Me lo sto chiedendo da mesi ormai. E una frattura non rimarginabile si è prodotta tra un paese reale, che scende in piazza pur con tutte le contraddizioni interne, le distorsioni politiche e ideologiche, e dall’altra un arcipelago ultra minoritario di realtà politiche che è già molto se riescono a riprodurre loro stesse.
Minoritarismo mentale
Ora mi è chiaro, e lo diviene sempre di più, il perché la nostra sinistra di lotta è e resta marginale nella scena politica. Lo vedo nelle scelte politiche autoreferenziali, così come nei luoghi comuni che ho letto soprattutto nei social, che paragonano il green pass a un patentino qualsiasi, che esprimono la stupidità nel sostenere che chi si mobilita contro il green pass non ci sarebbe stato nelle lotte contro i licenziamenti, per la sanità pubblica e via dicendo. Come se una cosa escludesse l’altra. Come se in piazza ci andassero solo leghisti, fascisti e oscurantisti clerico-fascisti. E così, quando nel paese affiora finalmente una lotta di massa che non è imbrigliabile nelle solite pastoie di regime, dei sindacati concertativi, c’è tutta una generazione di comunisti che non è in grado né di leggere il passaggio reazionario che ha dimensioni epocali, né la sua opposizione sociale.
Giovani trascinati da vecchi
Ma la cosa che più mi rattrista è che i giovani, le nuove energie dell’antagonismo, siano trascinate nell’inconcludenza da vecchi parrucconi che non fanno che ripetere le loro sconfitte nel tempo. Sono pertanto arrivato alla conclusione che ormai tutto è troppo tardi per orientare il conflitto sociale verso l’anticapitalismo e il socialismo. Abbiamo perso il treno gramsciano dell’egemonia, perché è ovvio che alla fine ci si sputtana e puoi essere conroDraghi quanto ti pare, ma ne accetti le sue logiche coercitive, nel nome di un collettivismo falso e imbecille, perché non siamo a Cuba e sulla gestione pandemica del capitale e del suo Stato ci sarebbe molto da dire. E vedo compagni che lanciano parole d’ordine sacrosante cadere miseramente su questo, bevendosi i dati ufficiali, sussumendo una visione della scienza manichea, acritica e quasi religiosa verso vaccini. Femministe che da anni urlano il corpo è mio e me lo gestisco io, accettare invece le logiche di chi il nostro corpo lo vuole manipolare. L’obbligatorietà, il tso sociale generalizzato, ma non legalizzato, contro la libera scelta, tra l’altro garantita dalla Costituzione stessa.
Quello che costoro non vedono…
… è descritto piuttosto bene dal filosofo Andrea Zhok, che marxista non è, ma da bravo borghese comprende bene “il crepuscolo degli dei” del liberalismo eretto a emancipazione universale, quei Robespierre, Sain Just, Danton, Marat che compirono la rivoluzione del 1789. Riporto un suo scritto piuttosto illuminante, giratomi da un compagno. Per il resto, non ho tempo da perdere soprattutto in una situazione di disoccupazione che perdura da sei mesi. Proseguirò il mio studio di questa situazione, e guarderò gli sviluppi senza sottrarmi ai miei doveri di comunista nel momento in cui ci sarà veramente bisogno di compagni come me.
PUNTINI
di Andrea Zhok
1. L’Italia ha già preordinato 90 milioni di fiale di vaççino per il 2022 (spesa 1,8 miliardi; ogni fiala contiene più dosi).
2. Nessun passo è stato fatto, né si intende fare, per riconoscere la validità di altri vaççini al di fuori di quelli finora in uso (nel mondo sono in uso più di 20 vaççini anti-covid, alcuni con funzionamento tradizionale a virus inattivato.)
3. Diversi personaggi dell’entourage governativo (l’ultimo in ordine di tempo il sottosegretario Sileri) hanno già preannunciato l’estensione del Green Pass nel corso del 2022.
4. Il riconoscimento del Green Pass con relativi dati è stato incardinato sul sito dell’INPS.
5. In molti luoghi pubblici si sono installati lettori fissi del GP.
6. E’ partita sui giornali la campagna sulla necessità della terza dose, con usuale profluvio di rassicurazioni a costo zero su quanto sia efficace e sicura.
7. Con l’avvento delle temperature invernali – come ampiamente previsto – sta partendo l’incremento di tutte le malattie respiratorie, incluso il Sars-Cov-2.
8. Per i prossimi tre anni è stata prevista una riduzione percentuale di circa il 6% dell’impatto della spesa sanitaria sul PIL.
Ed ora proviamo a unire i puntini.
L’unica figura che sembra tenere assieme tutti i puntini, senza concedere nulla al rasoio di Ockham, è la seguente:
il governo spinge in direzione di una strategia dove il principale investimento sanitario verrà fatto in inoculazioni anticovid, mentre il sistema sanitario nel suo complesso verrà lasciato deteriorare ancora, lasciando ulteriore spazio alla sanità privata.
Verremo gradatamente persuasi – con le buone o con le cattive – a sorbirci la terza, e poi la quarta dose, e poi quante dosi sarà ritenuto opportuno.
Non essendo le inoculazioni una procedura in alcun modo risolutiva del problema Covid (che l’immunità di gregge sia una fiaba lo sanno oramai anche i sassi), potremo rimanere a tempo indefinito in una situazione che può essere dipinta come ‘emergenziale’, dove saremo chiamati a inoculazioni cicliche, sotto il ricatto della certificazione verde per avere piena cittadinanza.
Ora, c’è palesemente una parte della popolazione italiana a cui poter esibire una certificazione per accedere al ristorante dà piacere: per una volta nella vita si sentono parte di un club esclusivo, il club dei buoni con bollino governativo, e al contempo provano evidente diletto nell’essere dalla parte di chi può esercitare piccole prepotenze, delazioni, esclusioni verso il prossimo.
Questa gente è l’eterno materiale su cui ogni autoritarismo e ogni dittatura sono cresciuti ubertosi.
Oggi è di nuovo, una volta di più, la loro ora, e faranno di tutto perché duri.
Per tutti gli altri, per tutti quelli cui non piace la prospettiva di rimanere attaccati a tempo indeterminato alla catena corta di una certificazione per vivere, soggetta a richiamo periodico, con conseguenze sulla salute ignote, ecco per tutti questi è davvero giunta l’ora di svegliarsi, e anche rapidamente.