Una piazza di lavoratrici e lavoratori

Una piazza di lavoratrici e lavoratori

Lepore, il nuovo sindaco di Bologna dice che Bologna è la città più di sinistra del paese. Però poi se ne frega se in un consiglio di quartiere una forza minore viene esclusa dal consiglio stesso per un “errore” nel conteggio dei voti e alla fine, dopo il ricorso al TAR, fa spendere soldi con le spese processuali alla cittadinanza per la sua cialtroneria per nulla attenta alla democrazia. Io non so e non credo che Bologna sia la città più di sinistra, ma quello che so è che ieri c’era tanta sinistra in piazza e che Bologna ha dimostrato ancora una volta di essere una città dove le masse popolari si fanno sentire.

Da mesi si fanno sentire sulla questioni delle restrizioni e degli obblighi imposti da una gestione pandemica di ben due governi a dir poco criminale. C’è una parte di città che da decenni lotta, una città di lavoratori, di studenti, con tante esperienze di autogestione di autonomia sociale, sul territorio, nelle scuole, nelle università.

In questi mesi chi tra le compagne e i compagni andava in quelle piazze si prendeva le contumelie di chi doveva seguire il ruolino di marcia sbagliato dei soliti gruppetti dirigenti, che non menzionerò, tanto sappiamo bene chi sono. ma queste compagne e compagni si sono organizzati nell’Assemblea Antifascista e poi anche una pate del sindacalismo di base è scesa in lotta, sempre più apertamente. Quando si è capito che l’attacco al lavoro, la ristrutturazione economica con forti connotati sociali passava dal green pass e dal suo omologo “super” o “rafforzato” (e pure uno con problemi cognitivi seri lo avrebbe capito…), si è avuta una svolta. L’avvisaglia era stata la lotta dei portuali triestini, ma anche le tante fabbriche, rsu, lavoratori che non ci stavano. Da mesi compagne e compagni inascoltati lo dicevano. Ma “stavano con i fascisti”, questa la vulgata demenziale di chi ha un approccio ideologico e sociologico, ma non analizza con gli strumenti del marxismo, non fa un’analisi di classe anche se si rivendica comunista.

A Ravenna sono mesi che bravi compagni caratterizzano le piazze no green pass ed esiste un coordinamento di fatto, l’Assemblea Militante, le cui realtà intervengono anche in piazze difficili come Roma. Dico troppo se li definisco i nuovi bolscevichi? Per me ci sta. Non c’è un partito, ma tutta l’intelligenza collettiva accumulata e sperimentata lungo tutto l’arco di decenni di antagonismo di classe.

Bene, ieri Bologna è stata sì la città più di sinistra del paese perché alla testa del corteo di un migliaio di persone (più del solito in un momento di ristagno del movimento no green pass) c’erano migranti, lavoratori della logistica in una manifestazione organizzata dal SiCobas e a cui hanno aderito altre realtà non solo di sinistra come Emilia Romagna Costituzionale, una parte della CUB e noi dell’Assemblea Antifascista. Una piazza splendida, pulita, senza le solite camarille che si contendono il terreno, le bandiere rosse con i tricolori, un po’ di Francia dunque… e sappiamo bene che i nistri cugini d’oltralpe in fatti di lotte sociali sono molto più intelligenti e più avanti di noi, spiace dirlo ma è così.

La lotta di classe irrompe sempre di più sui temi che hanno agitato il movimento no green pass, entra la questione operaia, dai lavoratori di Vitesco alla Zoppas veneta, alle tante fabbriche. E ieri a Bologna dal palco parlavano i lavoratori. Dov’è il fascismo? Io tra l’altro qua in piazza a Bologna non l’ho mai visto.

E poi c’erano gli studenti, che si stanno interrogando sulle discriminazioni che subiscono loro e i professori dissidenti. Loro sono il nostro futuro, c’è tanto confronto da fare, con umiltà e trasmettere memoria storica dell’antagonismo di una città che ha saputo fare le barricate nei momenti più difficili, nel tradimento di una sinistra storica compiutosi oltre 45 anni fa. Un filo rosso che collega il passato al presente.

Ovviamente green pass o no, la questione non finisce qua. Ieri in piazza c’erano sul tappeto tutti i temi che ci riguardano: lo sfruttamento, la precarietà, il caro bollette, la vita di merda che ci stanno facendo fare, la guerra alle porte. Andremo avanti tutti insieme e valuteremo cosa fare. Dai DIAMATTI non nasce niente, dal letame nascono i fior…

Qui sotto alcuni momenti della manifestazione: