stessi siano estremamente pericolosi non solo per eventuali incidenti, ma per le loro ricerche che si occupano anche di modificazioni genetiche dal cibo, alle bio armi, ai farmaci e “vaccini” derivati da combinazioni genetiche tra uomini e animali, tra piante e animali creando così di fatto nuove forme di vita (manipolate appunto) difficilmente controllabili. I BioLab rientrano nella categoria delle basi della morte come le basi militari, le produzioni nocive, l’inquinamento ecc…

A riprova di ciò portiamo l’esempio dei BioLab di Sigonella (Laboratorio militare USA-NATO) e quello di Trieste passato recentemente dalla precedente proprietà (università) ad una cordata mista di multinazionali della chimica/farmaceutica e della guerra (Pentagono), ecc. ricevendo lo status di extraterritorialità (per capirci neppure i vigili del fuoco potranno intervenire senza il permesso della proprietà). Nessuno potrà effettuare controlli. Inoltre è promosso a BLS4 (cioè può contenere armi biologiche). Saranno costruiti 12 BioLab BLS3 che come ai precedenti una volta costruiti diventeranno di livello 4.

Il 12 maggio

proiezione del Film PIIGS

sala Ragazzini (largo Firenze lato retro chiesa s. Francesco) ore 20,30

dagli autori diC’era una volta l’Italia” documentario del 2017 che ci mostra come è iniziata l’attuale fase, l’austerità e l’attacco selvaggio alle nostra vita. “…un viaggio nel grigiore dell’Austerity che spaventa, fa riflettere e che non puoi perderti, perché – ehi – te lo chiede l’Europa. O forse no.” Segue dibattito.

Per la manifestazione contro il rigassificatore proponiamo uno spezzone unitario che ponga no alla guerra, no all’invio di armi, no alla imposizione emergenziale che ci riempie di opere utili solo al profitto.

Per poi continuare la denuncia della devastazione dei nostri territori sempre più invasi da cementificazioni e centri commerciali per orientare il consumo verso le “cattedrali commerciali”, per “abbellire” e nascondere la miseria che invece è sempre più diffusa con luci e “oggetti del desiderio” ed indebitarsi per possederle.

Nascondere le file alle mense per i poveri, per aiuti alimentari; nascondere le persone che perdono redditto, lavoro casa. Nascondere per evitare solidarietà ed empatia verso chi spesso si vergogna della propria condizione tanto è forte la propaganda che scarica le colpe dei governi servi della ricchezza su chi questa ricchezza la crea fino a subirne l’estrema conseguenza di esserne privato.

Insomma l’uno è il tutto. E il tutto è contro di noi. Quel tutto che piace a tutti i governi.

Un tutto da rifiutare senza esitazione. Occorre immaginare alternativa, organizzare resistenza.

Invitiamo tutte e tutti a non fermarsi alle sfilate necessarie ma insufficienti

e ritagliarsi un po’ di tempo per ritrovarsi

e discutere come organizzarsi per continuare.

UNITI SI Può UNITI SI VINCE

Lavoratrici e lavoratori atuorganizzati (Ravenna)

 

La proposta cinese e una riflessione di ordine generale

Non si tratta di questionare se la Cina è socialista o meno: la lotta di classe va portata avanti ovunque ci siano classi dominanti capitaliste.
Quello che divide i comunisti dalle loro caricature è la comprensione dell’attuale situazione storica mondiale: o sei per la distruzione dell’unipolarismo liberal-democratico o metti sullo stesso piano i contendenti per una sorta di ragionamento idealistico che ciancia di scontro tra imperialismi equiparabili tra loro.

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Noi non ci Sanremo, no non ci Sanremo…

Sembra che il video di Zelensky non sarà più una diretta, anzi non sarà più nemmeno un video ma una lettera che Amadeus o chi per lui leggerà dal palco dell’Ariston. Diciamola tutta: evidentemente hanno capito che ormai la gente ne ha piene le palle della guerra e della sua propaganda, che non attecchisce più. E i sondaggi che hanno in mano sicuramente parlano chiaro.

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Nazisti di ieri e di oggi

Mentre gli atlantisti commemorano Auschwitz senza coloro che hanno liberato quel campo di sterminio e decine di altri lager, i russi con l’Armata Rossa, oggi hanno altre divise e armi più sofisticate, ma la loro guerra è esattamente come quella di ieri dei nazisti.
Contano gli scopi veri della loro guerra con la Russia: mantenere l’unipolarismo del dollaro e del warfare sul sangue dei popoli. Contano gli atti: l’equiparazione tra comunismo e nazismo che il Parlamento europeo ha votato. Conta la reale ideologia suprematista anglo-ariana, ben sintetizzata dal razzista Borrell, rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, nel suo discorso sul “giardino” europeo e il resto del mondo come giungla. Contano le alleanze e le complicità: con i nazisti ucraini di oggi, una banda di assassini golpisti che nel 2014 con l’aiuto di USA e UE hanno rovesciato un governo democraticamente eletto.
Gli atlantisti sono come i nazisti.