Un muro mai crollato

Un muro mai crollato

L’internazionale imperialista oggi “festeggia” il crollo del muro di Berlino del 1989 con un golpe che in queste ore è in atto in Bolivia, per rovesciare il Presidente Evo Morales democraticamente eletto neanche dieci giorni fa.

La polizia boliviana in cinque province si è ammutinata, tra queste non figura La Paz, dopo che gruppi paramilitari golpisti in questi giorni hanno seminato il terrore nel paese. Il Presidente Morales non ha ancora allertato l’esercito perché non vuole che venga sparso il sangue e si appella alla mobilitazione popolare pacifica. Sa che dalla sua ha la forza del popolo, che in queste settimane ha saputo rispondere, dalle comunità indie ai minatori, alle provocazioni fasciste della presunta opposizione. Seguiremo gli sviluppi mobilitandoci a nostra volta nelle prossime ore a favore della democrazia socialista bolivariana della Bolivia e del suo Presidente Morales.

Quello che però mi preme sottolineare è la vulgata che dai principali network si propaga già da qualche giorno, tesa a celebrare la caduta del muo di Berlino. Gli stessi media che non mostrano quanto sta accadendo in Bolivia, in Cile, ad Haiti, le rivolte popolari antiliberiste, anti-USA, ossia il frutto dei risultati neoliberisti del crollo di quel muro, che diede il via all’espansione sfrenata del globalismo delle multinazionali e della finanza, alla deregulation che ha distrutto in tutto il mondo, a partire dal blocco atlantista, diritti, salari, condizioni di vita laddove erano anora dignitose, attaccando classi popolari proletarie e ceti medi nel terzo mondo fino alle metropoli del primo.

Media che ricevono le veline dai centri politici, militari e di intelligence di USA e NATO per osannare la fine del socialismo reale nell’atto simbolico del muro di Berlino che viene giù, ma che non parlano dei tanti muri che da quell’atto sono nati: dalla palestina al Messico, dall’Ungheria alle cittadelle gentrificate del consumismo di lusso contro le periferie urbane degradate, le bidonville, i luoghi di parcheggio dei reietti della terra. Muri di cemento e muri di forti differenze sociali: muri che vengono occultati dal pensiero unico neoliberale che ci parla del miglior mondo possibile mentre il paneta va verso l’autodistruzione e la miseria dilaga.

Il muro che non è mai crollato è proprio quello dell’ingiustizia, dello sfruttamento, dell’oppressione, dell’arriganza verso i poveri, della sopraffazione, della guerra per il potere e i profitti: il capitalismo.